T&E: l’UE deve ritirare la licenza di inquinare data all’industria auto

Le nuove prove del Centro Comune di Ricerca smentiscono le case automobilistiche: le apparecchiature portatili per la misura delle emissioni sono affidabili e non vi è alcun motivo, pertanto, di alzare il limite degli NOx durante i test di omologazione

licenza di inquinare
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(Rinnovabili.it) – La “licenza di inquinare” concessa all’industria automobilistica durante i test emissivi in guida reale è sbagliata e dovrebbe essere gradualmente rimossa. Questa la richiesta che fa Transport & Environment (T&E) all’indomani della pubblicazione di un atteso report del Centro Comune di Ricerca- JRC. L’istituto, braccio scientifico della Commissione Europea, ha preso in mano una spinosa questione, ossia l’affidabilità o meno dei sistemi portatili di misurazione delle emissioni (PEMS) usati nei test su strada. Ma prima di capire cosa ci sia scritto nel documento e perché sia importante, è necessario fare qualche passo indietro.

 

Nel 2016, i governi dell’UE e la Commissione europea avevano deciso a porte chiuse, senza consultare gli eurodeputati, che le auto avrebbero potuto emettere il 50% di ossidi di azoto (di NOx) in più rispetto al limite, durante le prove su strada previste dal nuovo ciclo di omologazione Real Driving Emission (RDE). Perché? Perché le apparecchiature di misurazione portatili, le cosiddette PEMS, erano ritenute “inaccurate”.

Si tratta di dispositivi montati a bordo dei veicoli leggeri, che permettono di registrare le emissioni in tempo reale, sfruttando anche il Gps e una connessione diretta a network di dati condivisi.

 

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La Corte di giustizia europea ha richiamato l’esecutivo su questa decisione, ritenendo illegale l’esclusione dell’Europarlamento. Bruxelles si è appellata contro la sentenza, annunciando che avrebbe semplicemente proposto gli stessi limiti di NOx in una diversa procedura legislativa. Ma stavolta prendendo in considerazione anche la posizione di Straburgo. Parallelamente ha incaricato il Centro di Ricerca di effettuare uno studio su questa presunta inaffidabilità.

Arriviamo così ad oggi e al nuovo rapporto: le prove confermano che le apparecchiature portatili sono sicure e stanno migliorando continuamente e che il divario tra test di laboratorio e prove su strada, nel peggiore dei casi, non supera il 32 per cento. Peccato che i risultati siano arrivati piuttosto tardi nel processo legislativo e non è detto che gli eurodeputati facciano in tempo a integrarlo nella loro posizione.

Lo studio, sottolinea T&E, era previsto mesi fa, ma è stato ritardato a causa delle richieste da parte dei produttori auto di ulteriori test.

“A causa delle pressioni dell’industria automobilistica, – ha affermato Jens Müller, responsabile della sezione Qualità dell’aria presso T&E – la ricerca arriva all’ultimo momento possibile. I risultati mostrano chiaramente che i test sulle emissioni nella guida reale sono accurati e non dovrebbe esserci una ‘licenza di inquinamento’ per le case automobilistiche. I legislatori hanno bisogno di eliminarlo ora”.

 

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