Carenza idrica, la colpa è dell’agricoltura

Ad oggi 1,7 miliardi di persone vivono in aree dove le risorse idriche sotterranee e gli ecosistemi da loro sono sotto minaccia

(Rinnovabili.it) – Il mondo sta esaurendo le sue riserve idriche sotterranee più velocemente rispetto ai tempi necessari per i nuovi cicli di formazione. E la colpa è ovviamente dell’uomo. L’allarme è stato lanciato da un team di scienziati della McGill University di Montreal e dell’Università di Utrecht nei Paesi Bassi a lavoro sulla formulazione di un nuovo strumento per la valutazione della water footprint.

I ricercatori hanno combinato i modelli previsionali computerizzati delle risorse idriche sotterranee con i dati di utilizzo di queste acque forniti da ogni nazione della Terra. Hanno così scoperto che l’impronta delle acque sotterranee, ovvero la superficie terrestre che le utilizza, è circa 3,5 volte più estesa delle stesse falde acquifere. La ricerca suggerisce che attualmente circa 1,7 miliardi di persone, soprattutto in Asia, vivono in aree dove le riserve idriche sotterranee e gli ecosistemi che si basano su di loro sono già a rischio. A titolo esplicativo, si consideri la coltivazione del caffè: per una tazza di caffè servono 140 litri d’acqua, sia che i chicchi siano coltivati su un altopiano arido in Etiopia che in una foresta pluviale colombiana. Ma l’effetto dell’uso di quest’acqua sulla fornitura a disposizione per il territorio sarà molto differente, avendo nel primo caso una velocità di formazione molto più lenta del secondo.

“Fino ad ora, vi è stato modo di quantificare l’impatto dell’uso agricolo delle acque sotterranee in maniera coerente e globale”, spiegano i ricercatori. Ecco perché il lavoro degli scienziati si è concentrato sulla creazione di una mappa in grado di visualizzare – usando le falde acquifere come scala per i bilanci – input e output idrici e mostrare le differenze regionali. Il risultato? L’80 per cento delle falde acquifere nel mondo vengono sfruttate in modo sostenibile, ma ciò è annullato da un pesante ed eccessivo sfruttamento in alcune aree chiave come Asia e nord America.

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