JDR Cable Systems Ltd, uno dei principali fornitori di cavi elettrici sottomarini, di sistemi ombelicali e di cavi marini per il settore energetico, venerdì 10 luglio ha inaugurato la nuova struttura con banchina ad acqua profonda presso il porto di Hartlepool, nel nord est dell’Inghilterra. Iain Wright, deputato del Parlamento per il collegio di Hartlepool, ha aperto ufficialmente lo stabilimento dichiarando: “JDR è un fornitore che riveste un ruolo cruciale per il settore energetico ed è un fantastico esempio di società innovativa e ben gestita”. L’evento ha attirato personaggi politici di spicco, in rappresentanza delle principali società del settore energetico e di diversi enti regionali per lo sviluppo.
La nuova struttura, che occupa una superficie di circa 9.300 metri quadrati, è stata costruita appositamente ed è l’unica nel Regno Unito progettata in modo specifico per la produzione di cavi elettrici sottomarini destinati al crescente mercato delle energie rinnovabili offshore e ai settori sempre più complessi del petrolio e del gas.
Sir Richard Branson, presidente del Virgin Group, non potendo intervenire di persona all’evento, ha inviato un messaggio video nel quale ha dichiarato: “È lodevole che il team JDR abbia fatto questo investimento, specialmente in tempi difficili per l’economia. Ammiro la lungimiranza e la determinazione di questo gruppo. Sono profondamente convinto che sia possibile ridurre l’impatto del cambiamento climatico: il mondo ha bisogno di società come JDR per migliorare e fornire tecnologie ad un prezzo accessibile”.
Patrick Phelan, amministratore delegato di JDR Cable Systems ha commentato: “Lo sviluppo nel settore delle energie rinnovabili offshore, insieme alla necessità di recuperare ulteriori riserve di petrolio e gas dai bacini esistenti, ha portato a un aumento della domanda di cavi elettrici sottomarini altamente specializzati. Il nuovo sito di Hartlepool è stato progettato in maniera specifica per fabbricare questi prodotti, oltre a sistemi ombelicali di tipo “step-out” di lunghezza elevata per i progetti relativi al petrolio ed al gas. La risposta da parte del mercato è stata molto positiva infatti abbiamo un registro ordini ben fornito e siamo in fase avanzata nelle trattative per molti altri progetti”.
Informazioni su JDR Cable Systems
JDR è uno dei fornitori principali di cavi elettrici sottomarini statici e dinamici progettati e prodotti su misura, di sistemi ombelicali e di cavi marini per un’ampia gamma di applicazioni per tutti i settori del petrolio e del gas, delle energie rinnovabili offshore e dei mercati del settore sismico e della difesa.
JDR ha ottenuto il riconoscimento nel Buyout Track 100 del Sunday Times per le migliori società di private equity del Regno Unito. JDR è stata classificata al dodicesimo posto nella classifica annuale delle prime 100 società, ed è stata la prima classificata come produttrice di apparecchiature originali. L’amministratore delegato, Patrick Phelan, è stato riconosciuto come “Businessman of the Year” da parte del quotidiano Cambridge Evening News. (2008)
Foto/galleria multimediale disponibile all’indirizzo: http://www.businesswire.com/cgi-bin/mmg.cgi?eid=6005877&lang=it
Il testo originale del presente annuncio, redatto nella lingua di partenza, è la versione ufficiale che fa fede. Le traduzioni sono offerte unicamente per comodità del lettore e devono rinviare al testo in lingua originale, che è l’unico giuridicamente valido. (Business Wire)
JDR Cable Systems inaugura una struttura produttiva d’avanguardia ad Hartlepool
La Redazione•14 Luglio 2009•Tempo di lettura: 2 minuti
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Batterie al sodio allo stato solido, verso la produzione di massa
Stefania Del Bianco•12 Aprile 2024•Tempo di lettura: 2 minuti
Grazie ad un nuovo processo sintetico è stato creato un elettrolita di solfuro solido dotato della più alta conduttività per gli ioni di sodio più alta mai registrata. Circa 10 volte superiore a quella richiesta per l'uso pratico
Batterie al Sodio allo Stato Solido più facili da Produrre
La batterie allo stato solido incarnano a tutti gli effetti il nuovo mega trend dell’accumulo elettrochimico. E mentre diverse aziende automobilistiche tentano di applicare questa tecnologia agli ioni di litio, c’è chi sta percorrendo strade parallele. É il caso di alcuni ingegneri dell’Università Metropolitana di Osaka, in Giappone. Qui i professori Osaka Atsushi Sakuda e Akitoshi Hayash hanno guidato un gruppo di ricerca nella realizzazione di batterie al sodio allo stato solido attraverso un innovativo processo di sintesi.
Batterie a Ioni Sodio, nuova Frontiera dell’Accumulo
Le batterie al sodio (conosciute erroneamente anche come batterie al sale) hanno conquistato negli ultimi anni parecchia attenzione da parte del mondo scientifico e industriale. L’abbondanza e la facilità di reperimento di questo metallo alcalino ne fanno un concorrente di primo livello dei confronti del litio. Inoltre l’impegno costante sul fronte delle prestazioni sta portando al superamento di alcuni svantaggi intrinseci, come la minore capacità. L’ultimo traguardo raggiunto in questo campo appartiene ad una ricerca cinese che ha realizzato un unità senza anodo con una densità di energia superiore ai 200 Wh/kg.
Integrare questa tecnologia con l’impiego di elettroliti solidi potrebbe teoricamente dare un’ulteriore boost alla densità energetica e migliorare i cicli di carica-scarica (nota dolente per le tradizionali batterie agli ioni di sodio). Quale elettrolita impiegare in questo caso? Quelli di solfuro rappresentano una scelta interessante grazie alla loro elevata conduttività ionica e lavorabilità. Peccato che la sintesi degli elettroliti solforati non sia così semplice e controllabile. Il che si traduce in un’elevata barriera per la produzione commerciale delle batterie al sodio allo stato solido.
Un Flusso di Polisolfuro reattivo
É qui che si inserisce il lavoro del team di Sakuda a Hayash. Gli ingegneri hanno messo a punto un processo sintetico che impiega sali fusi di polisolfuro reattivo per sviluppare elettroliti solidi solforati. Nel dettaglio utilizzando il flusso di polisolfuro Na2Sx come reagente stechiometrico, i ricercatori hanno sintetizzato due elettroliti di solfuri di sodio dalle caratteristiche distintive, uno dotato della conduttività degli ioni di sodio più alta al mondo (circa 10 volte superiore a quella richiesta per l’uso pratico) e uno vetroso con elevata resistenza alla riduzione.
“Questo processo è utile per la produzione di quasi tutti i materiali solforati contenenti sodio, compresi elettroliti solidi e materiali attivi per elettrodi“, ha affermato il professor Sakuda. “Inoltre, rispetto ai metodi convenzionali, rende più semplice ottenere composti che mostrano prestazioni più elevate, quindi crediamo che diventerà una metodologia mainstream per il futuro sviluppo di materiali per batterie al sodio completamente allo stato solido“. I risultati sono stati pubblicati su Energy Storage Materials and Inorganic Chemistry .
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Fotovoltaico, ecco il materiale quantistico con un’efficienza del 190%
Stefania Del Bianco•11 Aprile 2024•Tempo di lettura: 3 minuti
Un gruppo di scienziati della Lehigh University ha sviluppato un materiale dotato di una efficienza quantistica esterna di 90 punti percentuali sopra quella delle celle solari tradizionali
Nuovo materiale quantistico con un assorbimento solare medio dell’80%
Atomi di rame inseriti tra strati bidimensionali di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. Questa la ricetta messa a punto dai fisici Srihari Kastuar e Chinedu Ekuma nei laboratori della Lehigh University, negli Stati Uniti, per dare una svecchiata alla prestazioni delle celle solari. Il duo di ricercatori ha così creato un nuovo materiale quantistico dalle interessanti proprietà fotovoltaiche. Impiegato come strato attivo in una cella prototipo, infatti, il nuovo materiale ha mostrato un assorbimento solare medio dell’80%, un alto tasso di generazione di portatori fotoeccitati e un’efficienza quantistica esterna (EQE) record del 190%. Secondo gli scienziati il risultato raggiunto supera di gran lunga il limite teorico di efficienza di Shockley-Queisser per i materiali a base di silicio e spinge il campo dei materiali quantistici per il fotovoltaico a nuovi livelli.
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L’efficienza quantistica esterna
Tocca fare una precisazione. L’efficienza quantistica esterna non va confusa con l’efficienza di conversione, il dato più celebre quando si parla di prestazioni solari. L’EQE rappresenta il rapporto tra il numero di elettroni che danno luogo a una corrente in un circuito esterno e il numero di fotoni incidenti ad una precisa lunghezza d’onda.
Nelle celle solari tradizionali, l’EQE massimo è del 100%, tuttavia negli ultimi anni alcuni materiali e configurazioni avanzate hanno dimostrato la capacità di generare e raccogliere più di un elettrone da ogni fotone ad alta energia incidente, per un efficienza quantistica esterna superiore al 100%. Il risultato di Kastua e Ekuma, però, rappresenta un unicum nel settore.
Celle solari a banda intermedia
Per il loro lavoro due fisici sono partiti da un campo particolare della ricerca fotovoltaica. Parliamo delle celle solari a banda intermedia (IBSC – Intermediate Band Solar Cells), una tecnologia emergente che ha il potenziale per rivoluzionare la produzione di energia pulita. In questi sistemi la radiazione solare può eccitare i portatori dalla banda di valenza a quella di conduzione, oltre che direttamente, anche in maniera graduale. Come? “Passando” per l’appunto attraverso stati di una banda intermedia, livelli energetici specifici posizionati all’interno della struttura elettronica di un materiale creato ad hoc. “Ciò consente a un singolo fotone di provocare generazioni multiple di eccitoni attraverso un processo di assorbimento in due fasi“, scrivono i due ricercatori sulla rivista Science Advances.
Nel nuovo materiale quantistico creato dagli scienziati della Lehigh University questi stati hanno livelli di energia all’interno dei gap di sottobanda ideali. Una volta testato all’interno di una cella fotovoltaica prototipale il materiale ha mostrato di poter migliorare l’assorbimento e la generazione di portatori nella gamma dello spettro dal vicino infrarosso alla luce visibile.
La rivoluzione dei materiali quantistici
Il duo ha sviluppato il nuovo materiale sfruttando i “gap di van der Waals”, spazi atomicamente piccoli tra materiali bidimensionali stratificati. Questi spazi possono confinare molecole o ioni e gli scienziati dei materiali li usano comunemente per inserire, o “intercalare”, altri elementi per ottimizzare le proprietà dei materiali. Per la precisione hanno inserito atomi di rame tra strati di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. “Rappresenta un candidato promettente per lo sviluppo di celle solari ad alta efficienza di prossima generazione – ha sottolineato Ekuma – che svolgeranno un ruolo cruciale nell’affrontare il fabbisogno energetico globale“.