Disinformazione sul clima, la scienza va all’attacco di Big Oil

In una lettera aperta, 450 scienziati chiedono alle agenzie di comunicazione e di pubbliche relazioni di rifiutare incarichi che prevedono di disseminare cattiva informazione sulla crisi climatica

fake news sul clima
Via depositphotos.com

La disinformazione sul clima è in forte aumento, soprattutto via social

(Rinnovabili.it) – “In parole povere, le campagne pubblicitarie e di pubbliche relazioni per i combustibili fossili devono finire”. Il messaggio è chiaro e diretto, proprio come la relazione tra il cambiamento climatico e l’azione dell’uomo. E arriva da 450 scienziati che ogni giorno fanno ricerca e divulgazione sulla crisi climatica. Una fatica di Sisifo visto il volume di cattiva informazione e di disinformazione sul clima vera e propria messo in circolazione da chi protegge – a pagamento – gli interessi delle compagnie fossili.

La lettera aperta contro la disinformazione sul clima

“Per decenni, l’industria dei combustibili fossili ha ingannato il pubblico con campagne di greenwashing e ha sabotato l’azione per il clima, anche se la crisi climatica peggiora”, spiega Astrid Caldas, scienziata del clima presso l’Union of Concerned Scientists e firmataria della lettera aperta. Più le evidenze in mano alla scienza del clima diventano solide e incontrovertibili, più chi vuole restare ancorato alle fossili dà battaglia spargendo informazioni fuorvianti, senza un contesto adeguato o direttamente false.

L’idea dietro la lettera aperta, diramata dall’Union of Concerned Scientists insieme a Clean Creatives, è di attaccare il megafono invece della fonte originaria della disinformazione sul clima. Non c’è Big Oil nel mirino, quindi, ma le aziende di advertising e di pubbliche relazioni che disseminano messaggi confezionati ad hoc per sminuire la portata della crisi climatica o sviare l’attenzione dalle responsabilità delle compagnie fossili.

“Le compagnie di PR e di pubblicità che favoriscono la diffusione della disinformazione sul clima sono di ostacolo” a un’agenda politica basata sulla scienza del clima, continua Caldas. “Chiediamo loro di usare le loro competenze e risorse per allinearsi con la scienza e promuovere un’azione climatica coraggiosa, ambiziosa ed equa”. Infatti, le campagne portate avanti da questi soggetti sono “una delle più grandi barriere all’azione di governo che la scienza mostra essere necessaria per mitigare l’emergenza climatica in corso e scongiurare il disastro totale”. (lm)

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