Il cambiamento climatico finisce nei tribunali di tutto il mondo

Un report del Graham Institute di Londra ha fatto il punto sulle cause legali legate alla crisi del clima: 1.300 i casi presentati in 28 Paesi di tutto il mondo.

cambiamento climatico cause giudiziarieGoverni, amministrazioni locali, industriali vengono sempre più spesso citati in giudizio come responsabili del cambiamento climatico

 

(Rinnovabili.it) – Cresce il numero delle cause legali connesse al cambiamento climatico: uno studio del Graham Research Institute della London School of Economics and Political Science ha registrato circa 1.300 casi intentati dal 1990 ad oggi da singoli cittadini, associazioni e amministrazioni locali in 28 Paesi in tutto il mondo.

 

Gli Stati Uniti restano la nazione con il maggior numero di casi giuridici connessi al climate change (1.023 cause), ma il fenomeno sta prendendo piede anche altrove, a dimostrazione di una crescente attenzione della società civile ai problemi legati alla crisi del clima e agli strumenti utili per combatterla: il report del Graham Institute riporta 53 casi giudiziari nel Regno Unito, 17 in Nuova Zelanda, 13 in Spagna, 5 in Brasile e Germania, ma la lista si allunga a nazioni come Australia, Pakistan, Sud Africa, Norvegia, Colombia, Olanda.

 

cambiamento climatico cause legali

 

Privati cittadini, organizzazioni non governative, imprese e persino governi locali stanno portando le imprese e amministrazioni centrali in tribunale per non averli protetti dagli effetti devastanti dei cambiamenti climatici o per aver contribuito al climate change in modo tale da incidere sulla loro salute o sostentamento.

 

Dall’insediamento dell’Amministrazione Trump, buona parte delle cause intentate negli States (129 su 154 tra il 2017 e il 2018) sono state presentate per sostenere misure a contrasto del cambiamento climatico a dispetto delle numerose politiche aggressive sul fronte energetico e ambientale varate dal tycoon.

 

Il report riporta diversi esempi di azioni legali intentate su suolo americano e non: a giugno 2019, una Corte d’Appello dell’Oregon ha valutato la causa intentata da 21 giovani attori contro il Governo degli Stati Uniti reo, secondo l’accusa, di alimentare il cambiamento climatico e di violare il loro diritto costituzionale alla vita, alla libertà e alla proprietà. Sul caso, il tribunale californiano deve ancora esprimersi se citare in giudizio l’Amministrazione Trump o se interrompere i progetti di estrazione di combustibili fossili nei dintorni di Portland.

 

In Olanda, la causa intentata dall’Urgenda Foundation ha costretto il Governo a rivedere i propri obiettivi di taglio delle emissioni, anche se i legali dell’amministrazione olandese hanno presentato appello contro la sentenza.

 

Quattro anni fa, in Pakistan, Ashgar Leghari, un contadino del sud Panjabi, ha accusato il Governo di non essere in grado di provvedere acqua, cibo e sicurezza energetica ai propri cittadini e di mancanze nell’affrontare la crisi climatica. Il tribunale locale che vagliò il caso sostenne l’accusa e stabilì per la prima volta il diritto a contestare l’eventuale scarsezza di azioni a contrasto del cambiamento climatico sulla base dei diritti umani.

 

“Ritenere responsabili Governi e industriali del fallimento nel contrasto al cambiamento climatico sta diventando un fenomeno globale– spiega Joana Setzer, principale autrice dello studio al Graham Institute – Fino a poco tempo fa le aziende non consideravano una causa giudiziari collegata al cambiamento climatico come un rischio, ma oggi è qualcosa che tutte le imprese dovrebbero prendere in considerazione”.

“Le controversie sono chiaramente una parte importante degli strumenti di coloro che cercano di affrontare il cambiamento climatico – ha concluso Joana Setzer – I casi giudiziari contribuiscono a una maggiore consapevolezza delle questioni relative ai cambiamenti climatici e possono imporre modifiche che potrebbero ridurre le emissioni di gas serra. Rimane comunque un’opzione costosa e potenzialmente rischiosa, se confrontata con altre come la definizione di politiche coerenti con la crisi del clima”.

 

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