Saranno presentate ad “Energethica” le ultime innovazioni scientifiche del consiglio Nazionale delle Ricerche. Un impianto pilota per la produzione di idrogeno da batteri di origine vulcanica e i primi prototipi di alimentatori per telefoni mobili costituiti da celle a combustibile a idrogeno o alcol
Dal 6 all’8 marzo si terrà a Genova “Energethica” un ampio evento per lo sviluppo del settore delle energie provenienti da fonti rinnovabili e dell’energia sostenibile. Nell’ambito della fiera, a presentare le ultime novità nel campo della tecnologia dell’idrogeno sarà il Cnr, il Centro Nazionale delle Ricerche. I ricercatori dell’Istituto di chimica biomolecolare (Icb) del Cnr di Pozzuoli (Na) illustreranno un impianto pilota per la produzione del gas a partire dal batterio Thermotoga neapolitana, un microrganismo marino isolato da fumarole a largo di Pozzuoli, in grado di sopravvivere a temperature molto alte. “Il ciclo di crescita (24 ore) in terreno di scarto miscelato con sali minerali, vitamine, proteine e zuccheri – spiegano i ricercatori – permette l’uso dei derivati di rifiuti organici come materiale di partenza, contribuendo a risolvere lo smaltimento in maniera diretta ed ecocompatibile. Inoltre, la biomassa può essere utilizzata per produrre biomolecole utili all’industria farmaceutica”. E l’idrogeno così ottenuto, potrà essere utilizzato per la produzione in energia elettrica attraverso le nuove celle a combustibile predisposte dall’Istituto di chimica dei composti organometallici di Sesto Fiorentino, che “contengono catalizzatori nanostrutturati a base di metalli di più facile reperibilità rispetto al platino, che consentono di ottenere energia non solo da idrogeno ma anche da biocombustibili rinnovabili”. L’Iccom-Cnr, con l’occasione presenterà anche un prototipo sperimentale di un alimentatore per cellulari costituito da fuel cells ad alcol etilico o glicerolo di origine vegetale, frutto della collaborazione con l’Azienda Acta Spa. L’Istituto dei sistemi complessi (Isc) del Cnr di Sesto fiorentino presenterà i risultati del lavoro sui clatrati-idrati come modalità per stoccare la maggior quantità possibile di gas. “L’idrogeno, in forma molecolare, – spiega Lorenzo Ulivi, ricercatore Isc-Cnr – è intrappolato in ‘gabbie’ di ghiaccio (a circa-140 ºC) di dimensioni nanometriche, e resta all’interno del composto fintanto che la temperatura resta bassa”.