Mal’aria di città 2013 per Perugia e Terni

Perugia migliora la qualità dell’aria e Terni conferma i superamenti di PM10 e PM2,5

La Comunità europea ha stabilito il 2013 come l’anno europeo dell’aria, prendendo l’impegno di rafforzare maggiormente la direttiva che regola la presenza di inquinanti in atmosfera. Un obiettivo urgente e che deve impegnare tutte le amministrazioni visto che il 2012 si chiude con una conferma sugli elevati livelli di inquinamento atmosferico che respiriamo nelle città italiane.

Sono 51 le città, tra le 95 monitorate da Legambiente nell’ambito della classifica “PM10 ti tengo d’occhio”, che hanno superato il bonus di 35 giorni di superamento del valore medio giornaliero di 50 microgrammi/metro cubo stabilito dalla legge. In generale è l’area della Pianura Padana a confermarsi come la zona più critica con 18 città tra le prime 20 posizioni.

 

Per quanto riguarda i due capoluoghi umbri, Terni (Le Grazie)* supera abbondantemente il limite di 35 giorni di superamento del valore medio giornaliero di 50 microgrammi/metro cubo di PM10 stabilito dalla legge arrivando con 62 giorni di superamenti, mente Perugia (Ponte San Giovanni)* rimane nei limiti di legge attestandosi a 25 giorni.

Per il più pericoloso PM2.5 (frazione delle polveri, con diametro inferiore ai 2,5 micron), per il quale è stabilito il limite di 25 microgrammi/metro cubo come media annuale, si registra per Terni (Le Grazie) il valore medio annuo di 29 microgrammi/metro cubo (superando i limiti di legge) e per Perugia (Ponte San Giovanni) 13 microgrammi/metro cubo (rimanendo nei limiti di legge).

 

Tra gli altri inquinanti che minacciano la qualità dell’aria troviamo poi il biossido di azoto che a Perugia (Ponte San Giovanni) raggiunge una media annuale di 39 microgrammi/metro e a Terni (le Grazie) 24,7microgrammi/metro (entrambe, Perugia per un pelo, nei limiti della concentrazione media annua stabilita dalla legge è di 40 microgrammi/metro cubo).

Altro inquinante pericoloso è l’ozono per il quale la normativa consente un massimo di 25 giorni di superamento della soglia giornaliera pari a 120 µg/m3 mediata su otto ore consecutive che a Perugia (Ponte San Giovanni) registra 19,7 giorni di superamento e a Terni 18,6.

“Le cause dell’inquinamento atmosferico e acustico sono conosciute da tempo – sottolinea Legambiente Umbria – le principali fonti di emissione sono i processi industriali e di produzione di energia e in città prevalentemente il traffico veicolare e i riscaldamenti e i raffrescamenti.”

“I dati preoccupanti di Terni e quelli meno preoccupanti di Perugia che, probabilmente, sono più verosimilmente frutto delle condizioni meteorologiche che degli interventi adottati – continua l’associazione ambientalista – richiedono un impegno delle amministrazioni locali per ridurre l’inquinamento atmosferico. Siamo stati in prima fila soprattutto nella richiesta di misure strutturali, le uniche che servono a ridurre davvero l’inquinamento atmosferico: mobilità basata sull’incentivazione dei mezzi pubblici, dell’andare a piedi e dove possibile in bicicletta; miglioramento degli edifici per risparmiare energia e inquinamento dei riscaldamenti e raffrescamenti. E a Terni, la città industriale più importante della regione, abbiamo sempre incalzato, l’industria per investire per rendere più sostenibili i loro processi produttivi”.

 

“Quindi oltre ad AIA (Autorizzazioni Integrate Ambientali) sempre più severe per i siti produttivi e centrali elettriche – conclude Legambiente Umbria – occorrono politiche di efficienza energetica degli edifici, e una nuova mobilità che anche in tempi di crisi può diventare più sostenibile adottando quei provvedimenti, sostanzialmente a costo zero, come la riduzione della velocità a 30 chilometri orari in ambito urbano per aumentare la sicurezza di pedoni e ciclisti, fluidificano il traffico e riducono l’inquinamento e fanno risparmiare energia così come la creazione di aree libere dalle auto. Inoltre città comeTerni, Foligno, Città di Castello, Bastia, ma anche le frazioni di pianura di Perugia e di Spoleto con opportune incentivazioni potrebbero risolvere gran parte dei problemi di mobilità intervenendo direttamente su una delle cause principali, ed una delle maggiormente aggredibili, dell’inquinamento.”

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