
Secondo il Report appena diffuso dalla Banca Mondiale, i roghi nelle foreste indonesiane, da gennaio a ottobre, sono costati al Paese una perdita economica di oltre 5 miliardi di dollari
Secondo il Report appena diffuso dalla Banca Mondiale, i roghi nelle foreste indonesiane, da gennaio a ottobre, sono costati al Paese una perdita economica di oltre 5 miliardi di dollari
Per il 2019, le emissioni di CO2 sono aumentate meno di quanto ci si aspettasse, registrando un +0,6% rispetto al +2% previsto. Tuttavia, i ricercatori mettono in guardia e affermano che non c’è “nulla di cui essere entusiasti”.
L’incendio in Texas ha costretto all’evacuazione di 60.000 persone, rilasciando sostanze chimiche nell’aria dannose per la salute e l’ambiente. Secondo l’Ente di controllo sulla qualità dell’aria, esisterebbe una pericolosa tendenza al verificarsi di incendi nelle zone industriali della Stato americano.
Secondo i dati dell’European Space Agency, nell’agosto 2019 ci sono stati quasi cinque volte più incendi rispetto ad agosto 2018. Oltre al fuoco, le principali minacce per la salvaguardia delle foreste nel mondo sono l’abbandono, la deforestazione e le attività illegali.
Nonostante l’abbassamento dei requisiti previsti dalla Tavola Rotonda sull’Olio di palma Sostenibile, la Malesia non sembra riuscire ad agire concretamente verso una riconversione della sua produzione. Il problema sarebbe rappresentato dai piccoli produttori e dalla loro difficoltà di investire su modelli ambientalmente accettabili.
Il report annuale Lancet Countdown traccia uno scenario tutt’altro che rassicurante sulla situazione sanitaria mondiale. Ad essere colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute non saranno solo i paesi più poveri, ma anche USA e Europa.
La crescente attività umana nell’area ha interferito con il naturale ciclo dell’acqua. Negli ultimi vent’anni, l’atmosfera al di sopra della foresta pluviale amazzonica ha registrato un netto abbassamento dei livelli di umidità
La denuncia di Greenpeace International: Unilever, Mondelēz, Nestlé e Procter&Gamble sono alcune delle multinazionali che, acquistando olio di palma – certificato e non – si rendono complici e responsabili della grave deforestazione indonesiana