El Niño, il climate change antropico l’ha reso più estremo e frequente

Uno studio pubblicato su Nature Reviews Earth and Environment usa modelli predittivi del clima per stabilire l’influenza dei gas serra generati dalle attività umane sul riscaldamento delle acque superficiali dell’oceano Pacifico, dove si formano le due fasi del fenomeno El Niño – Oscillazione meridionale

Ritorno di El Niño: presto nuovi record globali di caldo
crediti: Noaa

Il ritorno di El Niño in autunno potrebbe portare il mondo sopra gli 1,5°C entro 5 anni

(Rinnovabili.it) – I gas serra prodotti dall’uomo influenzano l’alternanza fra El Niño e La Niña. Almeno a partire dagli anni ’60, il cambiamento climatico di origine antropica ha avuto un ruolo nel rendere più estreme le due fasi dell’Oscillazione meridionale, il fenomeno di teleconnessione atmosferica che riscalda o raffredda il Pacifico orientale all’altezza dell’equatore con conseguenze per il clima di tutto il Pianeta. Lo sostiene uno studio pubblicato su Nature Reviews Earth and Environment.

El Niño e La Niña sono più estremi

I ricercatori del Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (CSIRO) australiano hanno utilizzato 40 modelli climatici per confrontare le temperature oceaniche dei 60 anni precedenti il 1960 con quelle dei successivi 6 decenni. Il responso sarebbe chiaro: gli estremi nelle temperature superficiali dell’oceano si sono intensificati del 10% rispetto al periodo pre-1960.

Anche se può sembrare una percentuale contenuta, gli effetti di questo fenomeno sono globali e spesso devastanti. L’effetto di El Niño e La Niña sul clima del Pianeta è difficile da sminuire. Il prossimo arrivo del “Bambino”, previsto per l’autunno di quest’anno, è uno dei fattori che ha spinto l’Organizzazione meteorologica mondiale a dichiarare che esiste un’altissima probabilità che uno dei prossimi 5 anni sarà il più caldo di sempre e supererà la fatidica soglia degli 1,5°C di riscaldamento globale. La sua controparte fredda, che ha appena terminato un ciclo eccezionale per lunghezza (3 anni), ha influito sul regime delle precipitazioni in molti quadranti, causando sia siccità (come quella in Africa orientale) che alluvioni.  

I risultati di questo studio sarebbero però da prendere con qualche cautela. L’influenza del climate change antropico su ENSO, come viene denominato il fenomeno che alterna El Niño e La Niña (El Niño – Southern Oscillation), è un tema delicato per via dell’accesso ai dati che sarebbero necessari per chiarire l’ampiezza effettiva di questa influenza. Vista la variabilità naturale molto accentuata di ENSO, infatti, sarebbero necessarie serie storiche più lunghe di 150 anni per avere risultati affidabili. Ma le rilevazioni dirette delle temperature dell’oceano sono iniziate relativamente da poco e monitorano pochi punti rispetto a quanto sarebbe necessario. Di contro, il ricorso ai modelli climatici usato dai ricercatori in questo studio semplifica alcuni aspetti della ricerca, ma non si basa su dati reali.

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