Non saranno più automatiche le detrazioni fiscali e verranno prese in considerazione solo le proposte presentate tra il 15 gennaio al 27 febbraio prossimi. Ma ad accedervi solo i più veloci nel consegnare le domande e fino al raggiungimento di un tetto di spesa prevista dal Governo per il 2009
Mentre va avanti lo scontro Italia Ue sul pacchetto energia e clima e dopo la sconcertante abolizione dell’attestato di certificazione energetico in edilizia (sul quale è intervenuto anche Commissario europeo sull’energia Andris Piebalgs) ecco arrivare un altro colpo, e non da poco, per il settore del risparmio energetico, questa volta dal cosiddetto decreto anti crisi. L’art. 29 del dl 185/2008, approvato venerdì dal Consiglio dei Ministri, ritocca pesantemente le condizioni di accesso alle agevolazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, come previsto dalla legge 296/2006. La normativa introdotta un paio di anni fa dall’ex ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani prevede infatti l’opportunità di detrarre dalla dichiarazione dei redditi il 55% delle spese sostenute, ad esempio, per installare impianti a energia solare o caldaie a basso consumo. Con il nuovo decreto, pubblicato domenica mattina sulla Gazzetta ufficiale e quindi in operativo dal 30 novembre, invece l’iter burocratico si complica rendendo l’accesso alle detrazioni una vera scommessa fatta di obbligo di prenotazione, ristretti tempi per le domande ridotti limiti di spesa.
L’art. 29 prevede infatti che: per le spese sostenute dopo il 31 dicembre 2007, i contribuenti debbano inviare all’Agenzia delle entrate, solo per via telematica, _“un’apposita istanza per consentire il monitoraggio della spesa e la verifica del rispetto dei limiti di spesa complessivi”_ . Ad esaminare le domande secondo l’ordine cronologico di invio l’Agenzia che comunicherà entro 30 giorni l’esito della verifica agli interessati. Decorsi i 30 giorni senza esplicita comunicazione di accoglimento _”l’assenso si intende non fornito”_ e il cittadino non potrà pertanto usufruire della detrazione. I limiti di spesa sono di 82,7 milioni di euro per il 2009, 185,9 per il 2010, 314,8 per il 2011, tetti oltre i quali non sarà più possibile usufruire dell’agevolazione. Per le spese sostenute nel 2008 si potrà inoltrare “istanza” tra il 15 gennaio e il 27 febbraio 2009 e in caso di mancato invio della domanda o di diniego da parte dell’Agenzia delle entrate, l’interessato potrà comunque usufruire di una detrazione dall’imposta lorda pari al 36% delle spese sostenute fino a un massimo di 48 mila euro da ripartire in dieci rate annuali.
Tutto questo proprio mentre l’Unione Europea sta varando un piano anti crisi che riesca a stimolare la domanda anche sul fronte dell’edilizia eco-sostenibile
*PRIMI COMMENTI*
* Dura la replica del ministro ombra dell’Economia del Pd *_Pierluigi Bersani_* che dichiara: “Leggendo il decreto anticrisi emergono decisioni che un governo imbroglione si è dimenticato di dire in conferenza stampa. Sono decisioni senza senso, spiegabili solo con la volontà ideologica di cancellare ogni traccia delle novità introdotte dal governo Prodi. Spicca il colpo mortale con effetti retroattivi dato alle ristrutturazioni edilizie a fini ambientali. Lo sconto fiscale del 55% era a sostegno all’economia e all’ambiente secondo priorità universalmente riconosciute da Kyoto in poi. Chi ha realizzato l’intervento sulla sua casa nel 2008 potrà rimetterci fino a 15 mila euro”.
* Interviene anche *_Legambiente_* attraverso le parole del responsabile energia Edoardo Zanchini: “Non si comprende la ragione per la quale si è deciso di cambiare un provvedimento che ha avuto un grande successo e che permetteva alle famiglie di risparmiare sulle bollette elettriche e termiche grazie alla possibilità di installare impianti solari termici, caldaie a condensazione, interventi di efficienza energetica. A meno di voler proprio limitare il ricorso a questo tipo di incentivi. Tutto questo – sottolinea Zanchini – scoraggerà i cittadini, confonderà le imprese sempre più interessate alle rinnovabili, con grave danno per il Paese e per la lotta ai cambiamenti climatici. Chiediamo quindi al Governo di mettere mano al provvedimento per tornare a una procedura semplice, trasparente e sicura. Per dare finalmente un segnale di voler recuperare i ritardi del nostro Paese rispetto al resto d’Europa”.