Auto a fine vita: la best practice coreana

Il centro di ricerca di Hyundai e Kia oltre a testare i metodi per il corretto smaltimento delle auto giunte a fine vita, fornice il supporto tecnologico per la progettazione di veicoli “recycle-friendly”

auto-a-fine-vita-kia(Rinnovabili.it) – Rigenerare le auto a fine vita oppure procedere a un loro corretto smaltimento. E’ questa la mission dell’Automobile Resource Regeneration Center, il centro di ricerca in cui Hyundai e Kia testano i metodi per lo smaltimento dei veicoli giunti alla fine del loro ciclo di vita. Istituito nel 2005, il Centro ha una capacità di lavorazione annua di circa 4.000 unità e fornisce il supporto tecnologico per la progettazione di veicoli “recycle friendly”, provvedendo al contempo alla messa a punto di tecnologie di riciclo capaci di ridurre gli sprechi e migliorare l’intero processo di smaltimento delle auto a fine vita. Perfettamente allineati con quelli che sono gli standard normativi internazionali, le due case automobilistiche puntano a raggiungere una quota del 95% di riciclo dei materiali recuperati dai veicoli dismessi. Per raggiungere l’obiettivo, se da una parte l’impianto si concentra sul trattamento dei residui di frantumazione delle automobili (il cosiddetto Automobile Shredder Residue) e il recupero dei pezzi dell’auto che possono trovare una seconda vita, dall’altra sta anche testando tecnologie per recuperare e smaltire i refrigeranti dei condizionatori d’aria e altre sostanze pericolose. Grazie a un sistema messo a punto ad hoc, tutta la sequenza di elaborazione delle auto a fine vita viene monitorata in tempo reale.

 

Il Centro intende anche sostenere le piccole e medie imprese che potrebbero avere difficoltà a sviluppare tecnologie di rottamazione proprie. Per questo ha costruito una rete di cooperazione tra tutti gli operatori del settore coreani con l’obiettivo di fornire loro la tecnologia e il know – how necessari alla creazione di standard di trattamento per lo smantellamento e lo smaltimento delle auto a fine vita. Adesso i prossimi passi si concentreranno su quel 5% dell’auto che oggi ancora non si riesce a recuperare, fatto di cablaggi, imbottitura dei sedili e vetro, un materiale che ancora è troppo anti-economico recuperare.

 

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