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Al via Bicincittà 2009

Ritorna l'iniziativa Uisp patrocinata dal Comune per promuovere e sostenere una cultura diversa di mobilità.

Cosa riunisce velocità, praticità e rispetto dell’ambiente? La bicicletta, protagonista dell’iniziativa Bicincittà 2009, iniziativa Uisp patrocinata dal Comune di Parma e rivolta ai cittadini ed alle amministrazioni locali per promuovere e sostenere una cultura diversa di mobilità, in alternativa all’auto.
L’appuntamento è per domenica 17 maggio, giorno in cui torna Bicincittà, la pedalata per tutti che si snoda lungo le vie delle nostre città, organizzata a livello nazionale dalla Uisp e che si svolge in contemporanea in oltre 150 città italiane.
Il ritrovo è in Cittadella dove dalle 9.15 alle 9.45 verranno effettuate le iscrizioni e il concentramento di tutti i partecipanti compresi gli illustri ospiti del mondo culturale, politico e sportivo di Parma. A partire poi dalle 9.45 il gruppo pilotato dalle guide Uisp partirà per percorrere un tragitta di dieci km ad andatura turistica che porterà i ciclisti lungo le strade più significative del centro.
Il percorso si snoda dalla Cittadella, Via Frugoni, Via Duca Alessandro, Viale San Martino, Viale Rustici, Ponte Dattaro, Via Po, Via Varese, Viale Maria Luigia, piazzale Rondani, via Nino Bixio, viale Vittoria, via della Salute, Borgo San Giuseppe, via Imbriani, via D’Azeglio (4,7 km), viale Pasini, viale Piacenza, Strada Fonderie, Ponte Verdi, viale Mariotti, via Mazzini, piazza Garibaldi, via Repubblica, via San Michele, via Pellacani, via Rimembranze, via Passo Buole.
Si ritorna infine in cittadella sotto gli occhi attenti e vigili del servizio di sicurezza dell’organizzazione con la supervisione della Polizia Municipale. Il ritorno è previsto per 11 in Cittadella dove sarà attivato un punto ristoro per tutti. Infine una cerimonia conclusiva con interviste ai personaggi presenti e alle personalità intervenute, alle quali saranno consegnati gagliardetti e oggetti griffati Uisp.
Ci saranno le premiazioni dei gruppi più numerosi di famiglie, amici, arti o mestieri, sportivi, segnalati al momento delle iscrizioni, e premi sorteggio.
Come sempre Uisp ha un occhio di riguarda verso l’ambiente e la sicurezza. E il tema trainante sarà ancora proprio la sicurezza dei ciclisti, dei percorsi in modo da facilitare l’utilizzo di un mezzo sostenibile come la bicicletta, sia in termini pratici nei parcheggi ed economici nei costi di gestione, che come aspetto ambientale che premia l’utilizzo della bici a pedali, spinta con il solo ausilio delle nostre forze, che non inquina mai e non ha bisogno di ricariche energetiche.
Analizzando il contesto soprattutto delle città, ci si rende conto che stiamo vivendo una vera e propria emergenza ambientale, e con questo progetto Uisp vuole essere un riferimento valido e propositivo per stimolare una progettualità a favore della mobilità alternativa che può realizzarsi anche attraverso la costruzione di piste ciclabili ed efficaci, con due vincoli fondamentali: praticità (non relegare le piste in luoghi o percorsi impossibili da utilizzare per dimensioni o pavimentazione) e sicurezza.
Non solo, non dimentichiamo che se fare movimento fa bene alla salute, allora la bicicletta contribuisce al benessere fisico, rompendo la sedentarietà che ci accompagna nel quotidiano.
La salute va anche tutelata nella scelta degli spazi da destinare alle piste ciclabili che devono abbattere le camere a gas che oggi caratterizzano le arterie delle città. È fondamentale disegnare le nuove piste ciclabili al riparo dai gas di scarico e dai pericoli del traffico. Il riferimento è rivolto ai tecnici che progettano e progetteranno nuovi quartieri, ai progetti di riuso di vecchie strade e alla riorganizzazione di vecchi quartieri.
Questo è il messaggio di Bicincittà, manifestazione che si avvale del patrocinio del Comune di Parma, per rivendicare i diritti di tanti cittadini che reclamano aria più pulita, andare in bici in sicurezza, muoversi rapidamente e raggiungere facilmente luoghi difficili da raggiungere in altri modi.

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Rinnovabili • Batterie al sodio allo stato solido

Batterie al sodio allo stato solido, verso la produzione di massa

Grazie ad un nuovo processo sintetico è stato creato un elettrolita di solfuro solido dotato della più alta conduttività per gli ioni di sodio più alta mai registrata. Circa 10 volte superiore a quella richiesta per l'uso pratico

Batterie al sodio allo stato solido
via Depositphotos

Batterie al Sodio allo Stato Solido più facili da Produrre

La batterie allo stato solido incarnano a tutti gli effetti il nuovo mega trend dell’accumulo elettrochimico. E mentre diverse aziende automobilistiche tentano di applicare questa tecnologia agli ioni di litio, c’è chi sta percorrendo strade parallele. É il caso di alcuni ingegneri dell’Università Metropolitana di Osaka, in Giappone. Qui i professori Osaka Atsushi Sakuda e Akitoshi Hayash hanno guidato un gruppo di ricerca nella realizzazione di batterie al sodio allo stato solido attraverso un innovativo processo di sintesi.

Batterie a Ioni Sodio, nuova Frontiera dell’Accumulo

Le batterie al sodio (conosciute erroneamente anche come batterie al sale) hanno conquistato negli ultimi anni parecchia attenzione da parte del mondo scientifico e industriale. L’abbondanza e la facilità di reperimento di questo metallo alcalino ne fanno un concorrente di primo livello dei confronti del litio. Inoltre l’impegno costante sul fronte delle prestazioni sta portando al superamento di alcuni svantaggi intrinseci, come la minore capacità. L’ultimo traguardo raggiunto in questo campo appartiene ad una ricerca cinese che ha realizzato un unità senza anodo con una densità di energia superiore ai 200 Wh/kg.

Integrare questa tecnologia con l’impiego di elettroliti solidi potrebbe teoricamente dare un’ulteriore boost alla densità energetica e migliorare i cicli di carica-scarica (nota dolente per le tradizionali batterie agli ioni di sodio). Quale elettrolita impiegare in questo caso? Quelli di solfuro rappresentano una scelta interessante grazie alla loro elevata conduttività ionica e lavorabilità. Peccato che la sintesi degli elettroliti solforati non sia così semplice e controllabile. Il che si traduce in un’elevata barriera per la produzione commerciale delle batterie al sodio allo stato solido.

Un Flusso di Polisolfuro reattivo

É qui che si inserisce il lavoro del team di Sakuda a Hayash. Gli ingegneri hanno messo a punto un processo sintetico che impiega sali fusi di polisolfuro reattivo per sviluppare elettroliti solidi solforati. Nel dettaglio utilizzando il flusso di polisolfuro Na2Sx come reagente stechiometrico, i ricercatori hanno sintetizzato due elettroliti di solfuri di sodio dalle caratteristiche distintive, uno dotato della conduttività degli ioni di sodio più alta al mondo (circa 10 volte superiore a quella richiesta per l’uso pratico) e uno vetroso con elevata resistenza alla riduzione.

Questo processo è utile per la produzione di quasi tutti i materiali solforati contenenti sodio, compresi elettroliti solidi e materiali attivi per elettrodi“, ha affermato il professor Sakuda. “Inoltre, rispetto ai metodi convenzionali, rende più semplice ottenere composti che mostrano prestazioni più elevate, quindi crediamo che diventerà una metodologia mainstream per il futuro sviluppo di materiali per batterie al sodio completamente allo stato solido“.  I risultati sono stati pubblicati su Energy Storage Materials and Inorganic Chemistry .

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


Rinnovabili • fotovoltaico materiale quantistico

Fotovoltaico, ecco il materiale quantistico con un’efficienza del 190%

Un gruppo di scienziati della Lehigh University ha sviluppato un materiale dotato di una efficienza quantistica esterna di 90 punti percentuali sopra quella delle celle solari tradizionali

fotovoltaico materiale quantistico
via Depositphotos

Nuovo materiale quantistico con un assorbimento solare medio dell’80%

Atomi di rame inseriti tra strati bidimensionali di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. Questa la ricetta messa a punto dai fisici Srihari Kastuar e Chinedu Ekuma nei laboratori della Lehigh University, negli Stati Uniti, per dare una svecchiata alla prestazioni delle celle solari. Il duo di ricercatori ha così creato un nuovo materiale quantistico dalle interessanti proprietà fotovoltaiche. Impiegato come strato attivo in una cella prototipo, infatti, il nuovo materiale ha mostrato un assorbimento solare medio dell’80%, un alto tasso di generazione di portatori fotoeccitati e un’efficienza quantistica esterna (EQE) record del 190%. Secondo gli scienziati il risultato raggiunto supera di gran lunga il limite teorico di efficienza di Shockley-Queisser per i materiali a base di silicio e spinge il campo dei materiali quantistici per il fotovoltaico a nuovi livelli. 

leggi anche Fotovoltaico in perovskite, i punti quantici raggiungono un’efficienza record

L’efficienza quantistica esterna

Tocca fare una precisazione. L’efficienza quantistica esterna non va confusa con l’efficienza di conversione, il dato più celebre quando si parla di prestazioni solari. L’EQE rappresenta il rapporto tra il numero di elettroni che danno luogo a una corrente in un circuito esterno e il numero di fotoni incidenti ad una precisa lunghezza d’onda

Nelle celle solari tradizionali, l’EQE massimo è del 100%, tuttavia negli ultimi anni alcuni materiali e configurazioni avanzate hanno dimostrato la capacità di generare e raccogliere più di un elettrone da ogni fotone ad alta energia incidente, per un efficienza quantistica esterna superiore al 100%. Il risultato di Kastua e Ekuma, però, rappresenta un unicum nel settore.

Celle solari a banda intermedia

Per il loro lavoro due fisici sono partiti da un campo particolare della ricerca fotovoltaica. Parliamo delle celle solari a banda intermedia (IBSC – Intermediate Band Solar Cells), una tecnologia emergente che ha il potenziale per rivoluzionare la produzione di energia pulita. In questi sistemi la radiazione solare può eccitare i portatori dalla banda di valenza a quella di conduzione, oltre che direttamente, anche in maniera graduale. Come?  “Passando” per l’appunto attraverso stati di una banda intermedia, livelli energetici specifici posizionati all’interno della struttura elettronica di un materiale creato ad hoc. “Ciò consente a un singolo fotone di provocare generazioni multiple di eccitoni attraverso un processo di assorbimento in due fasi“, scrivono i due ricercatori sulla rivista Science Advances.

Nel nuovo materiale quantistico creato dagli scienziati della Lehigh University questi stati hanno livelli di energia all’interno dei gap di sottobanda ideali. Una volta testato all’interno di una cella fotovoltaica prototipale il materiale ha mostrato di poter migliorare l’assorbimento e la generazione di portatori nella gamma dello spettro dal vicino infrarosso alla luce visibile. 

La rivoluzione dei materiali quantistici

Il duo ha sviluppato il nuovo materiale sfruttando i “gap di van der Waals”, spazi atomicamente piccoli tra materiali bidimensionali stratificati. Questi spazi possono confinare molecole o ioni e gli scienziati dei materiali li usano comunemente per inserire, o “intercalare”, altri elementi per ottimizzare le proprietà dei materiali. Per la precisione hanno inserito atomi di rame tra strati di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. “Rappresenta un candidato promettente per lo sviluppo di celle solari ad alta efficienza di prossima generazione – ha sottolineato Ekuma – che svolgeranno un ruolo cruciale nell’affrontare il fabbisogno energetico globale“.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.