Assorel: differenziata e consumi verdi le priorità degli Italiani

I dati Swg per Assorel rivelano che agli italiani interessa la qualità dell’ambiente. Raccolta differenziata ed energie rinnovabili non sono una moda, ma un imperativo morale

Differenziata rinnovabili e consumi verdi le priorità degli Italiani_(Rinnovabili.it) – La sostenibilità non è una moda, le rinnovabili vanno promosse e così la comunicazione e l’educazione ambientale. È il quadro che emerge osservando i risultati dell’indagine svolta da Swg per Assorel (Associazione Italiana delle Agenzie di Relazioni Pubbliche), presentata stamattina all’Ara Pacis di Roma. La relazione ha per titolo “Essere green, un driver competitivo anche in tempo di crisi”, e si concentra su opinioni e comportamenti degli italiani in materia di tutela dell’ambiente e consumi sostenibili. I dati della società di ricerca rivelano che, nel nostro Paese, l’attenzione su questi temi non è affatto bassa: le risposte degli intervistati forniscono una chiara indicazione alla classe dirigente, che finora non ha dimostrato grande permeabilità alle istanze “green”.

 

Innanzitutto non è vero che la raccolta differenziata non può funzionare. La statistica Swg fornisce dati che indicano l’interesse degli italiani per uno smaltimento più sostenibile dei rifiuti: 7 su 10 la considerano una pratica davvero importante per salvaguardare l’ambiente e la natura, mentre più del 55% dice di differenziare sempre carta, plastica e vetro (i dati Ispra 2012 stimano però al 39% la media della differenziata nazionale).  La metà sottolinea poi la buona abitudine di non gettare negli scarichi materiali nocivi per l’ecosistema. Subito dopo viene il tema dell’acqua: il 40% degli intervistati ha incluso fra le sue priorità green una attenzione allo spreco dell’oro blu. Solo il 21% considera fondamentale limitare l’utilizzo di auto e motocicli, ma più della metà dice di farlo, anche se poi il 62% dichiara che il mezzo con cui si sposta sempre è l’automobile (se si fa la somma con chi la utilizza spesso, saliamo al 95%).

 

E di chi è la colpa se l’ambiente non ottiene il dovuto rispetto, se l’inquinamento supera i livelli di guardia e dalle discariche tracimano i sacchetti? Innanzitutto – risponde il 53% del campione di Svg – sono i comportamenti individuali a caricarsi della responsabilità, ma le scelte politiche dei governi vengono subito dopo: secondo il 50%, infatti, la colpa o il merito dello stato di salute ambientale dipende in gran parte dall’amministrazione pubblica. Ciò non significa che le aziende siano esentate dall’assumersi un onere: il mondo dell’industria è tra i maggiori responsabili per 43 intervistati su 100.

 

Quel che stupisce, smentendo in parte il luogo comune che vede l’italiano scaricare sempre le colpe sul malgoverno, è la grande importanza attribuita al comportamento individuale. I cittadini sembrano aver compreso che le loro scelte, a livello micro, se sommate possono avere impatto globale. Sono più dell’80% gli intervistati che considerano il singolo individuo capace, con le sue azioni quotidiane, di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente e della natura (altrettanti pensano che non lo si faccia abbastanza). Si tratta di un’opinione che, se tradotta in comportamento, potrebbe davvero dare adito a mutamenti significativi. Alla buona volontà degli italiani, tuttavia, deve sommarsi un impegno delle istituzioni, così da permettere a queste buone intenzioni di tradursi in pratiche.

Tuttavia, una parte importante della classe dirigente è ancora convinta che lo sviluppo sostenibile e l’attenzione all’ambiente siano solo una moda: niente di più sbagliato, perché secondo il 76% dei cittadini si tratta invece di una cosa seria.

 

È per questo che ai primi posti, tra le soluzioni per una miglior tutela ambientale, gli italiani mettono l’educazione a uno stile di vita attento agli sprechi (52%), maggiori controlli sugli scarichi industriali (39%), uso di energie da fonti rinnovabili (34%) e incentivi all’utilizzo di materiali ecosostenibili (32%). Par di capire, a questo punto, che fra i nostri concittadini ci sia una gran voglia di orientarsi verso consumi più sostenibili, anche a livello energetico: fatto che sembra sfuggire al governo italiano, più orientato verso l’approvvigionamento da fonti fossili. Non è un mistero che le compagnie petrolifere siano sui blocchi di partenza, in attesa del via libera di Renzi alla trivellazione in Sicilia e Basilicata, mentre si votano tagli retroattivi sugli incentivi alle rinnovabili e si scoraggia lo sviluppo dell’efficienza energetica.

Articolo precedentePetrolio: gli USA sono il primo produttore mondiale
Articolo successivoRiciclare pneumatici fuori uso è più facile se sono fatti di riso?

3 Commenti

  1. I dati che avete riportato sono apparenti, a me risultano tutt’altri dati. Gli Italiani a chiacchere si dichiarano tutti ambientalisti, ma bisogna comprendere bene cosa intendono per ambientalista, perchè tra ambientalista vero e quello di facciata, c’è una differenza abissale, addirittura gli ambientalisti di facciata sono molto più dannosi per la natura di quelli che se ne infischiano dell’ambiente.
    Il discorso sarebbe molto lungo, perché la natura è molto complessa e per capirla e poterla rispettare veramente bisogna avere una ferrea formazione decennale o bisogna quantomeno viverci in mezzo con cognizione continua, altrimenti è meglio non interessarsene e lasciare le decisioni agli esperti.
    Per brevità descrivo lo stereotipo dell’ambientalista di facciata, senza sostanza, che purtroppo sono i più.
    Quasi sempre abitante di città, cultura quasi zero di botanica, non parliamo poi della fauna di cui conoscono in maniera discreta solo cani e gatti e qualche uccello.
    Non hanno la più pallida idea delle interazioni che vi sono fra le varie specie animali (insetti compresi) del ruolo che occupano nell’equilibrio naturale, fra chi è predatore e chi preda, della crudeltà con cui la natura regola l’insieme di questi equilibri. Idem per la flora, cosicché si mobilitano contro ogni tipo di morte (tranne quella degli insetti che li molestano) e contro ogni tipo di abbattimento di alberi, contro ogni tipo di fuoco, senza sapere che l’intero ecosistema si regola tramite l’ineluttabile flusso di morte e rinascita, senza sapere che anche il fuoco e l’eliminazione di alberi, in determinate maniere fanno parte fondamentale e naturale dell’ecosistema.
    Si mobilitano contro i pannelli fotovoltaici a terra ( non si sa perché) senza sapere che un ettaro di campo fotovoltaico fa risparmiare in centrale elettrica la combustione di 6000 quintali di carbone all’anno, e i campi FTV sono delle isole ecologiche per piante erbacee ed insetti ! Si inferociscono se si taglia qulche albero che sta sul ciglio della strada, anche se ha mietuto vittime, ovviamente non hanno mai piantato un albero o donato qualche centesimo per un rimboschimento. Sono contro l’abbattimento di cinghiali, lupi, volpi, cornacchie anche se in totale sovrannumero, in assenza di equilibrio, che per mancanza di alimentazione distruggono l’ecosistema e danneggiano pesantemente le attività agricole umane da milleni integrate nell’ambiente. Però loro amano l’agricoltura (fatta dagli altri) ed i prodotti bio dei contadini ! Sono in genere contro ogni uccisione, però castrano (per loro rispetto ovviamente !!) cani e gatti, non disdegnano bistecche, agnelli, conigli polli etc.
    ma il meglio deve venire: si fanno la doccia 2 volte al giorno (con acqua potabile !) utilizzano una confezione tra bagno schiuma e shampo alla settimana, bevono acqua in bottiglia, si cambiano almeno una volta al giorno, lavando i panni con detrsivi vari, cementano per bene ogni metro quadrato del loro cortile, salvo lasciare un po’ di prato inglese da annaffiare continuamente, hanno ribrezzo per lo sporco ! Si lo sporco, la terra la polvere, cosicché criticano i locali che non son ben puliti, lavati continuamente con detergenti aggressivi! Sono amanti del viaggio e ovviamente vanno in giro con auto roboanti che consumano almeno 2000 l di gasolio o benzina all’anno, gomme olio etc, non mettono pannelli solari, ne fotovoltaici ne termici, sono costosi ed impegnativi, ma vanno sistematicamente a caccia delle offerte commerciali qualunque esse siano.
    Qundo vanno a fare la scampagnata, però sono rispettosi, non buttano sacchetti di plastica, si riportano tutto a casa, piatti, bicchieri e posate di plastica, magari cambiate per il primo, il secondo ed il dolce. riportano tutto a casa, anche le bucce della frutta e buttano tutto nell’indifferenziata. Loro si che sono ecologici e sono anche contro le discariche e gli iceneritori.
    Loro si che sono ambientalisti e amano la natura, no quei rozzi contadini, che tagliano le piante, scavano tutto, ammazzano gli insetti e lasciano figliare i cani e i gatti e uccidono i cuccioli in sovrannumero, tengono le bestie nei recinti e poi le portano ai mattatoi, ammazzano i cinghiali che vanno nell’orto e le volpi che vanno nel pollaio ………………..

    • Gentile Giuseppe,
      i suoi rilievi sono in parte significativi. Come può notare, infatti, nella stesura dell’articolo abbiamo cercato di evidenziare la differenza fra le statistiche Ispra sulla raccolta differenziata di rifiuti urbani e le cifre che emergono dal sondaggio. Così come è stata sottolineata la contraddittorietà tra le diverse risposte sul tema della mobilità. Succede spesso, purtroppo, che anche un questionario anonimo presenti incongruenze tra atteggiamenti (cioè opinioni intorno a dei comportamenti) e comportamenti veri e propri degli intervistati. Esiste una dose di desiderabilità sociale delle risposte: il soggetto tende a fornire opinioni che siano socialmente più accettabili rispetto ad altre, fatto che vizia l’esito dei sondaggi. Si tende a sostenere di comportarsi in modo idealistico, perché mossi dal desiderio di non essere reputati devianti. E’ un meccanismo noto nelle scienze sociali, che va tenuto a bada quando si mette a punto un questionario, costruendo domande precise e il più neutre possibile, che non lascino spazio a queste “bugie a fin di bene”.
      Quanto al controllo della popolazione di animali, serve solo ai cacciatori. Si mettono continuamente in atto ripopolamenti clandestini dei boschi soltanto per essere legittimati dalle Regioni a passare qualche “bloody sunday” tra le felci. Crede che il problema sia la proliferazione di animali in un mondo che fra 50 anni sarà affollato da 10 miliardi di persone?

      • Non contesto il vostro articolo, che anzi mi piace, magari ne uscissero tutti i giorni sui media.
        Vi ho messo in guardia sul fatto che all’italiano piace la natura, il bello etc, ma è totalmente incoerente, perché poi all’atto pratico dimostra un comportamento totalmente opposto, dettato per lo più da profonda ed incancrenita ignoranza in fatto di formazione su naturalismo, ecosistemi, processi industriali, sistemi energetici etc, cioè su tutto ciò che ha invece diretto impatto sull’ambiente vero. L’ambientalismo è di tipo infantile, superficiale limitato all’apparenza ed al paesaggio. L’ambiente nella sua globalità e complessità e molto altro.
        In quanto alla popolazione incontrollata degli animali, la informo che la ove ci sono troppe cornacchie e troppe gazze, si stanno praticamente estinguendo un’infinità di uccelli minori (cardellini, frinquelli, merli, passeri, verdoni etc,)perché ne predano minuziosamente i nidi; la dove ci sono troppe volpi, si stanno estinguendo, fagiani, lepri e i gatti liberi; dove ci sono troppi cinghiali è un vero disastro ! distruggono il sottobosco, funghi, tartufi ed un’infinità di piante erbace soprattutto se tuberacee, etc. Inoltre questi animali interferiscono con le attività agricole, perchè invadono i campi coltivati, in realtà frugano anche nei cortili delle case. Il danno è enorme, non tenerne conto oltre ad ottusità, è mancanza totale di rispetto verso gli agricoltori che con questa piaga in più a le tante altre non possono fare altro che abbandonare l’attività. Chi volutamente ignora questo problema non merita rispetto, peraltro danneggia anche se stesso, giacché la produzione agricola è elemento primario indispensabile che va a vantaggio di tutti. Ma tornando agli animali, lasciarli fuori controllo, in un sistema dove l’uomo è parte integrante ed attiva dell’ecosistema, è una delle peggiori forme di mancanza di rispetto per quegli stessi animali. Gli animali e le piante che restano distrutti, che soccombono dall’eccesso di altri animali non sono figli di un Dio minore, hanno diritto di essere rispettati. L’uomo ha assunto il ruolo di dominatore incontrastato nel suo habitat, è quindi suo dovere intervenire con intelligenza regolando e controllando fauna e flora, affinché si mantenga il più possibile un equlibrio simile a quello naturale, se alcuni animali sono troppi bisogna abbatterli, se sono pochi bisogna ripopolare e l’attività agricola va salvagurdata, che peraltro se svolta senza uso di pesticidi fa parte fondamentale di un ecosistema consolidatosi da millenni. Le sembrerà paradossale, ma proprio perché fra 50 anni saremo 10 miliardi di persone, l’unica speranza per sopravvivere tutti, animali e uomini, è controllare adeguatamente ed intelligentemente la proliferazione di alcuni animali e salvaguardarne altri, controllare e centellinare le risorse della terra, vivere in maniera moderata, consumare solo quanto serve, sfruttare con intelligenza e sostenibilità le aree coltivabili, etc, etc….
        Cordiali saluti

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!