Biodiversità: l’Italia in India con Making Good Natura

In concomitanza con l’apertura della COP11 sulla CBD, l’Italia lancia Making Good Natura, il progetto con cui il nostro Paese intende gestire in modo efficiente i servizi ecosistemici

(Rinnovabili.it) – Contrastare la vulnerabilità degli ecosistemi fornendo strumenti efficaci di gestione e di autofinanziamento. È questo l’obiettivo di Making Good Natura, il progetto che ha preso il via ieri, in concomitanza della giornata di apertura dell’undicesima Conferenza delle Parti della CBD (convenzione diversità biologica), in corso a Hyderabad, in India, fino al 19 ottobre per definire un trattato legalmente vincolante che possa regolamentare l’utilizzo sostenibile della ricchezza naturale del pianeta. Ideato da una cordata di consorzi, accademie, associazioni e istituzioni guidate dal CURSA, il progetto intende infatti attribuire un valore quantitativo ai servizi ecosistemici che, al contrario di quanto accade per il turismo e i servizi ricreativi per esempio, sono fuori dal mercato, come gli habitat per le specie selvatiche, la conservazione del suolo, l’impollinazione o la purificazione dell’acqua. I dati territoriali saranno gestiti attraverso le tecnologie WebGis, a disposizione degli amministratori dei siti Natura 2000, e successivamente elaborati affinché chi protegge tali servizi venga remunerato. Come spiegato da CURSA, Making Good Natura “vuole applicare un modello di governance che si basi sull’individuazione di metodologie partecipative che implementino il pagamento per i servizi ecosistemici (PES) e di forme di autofinanziamento (per esempio permessi negoziabili, tasse per l’utilizzazione dei servizi, Verified Emission Reduction per l’assorbimento di CO2, attività commerciali, donazioni, etc.), utili ai gestori dei siti per ovviare alla scarsità di risorse per la conservazione della biodiversità”.

 

Gli oltre 190 governi riuniti in India prenderanno decisioni chiave sul futuro della biodiversità. Per Gianfranco Bologna, direttore scientifico WWF Italia (uno dei partner del progetto), per poter fermare la perdita di biodiversità in tutto il pianeta ed evitare ripercussioni sui sistemi economici e sociali globali è necessario che i governi sostanzino le promesse fatte con i fondi necessari. «Più che mai in una situazione di grave crisi economico-finanziaria globale – ha commentato Bologna – gli investimenti “verdi” sono fondamentali per costruire il nostro futuro o non saremo in grado di ricostituire il crescente deficit ecologico che stiamo accumulando». Nell’attesa di vedere come evolveranno le cose e contrariamente a quanto di norma accade in altri ambiti, l’Italia si presenta all’incontro internazionale con le carte in regola ed è uno dei pochi Paesi ad aver assolto uno degli impegni della X conferenza CBD: redarre un rapporto sull’analisi delle risorse finanziarie dedicate alla conservazione della biodiversità.

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