Cura del ferro per le città italiane: come aumentare i trasporti su rotaia

Legambiente analizza l’offerta di trasporto nelle principali città italiane, per tracciare le priorità di investimento necessarie a raddoppiare al 2030 il numero di persone che si sposta a emissioni zero

trasporti su rotaia
Credit: Luigi Chiesa – (CC BY 3.0)

 

 

Necessari 5 miliardi di euro in dieci anni rendere i trasporti su rotaia parte integrante degli obiettivi climatici 2030

(Rinnovabili.it) – Per raggiungere gli obiettivi climatici del 2030 e puntare alle zero emissioni prima della metà del secolo, è necessario accelerare la decarbonizzazione dei trasporti. In questo contesto, una mano a tracciare la strada la fornisce il nuovo rapporto di Legambiente, intitolato Una cura del ferro per le città italiane e realizzato con il contributo di Hitachi Rail SpA. Il documento passa al setaccio l’attuale offerta di treni, tram e metropolitane  in Italia, tracciando le priorità di investimento necessarie per rafforzare i trasporti su rotaia, aiutando le città a liberarsi da traffico e inquinamento.

 

“Il nostro studio – spiega Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – è il primo che prova a ragionare su come cambiare l’offerta di mobilità al 2030 perché sia davvero competitiva nei confronti degli spostamenti in auto. Per riuscirci occorre arrivare a frequenze di passaggio dei treni come nelle città europee, e intorno a queste linee di ferrovie regionali, metropolitane e di tram ripensare l’offerta di trasporto pubblico locale e integrare i servizi di sharing mobility e rendere sicuri i percorsi in bici, a piedi, con i monopattini”. 

 

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Gli autori hanno individuato le principali linee di domanda negli spostamenti urbani ed extraurbani nell’ambito del trasporto su ferro con l’obiettivo di potenziare le frequenze e portarle a ogni 3-4 minuti per le metropolitane in servizio nelle grandi città e ogni 8-15 minuti nelle linee regionali più frequentate dai pendolari, ma anche di ridurre i tempi di attesa delle linee di tram. Per calcolare il numero di treni necessari si è partiti dall’analisi del parco in circolazione. Il dato positivo è che il nostro Paese sta già investendo nell’acquisto di nuovi convogli con investimenti da parte dello Stato, di Trenitalia, delle Regioni, che hanno permesso di ridurre l’età media dei treni regionali a 15,4 anni (era 18,6 nel 2016).

 

Per realizzare il salto di qualità nell’offerta – si legge nel report – si dovrebbe passare da 2.880 treni in circolazione sulle 42 linee regionali italiane individuate a 3.630; per le 5 linee di metropolitana da 484 treni a 620 ed infine per i tram dai 1.051 attuali a 1.300.

La stima dei costi per l’acquisto o in parte il revamping dei mezzi è di 5 miliardi di euro in dieci anni. “Si tratta – sottolinea Zanchini – di investimenti assolutamente alla portata del nostro Paese e che devono entrare come priorità del programma degli investimenti verdi di cui si parla in questi giorni alla Commissione Europea e a Palazzo Chigi. Quello che proponiamo è un grande piano industriale per l’ambiente, capace di liberare le nostre città da traffico e inquinamento, aiutando il clima del Pianeta e rilanciando il lavoro in Italia”.

 

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