COVID-19: secondo l’ONU, curiamo i sintomi ma non le cause

La crescente domanda di carne e la distruzione della natura sono tra le principali cause scatenanti di malattie zoonotiche. Per l’Onu, serve un approccio “one health”.

Covid-19
Credits: Ryan McGuire da Pixabay

Un rapporto delle Nazioni Unite sulla pandemia di covid-19 lancia un allarme per il futuro

(Rinnovabili.it) – Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, dal titolo “Preventing the netx pandemic”, il mondo si sta limitando a trattare i sintomi della pandemia di covid-19, ma non sta curando le cause ambientali che l’hanno scatenata. Questo significa solo una cosa: per il futuro, ci dobbiamo aspettare un flusso continuo di zoonosi dovute ai cosiddetti salti di specie.

Anche prima del covid-19, ogni anno circa 2 milioni di persone morivano di malattie zoonotiche, soprattutto nei paesi più poveri. Dall’Ebola a Sars fino al virus del Nilo occidentale e alla febbre della Rift Valley, la causa principale della diffusione dei virus sta nella distruzione della natura da parte dell’uomo e nella crescente domanda di carne.

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Secondo il rapporto, un approccio “one health” – cioè in grado di tenere insieme la salute umana, animale e ambientale – è di vitale importanza, ma necessita molto più monitoraggio e ricerca sulle minacce e sui sistemi alimentari che possono provocare i salti di specie.

La fauna selvatica e il bestiame sono la fonte della maggior parte dei virus che infettano gli esseri umani. Tra i fattori trainanti di focolai, il report cita la crescente domanda di proteine ​​animali, l’agricoltura più intensiva e insostenibile, un maggiore sfruttamento della fauna selvatica, l’aumento dei viaggi globali e la crisi climatica. Inoltre, secondo i dati ONU, molti agricoltori, regioni e nazioni sono riluttanti a dichiarare focolai per paura di danneggiare il loro commercio.

“C’è stata una risposta molto forte al covid-19, ma è stata trattata come una sfida medica o uno shock economico, ha affermato la prof.ssa Delia Grace, autrice principale del rapporto e responsabile nel Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep) e l’International Livestock Research Institute (Ilri). “Ma le sue origini sono nell’ambiente, nei sistemi alimentari e nella salute degli animali.

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In altre parole, è un po’ come avere una malattia e decidere di trattare solo i sintomi e non curare la causa sottostante. Quest’atteggiamento, però, rischia di essere molto pericoloso: “un’intensa ondata di attività umane sta colpendo l’ambiente in tutto il pianeta, abbattendo il cuscinetto naturale che una volta proteggeva le persone da un numero di agenti patogeni, sottolinea Doreen Robinson, responsabile dell’Unità fauna selvatica di Unep.

Il report ONU, dunque, è l’ultimo severo avvertimento per i governi. “Al centro della nostra risposta alle zoonosi e alle altre sfide che l’umanità deve affrontare dovrebbe esserci la semplice idea che la salute dell’umanità dipende dalla salute del pianeta e dalla salute di altre specie“, ha affermato Andersen. “Se l’umanità offre alla natura la possibilità di respirare, sarà il nostro più grande alleato mentre cerchiamo di costruire un mondo più giusto, più verde e più sicuro per tutti”.

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