ClimADA: il ghiacciaio dell’Adamello racconta mille anni di clima

È iniziata la seconda fase del progetto CLimADA, a cui partecipano partner pubblici e privati. Dopo l’estrazione di una carota di ghiaccio di 224 metri dal ghiacciaio dell’Adamello, l’analisi di laboratorio permetterà la ricostruzione degli eventi climatici e ambientali avvenuti negli ultimi mille anni e fare previsioni per il futuro. Purtroppo le valutazioni preliminari indicano che il ghiacciaio dell’Adamello difficilmente sopravviverà alla fine del secolo

ClimADA
By Sonse – Adamello, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=76177535

(Rinnovabili.it) – Nel 2021 i ricercatori del progetto ClimADA hanno estratto una carota di ghiaccio (ovvero un campione di forma cilindrica) di 224 metri dal ghiacciaio dell’Adamello, nelle Alpi Retiche.

Oggi la seconda fase di ClimADA permette di riavvolgere il nastro di mille anni comprendere i cambiamenti climatici che si sono succeduti nelle Alpi e nei territori circostanti.

CLimADA, partnership pubblico-privato

Al progetto ClimADA partecipano partner pubblici e privati: Fondazione Lombardia per l’Ambiente, Fondazione Cariplo, Regione Lombardia, Università di Milano-Bicocca, Politecnico di Milano, Università di Brescia, Comunità Montana di Valle Camonica-Parco dell’Adamello, Edison e Bayer.

Nei laboratori dell’EuroCOLD Lab di Milano-Bicocca sono iniziate le analisi per ricostruire le condizioni climatiche e ambientali dell’arco alpino centrale.

EuroCOLD Lab arriva a una temperatura di -50°; in due “camere bianche” a bassissimi livelli di contaminazione è possibile simulare le condizioni presenti in alta montagna e nelle regioni polari.

Nel frattempo continua la raccolta dei dati relativi a spostamento e temperatura rilevati dai quattro cavi in fibra ottica installati lungo la verticale di estrazione del ghiaccio: dati utili a capire i movimenti del ghiacciaio e quello che accadrà in futuro.

Capire l’impatto dell’uomo sull’ambiente

È la prima volta che viene applicato questo tipo di monitoraggio a un ghiacciaio alpino. Ne deriveranno informazioni che «anche in futuro saranno utili a geologi e glaciologi per prevedere la futura evoluzione del più grande e profondo ghiacciaio d’Italia.

Le misure del sensore a fibra ottica saranno successivamente integrate da dati satellitari, per seguire anche lo spostamento superficiale del ghiacciaio», ha spiegato Mario Martinelli, che lo ha progettato ed eseguito con il team del dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano.

Perché è importante investire in un progetto come ClimADA? Perché, come spiega Giovanni Fosti, presidente di Fondazione Cariplo, «investire nello studio dei cambiamenti climatici significa investire sul futuro del nostro ecosistema e su tutti gli aspetti ad esso collegati: vivibilità dei territori, salute delle persone, economia locale.

Per questo Fondazione Cariplo continua a sostenere il progetto ClimADA: grazie a questa seconda fase di ricerca sarà possibile avere nuovi elementi per capire quale è stato l’impatto dell’uomo sull’ambiente e quali sono le misure per ridurlo».

Indagine su quattro periodi

Al momento è in fase di definizione un piano di tagli della carota. Valter Maggi, responsabile dell’EuroCOLD Lab dell’Università di Milano-Bicocca, dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra, spiega che «saranno campionate sezioni di ghiaccio destinate alle misure degli isotopi stabili, necessarie per ricostruire l’origine delle masse d’aria che provocano le precipitazioni nevose sull’Adamello.

In parallelo verranno effettuati campionamenti per le misure delle polveri fini atmosferiche, dei pollini e dei macroresti vegetali e per le misure dei black carbons di origine antropica.

Sono previste anche datazioni di differente tipo (come radiocarbonio e Argon) necessarie per meglio capire la sequenza temporale degli eventi».

La ricostruzione degli eventi climatici e ambientali si concentra su quattro periodi: industriale; prima guerra mondiale (per valutare anche l’impatto delle operazioni belliche sulle aree montane); parte della piccola età glaciale del periodo pre-industriale; dagli ultimi trenta metri alla base della carota si potrà invece studiare l’evoluzione climatico ambientale di circa mille anni fa.

Secondo le valutazioni preliminari effettuate dal team dell’Università di Brescia, il ghiacciaio dell’Adamello difficilmente sopravviverà alla fine del secolo.

I risultati del progetto ClimADA chiariranno meglio gli effetti del riscaldamento globale e permetteranno previsioni più precise.

Dalla storia del passato le indicazioni per il futuro

Il ghiacciaio porta in sé la storia dei secoli passati e aiuta a individuare soluzioni per il futuro del Pianeta.

Tra gli obiettivi della Comunità Montana di Valle Camonica-Parco dell’Adamello c’è quello di partire dalla storia del ghiacciaio evidenziata da ClimADA per informare e sensibilizzare i cittadini, a partire dai più giovani, sulla necessità di operare scelte responsabili per la protezione dell’ambiente.

Anche quest’anno Edison, in linea con la politica aziendale di sostenibilità, insieme ai partner del progetto «consolida la collaborazione con le scuole delle valli che ospitano i nostri impianti di energia rinnovabile, rendendo protagonisti gli stessi studenti, che avranno la possibilità di analizzare le carote estratte sull’Adamello», dichiara Marco Stangalino, vice presidente esecutivo Power Asset.

«Se tutti comprendiamo l’importanza dell’interconnessione tra l’uomo e le condizioni climatiche, le giuste azioni sono più fattibili, perché ricche di significato», sottolinea Oliviero Valzelli, presidente del Consorzio Servizi Valle Camonica.

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