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Dal 13/07/07 al 19/07/07

h4. Posate “usa e getta” alla fecola di patate

_Da oggi piatti e posate dei nostri pic-nic potrebbero trasformarsi in foraggio per il bestiame, grazie all’utilizzo della fecola di patate per la produzione di un nuovo tipo di bioplastica_

19/07/07 – Olanda – Una nuova linea di posate di plastica prodotte dall’azienda olandese De Ster usa la fecola di patate come polimero di base, sostituendo la plastica come elemento prevalente. Questo progetto è il risultato della collaborazione fra la ditta tedesca BIOTEC (materie prime) ed il fornitore olandese di utensileria di plastica usa e getta, che distribuisce i propri prodotti in tutto il mondo, la De Ster appunto. Si può dire che sia la prima volta in assoluto che la plastica derivata dalle patate viene usata in un prodotto che sostituisce la plastica convenzionale a tutti gli effetti. La fecola di patate è un biopolimero che presenta le stesse proprietà della plastica convenzionale. Nel processo di produzione il materiale può essere lavorato come fosse plastica, e sottoposto alle normali tecniche di modellazione. Questi utensili composti da materiale totalmente biodegradabile, poiché derivante da una materia prima agricola, sono completamente riutilizzabili e riciclabili sotto altre forme. E’ attualmente in fase di studio infatti una nuova generazione di biopolimeri che possono essere recuperati per costituire foraggio per il bestiame. Ma non finisce qui, perché per dare maggiore risalto all’operazione, De Ster ha sostituito gli articoli di plastica dal design standard con un prodotto ergonomico, high-tech, di alto livello di progettazione, per rendere immediatamente identificabili questi nuovi oggetti di bio-design.(Fonte EcoGeek)

h4. Pannelli solari a costo zero!

_In futuro gli impianti ad energia solare “fai-da-te” direttamente dalle stampanti inkjet di casa, grazie ad un processo economico per produrre pannelli solari_

19/07/07 – Newark, New Jersey – I ricercatori dell’Istituto di Tecnologia del New Jersey (NJIT) hanno sviluppato una cella solare economica che può essere verniciata o stampata su fogli di plastica flessibile. “Il processo è semplice”, spiega il ricercatore Somenath Mitra, professore al Dipartimento di Chimica e Scienze Ambientali al NJIT. “In futuro i privati cittadini potranno addirittura stampare autonomamente i fogli plastici di queste celle solari con semplici ed economiche stampanti domestiche a getto d’inchiostro. I consumatori potranno così posizionare il prodotto finito su una parete, su un tetto o su un tabellone pubblicitario, costruendosi vere e proprie centrali elettriche “fai-da-te”. “Sviluppare la ricerca e la produzione delle celle fotovoltaiche organiche a partire dai polimeri è relativamente poco costoso e costituisce l’alternativa più semplice al fotovoltaico convenzionale”, afferma Mitra, che prosegue: “Immaginatevi un giorno di poter guidare la vostra automobile ibrida munita di un modulo solare semplicemente verniciato sul tettuccio, che produce elettricità per alimentare il motore”. Le occasioni sono pressoché infinite e il formato di questo nuovo tipo di cella e dei pannelli varia secondo l’estensione della superficie a disposizione e il tipo di utilizzo. Le celle possono variare da 1 millimetro a diversi centimetri, inoltre i pannelli non hanno limiti di formato, visto il tipo di tecnologia utilizzata per produrli e la diversità dei supporti sui quali possono essere applicati. La cella solare sviluppata nei laboratori del NJIT utilizza un complesso sistema di nanotubi di carbonio con una configurazione molecolare cilindrica. Nonostante le dimensioni di questi nanotubi siano 50.000 volte più piccole dei capelli umani, un singolo nanotubo riesce a condurre l’energia elettrica in modo più efficiente rispetto ai fili in rame di un impianto tradizionale. Mitra, insieme al suo gruppo di ricerca, ha utilizzato i nanotubi di carbonio e li ha uniti con molecole molto più piccole di un altro composto naturale del carbonio stesso, conosciuto come fullerene, per costruire una struttura a “serpente”. Le molecole di fullerene intrappolano gli elettroni e non li fanno disperdere. La radiazione solare eccita i polimeri, provocando la cattura degli elettroni da parte dei Buckyballs (altro nome per le molecole di fullerene). I nanotubi, a questo punto, si comportano come i cavi di rame e conducono corrente elettrica. “Utilizzando questa combinazione organica della cella solare si riesce ad aumentare l’efficienza delle celle, incluse quelle adesive o plastiche”, dice Mitra. Ci si aspetta che in un prossimo futuro questo particolare modo di produrre celle fotovoltaiche economiche divenga una valida alternativa alla produzione di energia elettrica a livello domestico in tutto il mondo. (Fonte Science Daily)

h4. Turbina eolica volante

_Sembra un aquilone sospeso a mezz’aria, in realtà si tratta di una turbina eolica a quattro rotori per medie altitudini_

18/07/07 – San Diego, California – Quattro rotori ad asse verticale, posizionati alle estremità di una struttura a forma di H, bastano per far decollare da terra questo nuovo tipo di generatore volante di elettricità come se fosse un elicottero. L’altitudine alla quale viene fatto lavorare questo dispositivo oscilla tra i 15.000 e i 30.000 piedi (da 4500 a 9000 metri di quota) e l’elettricità prodotta viene trasmessa al suolo attraverso cavi di alluminio collegati alla struttura stessa dell’aquilone. La Sky WindPower, che ha ideato questo progetto, ne ha realizzato un prototipo come oggetto di studio, e spera che nel futuro sarà possibile realizzare intere fattorie volanti. Le turbine sono costruite con materiali solitamente utilizzato per gli aerei, ogni rotore ha un diametro di 130 piedi (circa 40 metri) e pesa 45.000 libbre (circa 20.000 kg). Il sistema funzionerebbe come gli elicotteri in fase di decollo, alimentato al suolo da una stazione di controllo che fungerebbe da centrale di stoccaggio dell’energia. Inoltre alcuni stabilizzatori verticali inseriti nel dispositivo inclinano la piattaforma per ottimizzare la captazione del vento in qualsiasi condizione di velocità, direzione di provenienza e intensità. La compagnia canadese Magenn Power ha già sviluppato un sistema chiamato Air Rotor System (M.A.R.S.), un generatore eolico che ruota attorno ad un asse orizzontale e produce elettricità che può essere immagazzinata in batterie o immediatamente disponibile all’utilizzo. I rotori M.A.R.S. lavorano a quote più basse rispetto allo Sky WindPower, ovvero tra i 180 e i 300 metri, e con velocità del vento tra le 4 le 60 miglia orarie. Un’altra brillante idea viene da un progetto ideato e sviluppato dal Dott. Wubbo Ockels dell’Università di Tecnologia di Delft, nei Paesi Bassi. Il progetto, denominato Laddermill, prevede una serie di cosiddetti “kitewings”, rotori collegati in serie come paracaduti ad un’altezza di 9000 metri, che generano elettricità poi convogliata a terra da un unico cavo. Le idee non mancano e la corsa all’eolico spinge le aziende ad investire sulla creatività dei ricercatori e su un livello tecnologico molto alto. L’unico problema che ancora sussiste è ovviamente quello legato ai costi ed alla commercializzazione di quei progetti che già esistono, ma che sono ancora al livello di prototipo.(Fonte Inhabitat)

h4. Marciapiedi “verdi” contro lo smog

_Nel comune di Signa (Firenze) andare a piedi d’ora in poi sarà ancora più ambientalmente sostenibile, grazie ai marciapiedi mangiasmog al biossido di titanio_

17/07/07 – Signa – Il sindaco del comune fiorentino di Signa, Florestano Bitossi, ha annunciato l’utilizzo di un materiale innovativo per migliorare la qualità dell’aria della cittadina. Si tratta di un marciapiede a base di biossido di titanio (TiO2), che promette di liberare l’aria delle città dagli agenti inquinanti prodotti principalmente dalle automobili, come il benzene e gli ossidi di azoto e zolfo. Ciò è reso possibile dalla particolare proprietà del TiO2 che, funzionando da catalizzatore, induce alcune reazioni fitochimiche che trasformano in polveri inerti gli inquinanti sopradescritti, che in questo modo perdono la loro valenza tossica e vengono dilavati dalle piogge. Le caratteristiche del biossido di titanio non diminuiscono nel tempo, poiché agisce da catalizzatore e non da reagente. Come facilmente prevedibile il marciapiede mangiasmog costerà più di quelli convenzionali, circa il 10%, ma i benefici e il ruolo ambientale rivestito ripagano in pieno l’investimento, tanto che il sindaco di Signa ha già previsto di poter utilizzare il calcestruzzo addittivato di TiO2 anche nell’edilizia, ovvero per facciate e coperture di edifici pubblici e privati. (Fonte Ecoblog)

h4. Automobili più sostenibili

_Grazie alla tecnologia di NOx Storage Reduction (NSR) la nuova marmitta catalitica promette una netta riduzione di emissione di gas nocivi dalle nostre automobili_

16/07/07 – Amsterdam, Olanda – La ricercatrice olandese Karen Scholz ha studiato le proprietà di un tipo nuovo di marmitta catalitica per le automobili, nella quale il carburante è alternativamente bruciato nel motore sia in condizioni ricche di ossigeno, sia in condizioni ricche di carburante. Ridurre l’emissione di ossido di azoto (NOx) emesso dai motori a benzina e diesel è una delle principali sfide da affrontare, coadiuvata dall’introduzione di normative nella legislazione attuale in materia ambientale, che richiede delle condizioni avanzate per ridurre le emissione di gas dannosi dalle automobili. Questi motori economici producono fumi esausti che sono particolarmente ricchi di ossigeno e quindi la marmitta catalitica convenzionale trilaterale non è conveniente per convertire gli NOx generati in azoto. La tendenza attuale è quindi aggiungere componenti specifici come il bario alla marmitta catalitica per immagazzinare gli NOx. Nei motori scoperti dalla Scholz, durante il periodo in cui nel motore si ha la condizione ricca di ossigeno, gli NOx generati sono immagazzinati nei componenti di bario. Quando questo componente si satura il catalizzatore viene rigenerato. Questo succede durante il periodo “breve” ricco di carburante, quando il gas prodotto è ricco di ossigeno. Gli NOx immagazzinati vengono rilasciati e ridotti in componenti di azoto grazie ad un metallo prezioso come il platino. La Scholz ha studiato questo meccanismo di “cattura” degli NOx per capire meglio come funziona il componente per lo stoccaggio durante i due periodi, prima quello ricco di ossigeno, poi quello ricco di carburante. Ha studiato il comportamento del catalizzatore, incluse l’analisi dell’interazione del bario nella marmitta catalitica, l’effetto della presenza di anidride carbonica e di acqua, oltre all’effetto di agenti come il monossido di carbonio, l’idrogeno e l’etilene sulla “cattura” degli NOx. La Scholz ha inoltre elaborato un modello matematico che descrive le varie reazioni chimiche che avvengono nella marmitta catalitica. Usando questo modello, un sistema di regolazione all’interno del motore dell’automobile può determinare quando viene raggiunta la capacità massima di catalizzazione dei NOx, a cui fa seguito una maggiore durata del carburante introdotto per rigenerare il catalizzatore. La ricerca ha coinvolto diversi nomi dell’industria automobilistica, meccanica e petrolifera, tra i quali Peugeot Citroen, Toyota, Ford, Shell.(Fonte Energy Daily)

h4. Nella cattura del carbonio…usiamo il cervello!

_Un neuroscienziato americano ha scoperto che un enzima del cervello umano agisce da perfetto catalita nella scissione del carbonio dai gas presenti in natura_

15/07/07 – Los Angeles – Michael Trachtenberg, neuroscienziato fondatore e direttore generale di Carbozyme Inc. (società del New Jersey), ha scoperto di poter utilizzare un enzima che si trova comunemente nel cervello umano come elemento base per una tecnologia che riuscirebbe a scindere l’anidride carbonica da diverse miscele di gas che hanno un importante ruolo ambientale ed energetico. L’enzima sarebbe presente in una membrana specificatamente adibita alla conversione dell’anidride carbonica. Il liquido presente nella membrana agisce in modo energeticamente molto efficiente nella separazione dei gas, consentendone una netta separazione dall’anidride carbonica, e assicurandone quindi la “cattura”. Ovviamente, nel dispositivo elaborato dal neuriscienziato, non vengono impiegati prodotti chimici pericolosi e si può operare a temperature e pressioni moderate. Secondo Trachtenberg, la tecnologia potrebbe essere applicata per trattare i carburanti come l’olio, il carbone ed il gas metano. Questa ricerca, singolare e senza precedenti, è stata generosamente finanziata dal Ministero Americano per l’Energia con circa 7,4 milioni di dollari, ed è risultata fondamentale per una ulteriore spinta verso lo studio e l’avvio di numerosi altri progetti, al fine di migliorare il sistema di cattura e di post-combustione del carbonio, dimostrandosi efficiente anche dal punto di vista dei costi, che sono risultati i più bassi di qualsiasi altro dispositivo simile oggi commercialmente disponibile.(Fonte TreHugger)

h4. Piante di bioetanolo

_Bioetanolo non più dallo zucchero delle piante ma direttamente dalla cellulosa permetterebbe l’utilizzo massivo di piante non commestibili_

14/07/07 – Georgia – Lo Stato della Georgia ha concesso alla Range Fuels un permesso per creare la prima pianta di etanolo cellulosica in America. L’etanolo cellulosico è l’etanolo che deriva dalla cellulosa delle piante invece che dallo zucchero. La maggior parte delle piante non ha molto zucchero, ma tutte hanno molta cellulosa. Utilizzando questo tipo di etanolo sarà possibile, invece di utilizzare raccolti di vegetali destinati alla produzione di cibo, come il granoturco e la canna da zucchero, per produrre carburante, sostituirli con qualsiasi tipo di prodotto vegetale, come l’erba falciata, le foglie o i pezzi di corteccia e di ramaglie degli alberi, gli scarti non commestibili del granoturco, ecc. Sfortunatamente ricavare etanolo dalla cellulosa è anche molto più difficile e costoso rispetto alla sua produzione dallo zucchero. Ma negli ultimi cinque anni un’intensa ricerca e un maggior investimento di capitali hanno cercato di risolvere al meglio questo problema, e ora si cominciano a vedere i primi risultati. L’etanolo ottenuto con questa modalità è altamente efficiente e ha un alto rendimento rispetto al contenuto energetico, infatti l’etanolo cellulosico può contenere fino a 16 volte più energia di quella richiesta per produrlo! Non solo, questo tipo di carburante contiene 5 volte più energia della benzina tradizionale, e l’etanolo ricavato dal granoturco contiene 1,3 volte l’energia richiesta per produrlo. I carburanti ottenuti con questa tecnologia saranno prodotti a partire da frammenti di legno, che contengono un’alto quantitativo di energia. Il progetto pilota, che sarà completato entro il 2008, sarà in grado di produrre oltre 100 milioni di galloni (circa 378 milioni di litri) di etanolo all’anno. Potrà questa tecnologia allontanare la fobia del temutissimo peak oil?(Fonte EcoGeek)

h4. Finalmente il caricabatterie fotovoltaico portatile!

_Dodici ore di esposizione alla piena luce del sole basteranno per ricaricare una batteria da 300 watt portatile inclusa nel dispositivo e pronta all’uso_

14/07/07 – U.S.A. – Fondamentalmente lo scopo di questo nuovo dispositivo è quello di rendere realmente portatili i nostri sistemi tecnologici come personal computer, telefoni cellulari, iPod, macchine fotografiche e videocamere, senza essere costretti a collegarsi alla rete elettrica e senza il peso di batterie enormi e difficilmente gestibili o con potenza troppo rispetto all’utilizzo. Il sistema è composto da una specie di stuoia munita di 0,557 metri quadrati di moduli solari fotovoltaici ed una batteria da 300 watt di potenza. Questa batteria può essere totalmente ricaricata con dodici ore di esposizione alla radiazione solare, mentre un computer portatile può in questo modo essere completamente ricaricato in sole cinque ore. L’intero dispositivo ha un costo di circa 500 dollari, anche se sia la batteria che i moduli solari possono essere acquistati separatamente. Con questo tipo di tecnologia è addirittura possibile caricare più dispositivi nello stesso tempo, aprendo il mercato ad una serie infinita di possibilità.(Fonte Gizmodo)

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Rinnovabili • Giornata mondiale della terra

Giornata mondiale della terra: cos’è e quando si festeggia?

Giornata della Terra: l'evento che ogni anno mobilita un miliardo di persone per la salvaguardia del Pianeta Terra. - Earth Day

Giornata (mondiale) della Terra

Giornata mondiale della terra
Giornata Mondiale della Terra

La Giornata Mondiale della Terra è una manifestazione internazionale per la sostenibilità ambientale e la salvaguardia del nostro pianeta.

Conosciuta nel mondo come Earth Day, la Giornata della Terra di aprile, è levento green che riesce a coinvolgere il maggior numero di persone in tutto il pianeta. Si calcola infatti che ogni anno, nel periodo dell’equinozio di primavera, si mobilitino circa un miliardo di persone.

Storia della Giornata Mondiale della Terra

L’Istituzione della Giornata mondiale della Terra si deve a John McConnell, un attivista per la pace che si era interessato anche all’ecologia: credeva che gli esseri umani abbiano l’obbligo di occuparsi della terra e condividere le risorse in maniera equa. Nell’ottobre del 1969, durante la Conferenza dell’UNESCO a San Francisco, McConnell propose una giornata per celebrare la vita e la bellezza della Terra e per promuovere la pace. Per lui la celebrazione della vita sulla Terra significava anche mettere in guardia tutti gli uomini sulla necessità di preservare e rinnovare gli equilibri ecologici minacciati, dai quali dipende tutta la vita sul pianeta.

La proposta ottenne un forte sostegno e fu seguita dal festeggiamento del “Giorno della Terra” della città di San Francisco: la prima celebrazione della Giornata della Terra fu il 21 marzo 1970. La proclamazione della Giorno della Terra ufficializzava, con un elenco di principi e responsabilità precise, un impegno a prendersi cura del Pianeta. Questo documento venne firmato da 36 leader mondiali, tra cui il Segretario generale delle Nazioni Unite U Thant, Margaret Mead, John Gardner e altri (L’ultima firma di Mikhail Gorbachev è stata aggiunta nel 2000).

Un mese dopo, il 22 aprile 1970, la definitivaGiornata della Terra – Earth Day” veniva costituita dal senatore degli Stati Uniti Gaylord Nelson, come evento di carattere prettamente ecologista. Questa Giornata della Terra era però pensata come una manifestazione prettamente statunitense, fu Denis Hayes (il primo coordinatore dell’Earth Day) a rendere la manifestazione una realtà internazionale: dopo aver “contagiato” le città americane, Hayes fondò l’Earth Day Network arrivando a coinvolgere più di 180 nazioni.

giornata mondiale della terra 2023
Villaggio per la Terra 2023 a Roma

La proclamazione della Giornata della Terra si inseriva in un contesto storico dove si era appena presa coscienza dei rischi dello sviluppo industriale legato al petrolio: nel 1969 a Santa Barbara, California, una fuoriuscita di greggio aveva ucciso decine di migliaia di uccelli, delfini e leoni marini. L’opinione pubblica ne fu scossa e gli attivisti iniziarono a ritenere necessaria una regolamentazione ambientale per prevenire questi disastri.

earth day giornata terra
Nel 2020 si è celebrato il 50° anniversario della Giornata Mondiale della Terra – Earth Day

Giornata Mondiale della Terra: le prime celebrazioni

Le prime celebrazioni del Giorno della Terra si svolsero in duemila college e università , circa diecimila scuole primarie e secondarie e centinaia di comunità negli Stati Uniti. Anche se l’evento ebbe una portata nazionale si dovette aspettare il 1990 per vedere un altro Earth Day significativo.

Nel 1990 la Giornata della Terra mobilitò 200 milioni di persone in 141 paesi ponendo l’attenzione sulle questioni ambientali nel palcoscenico mondiale. Le attività del giorno della Terra nel 1990 diedero un impulso enorme alla cultura del riciclo in tutto il mondo e contribuirono ad aprire la strada per il Summit della Terra organizzato dalle Nazioni Unite nel 1992 a Rio de Janeiro.

Per trasformare la Giornata della Terra in un evento annuale, piuttosto che uno che si verificava ogni 10 anni, Nelson e Bruce Anderson, organizzatori principali dell’ Earth Day New Hampshire nel 1990, hanno costituito Earth Day USA. Questo comitato ha coordinato le successive celebrazioni del Giorno della Terra fino al 1995, incluso il lancio di EarthDay.org. Dopo il 25 °anniversario del 1995, l’organizzazione passò all’attuale Earth Day Network.

Nel 2000 la Giornata mondiale della Terra combinò lo spirito originale dei primi Earth Day con l’internazionalismo dell’evento del ’90. Il 2000 fu il primo anno in cui venne usato Internet come strumento principale di organizzazione: questo si rivelò prezioso a livello nazionale e internazionale. Kelly Evans direttore esecutivo, arruolò più di 5.000 gruppi ambientali al di fuori degli Stati Uniti, raggiungendo centinaia di milioni di persone con un record di 183 paesi. Leonardo DiCaprio fu l’ospite ufficiale dell’evento, e in circa 400.000 parteciparono all’evento principale non ostante la pioggia fredda di quel giorno.

Alcuni scatti dal Villaggio per la Terra 2018 (Earth Day – Giornata della Terra a Roma)

La Giornata Mondiale della Terra Oggi: Una Festa Globale

Grazie al crescente interesse per la manifestazione, oggi la Giornata mondiale della Terra è diventata la Settimana mondiale della Terra: nei giorni vicini al 22 aprile, numerose comunità festeggiano per un’intera settimana con attività incentrate sulle tematiche ambientali più attuali. Gli eventi vengono utilizzati per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche della sostenibilità, e dagli attivisti, per fare analisi degli scenari odierni e proporre soluzioni concrete. Nel 2017, durante la Settimana della Terra e in aperto contrasto con le nuove “politiche negazioniste” di Trump,  si è svolta in decine di città, la Marcia per la Scienza, seguita dalla mobilitazione popolare del clima (29 aprile 2017).

Nell’ambito dell’Earth Day Network, “Earth Day Italia” è considerato uno dei migliori comitati organizzativi, tanto che nel 2015 l’organizzazione italiana è divenuta sede europea del network internazionale. L’edizione del 2016 ha rappresentato un momento di straordinaria importanza per Earth Day Italia, grazie al succedersi di eventi importanti fra cui l’eccezionale visita a sorpresa di Papa Francesco e il collegamento in live streaming con il Ministro Galletti da New York, in occasione della storica firma del primo accordo universale sul cambiamento climatico (COP21).

Villaggio per la Terra – Roma 2017

Ogni anno a Roma, nella bella cornice di Villa Borghese, prende vita il Villaggio per la Terra: una settimana di eventi per tutte le età, che culminano con una serie di imperdibili concerti.

Nel 2017 tra la Terrazza del Pincio e il Galoppatoio di Villa Borghese, Earth Day Italia ha organizzato 5 giorni in cui si sono alternati eventi sportivi, concerti, esposizioni, mostre, convegni, spettacoli, laboratori, attività didattiche, giochi per bambini e ottimo cibo.

Tra i tanti eventi che hanno caratterizzato il Villaggio per la Terra 2017, il principale è stato il Concerto per la Terra. La serata gratuita, che ha preso il nome di “Over the Wall, Mecenati della Bellezza”, è stata presentata da Fabrizio Frizzi ed ha visto la partecipazione degli Zero Assoluto, Noemi, Sergio Sylvestre, Soul System, Ron e La Scelta.

Nel Galoppatoio di Villa Borghese il Villaggio dello Sport ha offerto a tanti la possibilità di praticare decine di discipline sportive differenti, di sperimentare simulatori sportivi virtuali, di assistere alle dimostrazioni di grandi campioni e di lanciarsi in gare, tornei e contest sempre divertenti e all’insegna della sostenibilità. In questo contesto il Coni, il Comitato Paralimpico e decine tra federazioni, associazioni e società sportive, club e campioni hanno offerto un importante contributo in difesa dei valori più autentici dello sport e dell’ambiente.

A caratterizzare maggiormente le attività per i giovani studenti romani è stato il premio “Io Ci Tengo” (#IoCiTengo). Nato per portare l’attenzione delle scolaresche sulle tematiche ambientali, il premio ha cercato di catalizzare progetti, lavori artistici e reportage che raccontassero in maniera innovativa e rivoluzionaria come trasformare il deserto di cemento delle nostre città in una foresta. Fu proprio Papa Francesco, con una partecipazione a sorpresa durante l’edizione 2016, a lanciare il messaggio “Voi trasformate deserti in foreste”. Le scuole hanno partecipato in tanti modi: foto, disegni, articoli, storie e video; con fantasia e immaginazione hanno conquistato l’attestato di Testimone della Terra 2017, mentre i vincitori sono stati nominati Ambasciatrici della Terra 2017.

Inoltre, durante il Villaggio per la Terra, sono state dedicate delle intere giornate sia alla mobilità sostenibile che ai libri, riconoscendo alla mobilità green e alla cultura ruoli fondamentali nel cambiamento verso una cultura della sostenibilità.

Villaggio per la Terra – Roma 2018

La Giornata Mondiale della Terra delle Nazioni Unite è stata celebrata anche nel 2018 con una grande partecipazione che ha portato a Villa Borghese oltre 150.000 persone. Questa 48ª edizione ha visto un Earth Day ricchissimo di iniziative ed venti. Cinque giornate (dal 20 al 25 aprile) dedicate alla tutela del Pianeta con un focus sui 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite con altrettante piazze multimediali dedicate agli obiettivi che hanno ospitato talk, laboratori e mostre.

Le attività per i giovani erano inquadrate dal Villaggio per lo Sport, dal Villaggio per Bambini e dal Villaggio per ragazzi.

Il Villaggio per lo Sport ha offerto tantissimi giochi gratuiti e assistiti, ma anche dimostrazioni e tornei. Il Villaggio per Bambini ha ospitato molte attività didattiche che hanno divertito i piccoli, dal grande Parco della Biodiversità dei Forestali, alla Pompieropoli dei Vigili del Fuoco, dagli esperimenti su vulcani e terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica, al Planetario dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.

Il Villaggio dei Ragazzi, dedicato ai più grandicelli e alla scuola è stato protagonista del Festival dell’Educazione alla Sostenibilità e degli Stati Generali dell’Ambiente dei Giovani. A completare i programma per gli adolescenti tanti workshop, iniziative e la staffetta planetaria per la pace #RUN4UNITY.

Durante tutte e cinque i giorni i bambini si sono potuti cimentare con l’Orienteering, il canottaggio simulato, pallavolo, cavalcata sui pony, scherma, ping pong, e-bike, pallamano, tennis, calcio, tiro a segno con la fionda, tiro con l’arco e una alta parete da arrampicata.

Giornata della Terra 2019, proteggiamo la nostre specie

Protect our species – Proteggi le nostre specie”. Questo il tema della Giornata della Terra 2019. Oggi gli scienziati parlano senza troppe remore di una sesta estinzione di massa, di un “annichilimento biologico” della fauna selvatica. E a differenza delle precedenti cinque estinzioni di massa, causate da catastrofi e disastri naturali, questo sarebbe il primo evento provocato dall’uomo. La distruzione e lo sfruttamento degli habitat unitamente agli effetti del cambiamento climatico stanno, infatti, guidando la perdita di metà della popolazione mondiale di animali selvatici.

Tutti gli esseri viventi hanno un valore intrinseco e ognuno gioca un ruolo unico nella complessa rete della vita – scrive Eart Day Network – Dobbiamo lavorare insieme per proteggere le specie minacciate e in via di estinzione: api,  barriere coralline, elefanti, giraffe, insetti, balene e altro ancora. La buona notizia è che il tasso di scomparsa può ancora essere rallentato e molte delle nostre specie in declino possono recuperare ma solo a patto di lavorare assieme per costruire un movimento globale di consumatori, elettori, educatori, leader religiosi e scienziati che pretendano un’azione immediata”.

L’appuntamento 2020 con la Giornata Mondiale della Terra diventa una maratona online

Nel 2020 la manifestazione ha celebrato il suo 50esimo anniversario in corrispondenza delle prime chiusure nazionali per arginare la pandemia di COVID-19. Ma la crisi del coronavirus non ha intaccato lo spirito della manifestazione che, in risposta ai lockdown e alle cancellazioni degli eventi in pubblico, si è trasformata in una gigantesca maratona virtuale. Una staffetta digitale che, per 24 ore, ha attraversato il globo raccogliendo azioni grandi e piccole, testimonianze e impegni a favore del Pianeta. “Il coronavirus può costringerci a mantenere le distanze, non ci costringerà a mantenere bassa la voce”, hanno spiegato gli organizzatori dell’Earth Day 2020. “L’unica cosa che cambierà il mondo è chiedere tutti assieme un nuovo modo di procedere. Potremmo essere separati, ma grazie al potere dei media digitali, siamo anche più connessi di prima”. Tema dell’edizione, l’azione per il clima. La pandemia virale ha sottolineato ancora una volta l’importanza di continuare a impegnarsi per contrastare i cambiamenti climatici. D’altra parte il riscaldamento globale è stato segnalato tra le concause della diffusione del Sars-Cov2, assieme all’intenso sfruttamento ambientale e alla distruzione della biodiversità e degli habitat naturali. Gli scienziati hanno avvertito che abbiamo poco più di un decennio per dimezzare le emissioni ed evitare gli impatti più devastanti su fornitura alimentare, sicurezza nazionale, salute globale, condizioni meteo e altro ancora. Tra le azioni da mettere in campo, la Giornata ha promosso la partecipazione all’Earth Challenge 2020, progetto dedicato alla creazione della più grande comunità di Citizen Science (Scienza dei cittadini). Grazie ad un app, disponibile in 11 lingue, è possibile divenire delle sentinelle ambientali, raccogliendo dati che saranno integrati in un’unica piattaforma su qualità dell’aria, l’inquinamento da plastica, qualità idrica, sicurezza alimentare e impatto sul clima locale.

Nel 2021 la maratona per la Giornata Mondiale della Terra era online con una lunga diretta multimediale.

Nel 2021 la Giornata Mondiale della Terra (Earth Day) è stata una maratona multimediale con 13 ore di diretta televisiva. La diretta televisiva è iniziata alle 7:30 del 22 aprile per proseguire fino alle 20:30: dagli studi televisivi di Via Asiago RaiPlay si è collegata con tanti programmi RAI durante tutta la giornata.

In diretta e on demand anche sulla piattaforma www.onepeopleoneplanet.it , numerosi sono stati i contributi, dalla galassia di partner, associazioni, istituzioni, testimonial, esponenti del mondo della scienza, della cultura, dell’arte, dello spettacolo e dello sport.

Nel 2022 la Giornata mondiale della Terra sarà una maratona caratterizzata dal Concerto per la Terra di Earth Day Italia, con la direzione artistica del Maestro Giovanni Allevi 

villaggio per la terraAllevi, compositore di fama internazionale, è stato nominato Ambassador dello Earth Day European Network durante la COP26 di Glasgow. Il concerto sarà uno spettacolo che il Maestro vuole dedicare alle nuove generazioni in vista della prossima Conferenza sul Clima dell’ONU. L’evento vuole mettere in collegamento tanti artisti provenienti da tante parti del mondo: un’unione artistica in grado di superare ogni confine e diversità, la “Voce della Terra”.

Come ogni anno Rinnovabili.it sarà media partner e trasmetterà parte della diretta sul sito e sui canali social. Segui la diretta visitando il sito OnePeopleOnePlanet

Segui gli hashtag ufficiali #OnePeopleOnePlanet #EarthDay2022 #OPOP22 #IoCiTengo

Earth Day Italia 2023: una staffetta di voci per il Pianeta

In occasione della Giornata Mondiale della Terra 2023, torna con la sua quarta edizione la Maratona Multimediale #OnePeopleOnePlanet (#OPOP) di Earth Day Italia. Una staffetta live che dalla Nuvola di Fuksas porterà in diretta su Rai Play dalle 8 di mattina talk show, collegamenti internazionali, testimonianze artistiche, scientifiche e istituzionali. Per culminare alle 21.00 nell’atteso Concerto per La Terra, con grandi cantanti del calibro di Leo Gassmann, Ermal Meta e Tommaso Paradiso.

Ma prima di arrivare alla maratona del 22 aprile, il Galoppatoio di Villa Borghese aprirà le porte il Villaggio per la Terra: 17 piazze multimediali guidate da giovani universitari di diversi atenei che dal 21 al 25 aprile approfondiranno 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Nel palco principale allestito sulla Terrazza del Pincio, invece, si daranno il cambio quotidianamente Talk Show e performance di street artist di fama internazionale che realizzeranno delle opere sul tema ambientale.

 “Le celebrazioni italiane della Giornata della Terra  – spiega Pierluigi Sassi, Presidente di Earth Day Italia – hanno caratteristiche uniche perché nascono da una storia unica. Storia d’incontro e di dialogo con centinaia di organizzazioni, che negli anni, insieme al Movimento dei Focolari, abbiamo imparato ad accogliere e valorizzare. Crediamo che il nostro vero lavoro sia proprio questo: creare ponti tra persone, tra organizzazioni, tra Paesi, che hanno davvero tanto da dire e da dare ma che a volte solo nel nostro evento trovano l’occasione giusta per iniziare a lavorare insieme”.

Giornata Mondiale della Terra 2024, Pianeta vs Plastica

“Pianeta contro Plastica”, questo il tema che contraddistingue la 54ma edizione della manifestazione. La Giornata Mondiale della Terra 2024 non poteva che affrontare uno dei problemi più sentiti a livello globale quando si parla di tutela amabientale. Riflettori puntati dunque sull’inquinamento dei rifiuti plastici, con l’obiettivo di sollecitare un’azione che riduca l’usa e getta, metta al bando il fast-fashion e investa in tecnologie e materiali alternativi ai polimeri di origine fossile. Chiedendo un riduzione del 60% della produzione di plastica entro il 2024.

In Italia il conto alla rovescia verso l’Earth Day 2024 sarà scandito quest’anno da due eventi:

  • il Villaggio per la Terra a Villa Borghese e sulla suggestiva Terrazza del Pincioa Roma: 600 eventi gratuiti e aperti a tutti, tra laboratori ludici e didattici, lezioni, incontri e dibattiti sui temi della sostenibilità ambientale, sociale e dell’innovazione, presentazioni di libri, proiezioni, giochi, dimostrazioni e pratiche sportive, spettacoli, esibizioni musicali e artistiche, e altri eventi culturali.
  • il Festival dell’Innovability presso la Casa del Cinema a Roma, pensato per celebrare anche la Giornata mondiale della Creatività e dell’Innovazione che le Nazioni Unite.

Entrambi si apriranno il 18 aprile per proseguire fino a domenica 21 per culminare il 22 aprile nella ormai consueta #OnePeopleOnePlanet, la maratona multimediale di 16 ore, dall’auditorium della Nuvola di Fuksas.

Giornata mondiale della terra 2021

Giornata mondiale della terra 2020

Giornata mondiale della terra 2019

Visita il sito di Earth Day Italia

Visita il sito del Villaggio per la Terra 2018

Visita la pagina dedicata al Villaggio per la Terra 2017

Visita la pagina dedicata alla Marcia per la Scienza 2017

Visita il sito di Earth Day Network

Leggi il nostro articolo sul Earth Day 2017

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Rinnovabili • Batterie al sodio allo stato solido

Batterie al sodio allo stato solido, verso la produzione di massa

Grazie ad un nuovo processo sintetico è stato creato un elettrolita di solfuro solido dotato della più alta conduttività per gli ioni di sodio più alta mai registrata. Circa 10 volte superiore a quella richiesta per l'uso pratico

Batterie al sodio allo stato solido
via Depositphotos

Batterie al Sodio allo Stato Solido più facili da Produrre

La batterie allo stato solido incarnano a tutti gli effetti il nuovo mega trend dell’accumulo elettrochimico. E mentre diverse aziende automobilistiche tentano di applicare questa tecnologia agli ioni di litio, c’è chi sta percorrendo strade parallele. É il caso di alcuni ingegneri dell’Università Metropolitana di Osaka, in Giappone. Qui i professori Osaka Atsushi Sakuda e Akitoshi Hayash hanno guidato un gruppo di ricerca nella realizzazione di batterie al sodio allo stato solido attraverso un innovativo processo di sintesi.

Batterie a Ioni Sodio, nuova Frontiera dell’Accumulo

Le batterie al sodio (conosciute erroneamente anche come batterie al sale) hanno conquistato negli ultimi anni parecchia attenzione da parte del mondo scientifico e industriale. L’abbondanza e la facilità di reperimento di questo metallo alcalino ne fanno un concorrente di primo livello dei confronti del litio. Inoltre l’impegno costante sul fronte delle prestazioni sta portando al superamento di alcuni svantaggi intrinseci, come la minore capacità. L’ultimo traguardo raggiunto in questo campo appartiene ad una ricerca cinese che ha realizzato un unità senza anodo con una densità di energia superiore ai 200 Wh/kg.

Integrare questa tecnologia con l’impiego di elettroliti solidi potrebbe teoricamente dare un’ulteriore boost alla densità energetica e migliorare i cicli di carica-scarica (nota dolente per le tradizionali batterie agli ioni di sodio). Quale elettrolita impiegare in questo caso? Quelli di solfuro rappresentano una scelta interessante grazie alla loro elevata conduttività ionica e lavorabilità. Peccato che la sintesi degli elettroliti solforati non sia così semplice e controllabile. Il che si traduce in un’elevata barriera per la produzione commerciale delle batterie al sodio allo stato solido.

Un Flusso di Polisolfuro reattivo

É qui che si inserisce il lavoro del team di Sakuda a Hayash. Gli ingegneri hanno messo a punto un processo sintetico che impiega sali fusi di polisolfuro reattivo per sviluppare elettroliti solidi solforati. Nel dettaglio utilizzando il flusso di polisolfuro Na2Sx come reagente stechiometrico, i ricercatori hanno sintetizzato due elettroliti di solfuri di sodio dalle caratteristiche distintive, uno dotato della conduttività degli ioni di sodio più alta al mondo (circa 10 volte superiore a quella richiesta per l’uso pratico) e uno vetroso con elevata resistenza alla riduzione.

Questo processo è utile per la produzione di quasi tutti i materiali solforati contenenti sodio, compresi elettroliti solidi e materiali attivi per elettrodi“, ha affermato il professor Sakuda. “Inoltre, rispetto ai metodi convenzionali, rende più semplice ottenere composti che mostrano prestazioni più elevate, quindi crediamo che diventerà una metodologia mainstream per il futuro sviluppo di materiali per batterie al sodio completamente allo stato solido“.  I risultati sono stati pubblicati su Energy Storage Materials and Inorganic Chemistry .

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


Rinnovabili • fotovoltaico materiale quantistico

Fotovoltaico, ecco il materiale quantistico con un’efficienza del 190%

Un gruppo di scienziati della Lehigh University ha sviluppato un materiale dotato di una efficienza quantistica esterna di 90 punti percentuali sopra quella delle celle solari tradizionali

fotovoltaico materiale quantistico
via Depositphotos

Nuovo materiale quantistico con un assorbimento solare medio dell’80%

Atomi di rame inseriti tra strati bidimensionali di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. Questa la ricetta messa a punto dai fisici Srihari Kastuar e Chinedu Ekuma nei laboratori della Lehigh University, negli Stati Uniti, per dare una svecchiata alla prestazioni delle celle solari. Il duo di ricercatori ha così creato un nuovo materiale quantistico dalle interessanti proprietà fotovoltaiche. Impiegato come strato attivo in una cella prototipo, infatti, il nuovo materiale ha mostrato un assorbimento solare medio dell’80%, un alto tasso di generazione di portatori fotoeccitati e un’efficienza quantistica esterna (EQE) record del 190%. Secondo gli scienziati il risultato raggiunto supera di gran lunga il limite teorico di efficienza di Shockley-Queisser per i materiali a base di silicio e spinge il campo dei materiali quantistici per il fotovoltaico a nuovi livelli. 

leggi anche Fotovoltaico in perovskite, i punti quantici raggiungono un’efficienza record

L’efficienza quantistica esterna

Tocca fare una precisazione. L’efficienza quantistica esterna non va confusa con l’efficienza di conversione, il dato più celebre quando si parla di prestazioni solari. L’EQE rappresenta il rapporto tra il numero di elettroni che danno luogo a una corrente in un circuito esterno e il numero di fotoni incidenti ad una precisa lunghezza d’onda

Nelle celle solari tradizionali, l’EQE massimo è del 100%, tuttavia negli ultimi anni alcuni materiali e configurazioni avanzate hanno dimostrato la capacità di generare e raccogliere più di un elettrone da ogni fotone ad alta energia incidente, per un efficienza quantistica esterna superiore al 100%. Il risultato di Kastua e Ekuma, però, rappresenta un unicum nel settore.

Celle solari a banda intermedia

Per il loro lavoro due fisici sono partiti da un campo particolare della ricerca fotovoltaica. Parliamo delle celle solari a banda intermedia (IBSC – Intermediate Band Solar Cells), una tecnologia emergente che ha il potenziale per rivoluzionare la produzione di energia pulita. In questi sistemi la radiazione solare può eccitare i portatori dalla banda di valenza a quella di conduzione, oltre che direttamente, anche in maniera graduale. Come?  “Passando” per l’appunto attraverso stati di una banda intermedia, livelli energetici specifici posizionati all’interno della struttura elettronica di un materiale creato ad hoc. “Ciò consente a un singolo fotone di provocare generazioni multiple di eccitoni attraverso un processo di assorbimento in due fasi“, scrivono i due ricercatori sulla rivista Science Advances.

Nel nuovo materiale quantistico creato dagli scienziati della Lehigh University questi stati hanno livelli di energia all’interno dei gap di sottobanda ideali. Una volta testato all’interno di una cella fotovoltaica prototipale il materiale ha mostrato di poter migliorare l’assorbimento e la generazione di portatori nella gamma dello spettro dal vicino infrarosso alla luce visibile. 

La rivoluzione dei materiali quantistici

Il duo ha sviluppato il nuovo materiale sfruttando i “gap di van der Waals”, spazi atomicamente piccoli tra materiali bidimensionali stratificati. Questi spazi possono confinare molecole o ioni e gli scienziati dei materiali li usano comunemente per inserire, o “intercalare”, altri elementi per ottimizzare le proprietà dei materiali. Per la precisione hanno inserito atomi di rame tra strati di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. “Rappresenta un candidato promettente per lo sviluppo di celle solari ad alta efficienza di prossima generazione – ha sottolineato Ekuma – che svolgeranno un ruolo cruciale nell’affrontare il fabbisogno energetico globale“.

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Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.