19 Marzo 2024
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Biodiversità

Giornata mondiale delle api 2023, proteggiamo gli impollinatori

La Giornata mondiale delle api 2023 vuole sensibilizzare le persone sul ruolo vitale delle api e degli altri impollinatori per l’agricoltura e per gli ecosistemi globali. La sicurezza alimentare dipende anche da loro, contribuiscono al 35% della produzione agricola totale mondiale. Ma conosciamo davvero le api?

La soglia di 1,5 gradi innesca punti di non ritorno per il 15% delle specie globali

I punti di non ritorno – quando l’habitat di una specie supera per 5 anni di fila le temperature mensili massime mai registrate da 170 anni – scatteranno su gran parte dell’areale di ogni singola specie in un tempo brevissimo, circa 10 anni. Impedendo alle specie di potersi adattare con i meccanismi classici dell’evoluzione

L’Europa irrora ancora mezzo mondo di pesticidi neonicotinoidi

Molecole come thiamethoxam, imidacloprid o clothianidin – che si sono dimostrate letali o molto pericolose per api, bombi o farfalle – sono ancora prodotte in grandi quantità in Europa da 17 aziende. L’export va soprattutto verso i paesi più poveri. Nel 2021, solo in Brasile, sono stati spediti abbastanza neonicotinoidi da irrorare tutto il centro e sud Italia

Pesticidi e fertilizzanti, ecco i responsabili della massiccia scomparsa degli uccelli in Europa

50 scienziati, guidati dall’Institut des Sciences de l’Évolution de Montpellier, riescono per la 1° volta a dettagliare quanto pesano sul declino dell’avifauna in Europa l’agricoltura intensiva, la crisi climatica, l’urbanizzazione e i cambiamenti nella copertura forestale. L’imputato numero uno sono pesticidi e fertilizzanti per l’impatto sulle catene trofiche

Perdita di biodiversità, un disastro creato dall’uomo

Un dettagliato rapporto sullo stato della biodiversità nei vari habitat lancia un allarme sullo stato di degrado ecologico del Pianeta. Molti ignorano che la perdita di biodiversità è un fatto grave, portare consapevolezza e conoscenza può invertire il trend e incoraggiare a intervenire prima che sia troppo tardi

Addio 40% della vita marina se non “nevica” più nella zona crepuscolare oceanica

Tra i 200 e i 1000 metri di profondità, la vita dipende dall’arrivo di materia organica e inorganica dagli strati superiori. Ma acque più calde riducono anche del 50% i nutrienti

Le specie a rischio estinzione entro il 2100 sono 1 su 8

Secondo l’Ipbes, la Piattaforma intergovernativa di politica scientifica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici, ci sono mezzo milione di “dead species walking”, specie che esistono ancora ma che sono condannate a sparire in pochi decenni a causa del degrado o della distruzione dei loro habitat

Espansione terre coltivate: nelle aree protette aumenta di 58 volte in 20 anni

Uno studio calcola per la 1° volta il tasso annuale di espansione della superficie di aree protette che viene utilizzata per uso agricolo. L’aumento tra 2000 e 2019 è di ben 58 volte. A questo ritmo, rispettare i target della Cop15 diventa “impegnativo”

Stiamo già mancando i target 2030 per proteggere la biodiversità

C’è un divario tra l’insorgere del cambiamento climatico o del degrado di un ecosistema e il concretizzarsi del suo effetto sulle specie animali. Anche di alcuni decenni. Ma questo ritardo non è preso in considerazione dai modelli in uso oggi

Finalmente il trattato Onu sull’alto mare è realtà: perché è così importante?

L’accordo è il 1° a istituire una tutela per le aree di mare che non ricadono nelle giurisdizioni nazionali, mettendo fine al far-west delle attività commerciali in mare aperto. Entrerà formalmente in vigore quando sarà ratificato da un numero sufficiente di paesi, che si riuniranno regolarmente in una conferenza delle parti (Cop)

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