Tesla produce il doppio dell’energia (rinnovabile) rispetto a quella che consuma

Pubblicato l’Impact Report dell’azienda di Elon Musk: i 3,5GW di moduli fotovoltaici installati negl’impianti hanno prodotto 13,25TWh di elettricità contro i 5,26TWh consumati dai propri 3 modelli di auto elettrica.

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Foto di Blomst da Pixabay

Oltre mezzo milione di auto Tesla vendute, pari a 4 milioni di CO2 in meno nell’atmosfera

(Rinnovabili.it) – Gli impianti energetici di Tesla producono energia da fonti rinnovabili pari a oltre il doppio di quella consumata dalle proprie auto elettriche: a riportare il sorprendente dato è il primo “Impact Report” dell’azienda fondata da Elon Musk.

A febbraio 2019, la capacità fotovoltaica installata negl’impianti Tesla era pari a 3,5GW per una potenza complessiva generata di 13,25 TWh, oltre il doppio dei 5,26 TWh consumati in fase di ricarica dalle 3 vetture di punta dell’azienda americana, i modelli S, X e la Tesla Model 3, da poco lanciata sul mercato.

L’azienda statunitense calcola che nei 35 anni di vita media degli impianti installati, i pannelli fotovoltaici genereranno 86,5 TWh di energia, pari al consumo di almeno 10 anni della città di Washington DC o a quello semestrale dell’intera Australia.

Importante anche l’impatto sulle emissioni: le 550 mila vetture vendute da Tesla avrebbero percorso oltre 10 miliardi di miglia equivalenti a più di 4 milioni di metri cubi di CO2 in meno rilasciata nell’atmosfera.

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Il report illustra i raggiungimenti della produzione di veicoli, ma punta forte soprattutto sulla rete di ricarica sviluppata da Tesla che, al momento, avrebbe erogato quasi 600 GWh di energia, pari a oltre 75 milioni di galloni di benzina. L’investimento nella rete, infatti, risulta particolarmente utile in occasione di calamità naturali, come nel caso dell’uragano Maria che colpì Porto Rico nel settembre 2017 dove Tesla ha costruito un impianto di stoccaggio combinato a impianti fotovoltaici capace di alimentare 660 località su tutta l’isola.

O ancora per garantire energia in regioni affette da periodici blackout, come il Sud Australia, dove Tesla ha costruito la più grande batteria agli ioni di litio del mondo: un sistema da 100/129 MWh collegato con il vicino impianto eolico di Neoen Hornsdale, realizzato in appena 100 giorni.

Soluzioni particolarmente interessanti per quelle comunità isolate che non hanno accesso continuo alla rete elettrica come ad esempio l’isola di Ta’u, nelle Samoa americane, dove l’azienda di Elon Musk ha installato 5.300 moduli fotovoltaici collegati a 60 sistemi di stoccaggio. Una rete che consente agli abitanti dell’isola di sfruttare energia 100% rinnovabile anche per 3 giorni consecutivi di maltempo e assenza di sole, con un risparmio pari a circa 110 mila galloni di diesel annui.

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C’è ancora da lavorare. Il report ammette che la produzione di tesla non sia a zero emissioni: tra comparto produttivo, rete di ricarica e consumo d’energia, Tesla emette 282 mila tonnellate di CO2 annue. Un dato che l’azienda punta a comprimere anche grazie alla realizzazione della prima Gigafactory, in Cina, che sarà dotata di un tetto solare da 200 mila moduli fotovoltaici.

Impegno simile anche per quanto riguarda le materie prime necessarie alla costruzione di batterie: Tesla ha annunciato l’intenzione di diminuire le quote di cobalto, la cui estrazione spesso avviene in zone del mondo sottosviluppate e con scarso controllo ambientale e sociale, con l’obiettivo di eliminarlo completamente nel prossimo futuro.

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