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Energia, la sfida

Creare le condizioni per la nascita del futuro sistema energetico, un sistema più sicuro, con minori emissioni e che non freni lo sviluppo economico globale. Questi gli affascinanti temi su cui ruota l’ultimo libro di Federico Rossi

Trattare, nel modo più semplice possibile, la questione energetica. Per fornire le conoscenze e le chiavi di lettura dei fenomeni e degli accadimenti in materia energetica, non soltanto  agli studenti –  delle facoltà di ingegneria e  di altri corsi di studio –  ma anche a quanti operano nel  settore oppure  si interessano, con passione, a un tema di grande attualità  e impatto sociale, come l’energia. E’ l’obiettivo di “Energia: quale futuro”, l’ultima fatica scientifico – letteraria di Federico Rossi, professore ordinario di Gestione dei Sistemi Energetici  presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università Federico II di Napoli. Il testo di Rossi – che, nella sua lunga carriera, è stato, fra l’altro, Rettore dell’Università di Cassino e segretario generale della CRUI, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Università e della Ricerca nel Governo Dini, Presidente della Rete Nazionale dei Nuclei di Valutazione  e verifica degli Investimenti Pubblici, componente del Consiglio di Amministrazione del CNR ove, da Vicepresidente ha assunto, per un certo periodo, le funzioni di Presidente –  analizza la nuova transizione energetica, definendo i contorni della sfida che  investe l’intero pianeta: come creare le condizioni per un sistema energetico più sicuro e con minori emissioni di CO2, senza frenare lo sviluppo economico globale? Rinnovabili.it, ha chiesto al professor Rossi  di accompagnare i lettori nel percorso che lui stesso ha seguito per individuare possibili risposte, sulla base  della sua  prestigiosa esperienza.

Professore,  nel libro Lei sottolinea la necessità  di una politica energetica globale. Perché?

Negli ultimi tempi, si sta finalmente affermando la consapevolezza della multidimensionalità del concetto di sviluppo: il benessere di un paese  non può essere misurato solo attraverso la crescita economica, ma anche attraverso la crescita sociale e la crescita della protezione ambientale. Tutte le politiche settoriali devono muoversi in questa direzione; tra queste, le politiche dell’energia assumono un ruolo cruciale.

I due aspetti che l’energia presenta, quello positivo dei benefici che arreca alla crescita economica e quello negativo dell’impatto che ha sull’ambiente, devono essere pesati, nella costruzione delle politiche, con lo stessa importanza. Questo per lungo tempo non è avvenuto: a partire dall’avvento della rivoluzione industriale, si è assistito a una sempre più massiccia utilizzazione di fonti di energia esauribili, facendo del soddisfacimento, ai minimi costi, di una domanda sempre crescente l’obiettivo prioritario delle politiche energetiche. La situazione che si è venuta a determinare, privilegiando il ruolo dell’energia come fattore propulsivo dello sviluppo economico, ha aumentato la disponibilità di beni materiali, ma ha anche posto le basi delle disparità attuali nei livelli di sviluppo tra le nazioni; essa, inoltre, ha esercitato una pressione via via crescente sul capitale naturale con perdita della qualità ambientale.

È una situazione, questa, che desta forti preoccupazioni. Su tutte, da qualche anno, quella relativa al riscaldamento globale del pianeta causato dal fenomeno dell’effetto serra che, come è noto, si manifesta a scala territoriale planetaria.

E non può essere diversamente, se si pensa che, per i prossimi anni, è previsto un aumento consistente dei consumi, soprattutto nei Paesi non-OCSE, e che a tale aumento si farà fronte con una sempre maggiore utilizzazione dei combustibili fossili. I consumi, dunque, vanno limitati, e vanno limitati in modo che le emissioni non portino la temperatura globale del pianeta a valori inaccettabili. Da qui, la necessità condivisa che la politica dell’energia trascenda i confini nazionali per assumere una dimensione globale. Una politica che, attraverso un grande processo di cambiamento, non solo di tipo scientifico e tecnologico, ma anche economico, sociale e istituzionale,contribuisca a portare tutto il mondo verso un sentiero di sviluppo sostenibile.

Come può avvenire questo?

Non si può certamente puntare su un modello di sostenibilità unico. È necessario comporre più modelli di sostenibilità, disegnati a partire dalle caratteristiche specifiche attuali dei singoli paesi. I paesi ricchi, che hanno ampiamente superato la capacità di carico del proprio ambiente, devono trovare l’insieme delle condizioni che rendano possibile indirizzare l’attuale modello verso uno più compatibile con le risorse ecologiche del pianeta. I paesi in via di sviluppo e quelli con economia in transizione verso un’economia di mercato devono ricostruire un sentiero di crescita, economica e sociale, meno distruttivo. I paesi ancora più poveri devono iniziare a crescere incanalando, da subito, il loro sviluppo sui binari giusti.

Ciò comporta che i limiti sulle emissioni non possono essere uniformi per tutte le nazioni, e comporta anche che i paesi più ricchi, in base al principio di equità, mettano a disposizione della comunità internazionale tutte le risorse finanziarie, le tecnologie e le competenze necessarie. Ovviamente, per attuare la politica descritta, occorrono tempi lunghi. Bisogna dunque saper attendere, ponendo sempre grande attenzione al problema della sicurezza degli approvvigionamenti, che è una mina contro la competitività dei sistemi economici. Ciò significa che le politiche nazionali non potranno non prendere atto che i combustibili fossili ci accompagneranno ancora per molto tempo e battersi per un loro uso più sostenibile.

Ma come si fa a governare una tale politica?

Trattandosi di una politica globale, il processo deve necessariamente partire da decisioni assunte a livello planetario, che devono, poi, essere trasferite, via via, fino al livello di governo più prossimo ai territori, dove le decisioni si trasformano in azioni concrete. È l’applicazione del principio di sussidiarietà, nelle sue declinazioni verticale ed orizzontale, che deve guidare tale processo.

Lei parla di “una sfida dagli esiti incerti”. Perché?

Creare le condizioni per sviluppare un sistema energetico più pulito senza compromettere o frenare lo sviluppo economico è certamente una grande sfida. Una sfida dagli esiti incerti: perché essa può esser vinta solo se si affermano un grande senso di responsabilità collettiva e un forte spirito di solidarietà, e perché tali valori ancora stentano ad imporsi nel mondo di oggi.

Quali sono le opportunità offerte da un cambiamento così forte?

La grande opportunità è quella di migliorare la qualità della vita, per la nostra e per le generazioni future. Inoltre, ogni grande cambiamento ha in sé le potenzialità per creare ricchezza e sviluppo occupazionale. Sfrutteranno tali potenzialità quei paesi che, integrando le politiche energetico – ambientali con le politiche industriali e della ricerca, sapranno portare avanti un’opera di trasformazione strutturale dei sistemi produttivi che veda la sostenibilità come un qualcosa di endogeno ai processi di sviluppo. Come già sta avvenendo in paesi come la Germania, ove l’affermarsi della clean economy ha consentito di raggiungere un grado di competitività tale da conquistare posizioni di punta nei mercati mondiali.

Fra le varie misure di mitigazione, qual è quella più importante?

Non v’è dubbio che le misure con il maggior potenziale economico di mitigazione sono quelle relative all’efficienza energetica, da attuarsi soprattutto negli usi finali in tutti i settori di consumo, in particolare nel settore del residenziale-terziario. Fondamentale è il ruolo della pubblica amministrazione, che deve essere di esempio e stimolo per tutti nella riduzione dei consumi, liberando, tra l’altro, risorse pubbliche da destinare ad altri fini.

Quali barriere si frappongono alla realizzazione degli obiettivi?

Esistono numerose barriere, che pesano in modo diverso a seconda dell’opzione strategica che si considera: barriere economiche, di mercato, di accettabilità sociale, informative, oltre che barriere legate a comportamenti erronei dei consumatori.

Come tentare di abbatterle?

C’è un insieme ampio e variegato di strumenti capaci di disincentivare alcuni comportamenti ed incentivarne altri. La scelta degli strumenti più idonei, la loro combinazione ottimale, la loro calibratura, l’individuazione dei destinatari, le modalità di gestione, sono tutti elementi che vanno a delineare un vero e proprio sistema regolatorio. Un sistema che è specifico di ciascun paese: la capacità di assicurare la coerenza tra fini e mezzi dipende dal contesto in cui si opera, poiché è questo che rende, tra l’altro, diverse le implicazioni di carattere distributivo e l’accettabilità sotto il profilo politico.

Come rendere efficaci tali strumenti?

E’indispensabile che tutti gli strumenti siano applicati all’interno di una cornice normativa stabile, chiara e burocraticamente snella, che solo un rapporto cooperativo tra autorità governative, imprese e pubblica amministrazione può creare. E’ necessario, poi, che essi siano periodicamente monitorati in modo da poterli eventualmente correggere o ricalibrare in funzione della valutazione del loro grado di efficacia, efficienza e sostenibilità economica. Ma, al di là del sistema regolatorio che si può impiantare, bisogna convincersi che la priorità è quella di puntare su una seria e costante attività di educazione e di formazione professionale.

Lei non dà un giudizio lusinghiero sulla politica energetica italiana. Perché?

Per l’Italia, che presenta una situazione energetica molto più difficile di quella europea, non si può non rilevare che, a fronte di criticità strutturali importanti, manca una politica adeguata. Manca, cioè, una politica che, a partire da un quadro di riferimento che sia chiaro e stabile a prescindere da chi governa, sappia decidere velocemente e portare avanti, senza tentennamenti e ripensamenti, le decisioni prese. Una politica che voglia e sappia concepire le relazioni con i vari livelli di governo in modo coordinato e sussidiario. Una politica che sappia investire sul futuro, sgombrando il campo dalla convinzione che gli investimenti a redditività differita, come quelli in istruzione, formazione e ricerca, non portano consensi elettorali. Una politica che sia capace di unificare i momenti di governo dei processi innovativi e che, quindi, sia capace di portare a sintesi, su un orizzonte temporale fissato, una pluralità di strategie proprie di settori diversi. Una politica, infine, che intenda la pratica della valutazione come processo di apprendimento per migliorarsi, superando gradualmente la concezione, abbastanza diffusa, che vede la valutazione come un qualcosa di esterno al processo di costruzione e attuazione degli interventi.

È da tutto quanto detto che deriva quel continuo accavallarsi di norme, frammentate, non coordinate, frequentemente contraddittorie, continuamente sottoposte a revisione, spesso illeggibili, che induce periodi di stallo, conflittualità, tensioni sociali, perdita di fiducia, sprechi.

La sensazione forte è che si improvvisi, anche sulla spinta di interessi corporativi che da più parti si manifestano. Ma procedere a vista, senza linee strategiche chiaramente definite, non è certamente il modo migliore per rispettare le decisioni europee, che appaiono spesso subite piuttosto che condivise, per cogliere le opportunità offerte dalla clean economy, per affrontare in maniera consapevole il problema della sicurezza degli approvvigionamenti, per rendere efficienti i mercati dell’energia.

Quando parla della scarsa capacità di concepire le relazioni con i vari livelli di governo in modo coordinato e sussidiario, a cosa in particolare si riferisce?

Mi riferisco in particolare alla scarsa capacità di sapere integrare le politiche nazionali con le politiche territoriali. Il caso dell’energia rappresenta un esempio paradigmatico della difficoltà di gestire il rapporto tra diversi livelli decisionali quando la definizione dei ruoli e delle competenze è poco chiara. Ci sono, infatti, materie nelle competenze concorrenti che intersecano trasversalmente materie di competenza esclusive dello Stato: la tutela dell’ambiente, la tutela della concorrenza, la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali.

Ciò comporta che, in mancanza di un quadro di principi generali nell’ambito del quale le Regioni devono legiferare, ciascun livello si senta autorizzato a prendere decisioni autonome, considerando ogni opposizione come una violazione dei propri diritti. Da qui, un caos istituzionale che comporta una forte conflittualità, così come testimoniato dalla consistenza del contenzioso costituzionale. Contenzioso che si traduce, a sua volta, in ostacoli e ritardi nella realizzazione di qualsiasi infrastruttura, e che inasprisce, sempre di più, l’eterno dibattito tra chi ritiene che le competenze in materia energetica vadano collocate a livello centrale e chi, invece, ritiene che vadano collocate a livello territoriale. Sono, queste, due posizioni estreme che non portano molto lontano: la materia energetica può essere adeguatamente trattata solo attraverso il concorso sostanziale delle potestà normative relative ai vari livelli di governo. Quello che sembra, quindi, realmente necessario è istituzionalizzare sedi e procedure di codecisione politica, cercando il consenso attraverso un approccio diretto con il territorio. Ma questo è, per il momento, un sogno, quello raccontato nell’ultimo paragrafo del libro.


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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


Rinnovabili • Giornata mondiale della terra

Giornata mondiale della terra: cos’è e quando si festeggia?

Giornata della Terra: l'evento che ogni anno mobilita un miliardo di persone per la salvaguardia del Pianeta Terra. - Earth Day

Giornata (mondiale) della Terra

Giornata mondiale della terra
Giornata Mondiale della Terra

La Giornata Mondiale della Terra è una manifestazione internazionale per la sostenibilità ambientale e la salvaguardia del nostro pianeta.

Conosciuta nel mondo come Earth Day, la Giornata della Terra di aprile, è levento green che riesce a coinvolgere il maggior numero di persone in tutto il pianeta. Si calcola infatti che ogni anno, nel periodo dell’equinozio di primavera, si mobilitino circa un miliardo di persone.

Storia della Giornata Mondiale della Terra

L’Istituzione della Giornata mondiale della Terra si deve a John McConnell, un attivista per la pace che si era interessato anche all’ecologia: credeva che gli esseri umani abbiano l’obbligo di occuparsi della terra e condividere le risorse in maniera equa. Nell’ottobre del 1969, durante la Conferenza dell’UNESCO a San Francisco, McConnell propose una giornata per celebrare la vita e la bellezza della Terra e per promuovere la pace. Per lui la celebrazione della vita sulla Terra significava anche mettere in guardia tutti gli uomini sulla necessità di preservare e rinnovare gli equilibri ecologici minacciati, dai quali dipende tutta la vita sul pianeta.

La proposta ottenne un forte sostegno e fu seguita dal festeggiamento del “Giorno della Terra” della città di San Francisco: la prima celebrazione della Giornata della Terra fu il 21 marzo 1970. La proclamazione della Giorno della Terra ufficializzava, con un elenco di principi e responsabilità precise, un impegno a prendersi cura del Pianeta. Questo documento venne firmato da 36 leader mondiali, tra cui il Segretario generale delle Nazioni Unite U Thant, Margaret Mead, John Gardner e altri (L’ultima firma di Mikhail Gorbachev è stata aggiunta nel 2000).

Un mese dopo, il 22 aprile 1970, la definitivaGiornata della Terra – Earth Day” veniva costituita dal senatore degli Stati Uniti Gaylord Nelson, come evento di carattere prettamente ecologista. Questa Giornata della Terra era però pensata come una manifestazione prettamente statunitense, fu Denis Hayes (il primo coordinatore dell’Earth Day) a rendere la manifestazione una realtà internazionale: dopo aver “contagiato” le città americane, Hayes fondò l’Earth Day Network arrivando a coinvolgere più di 180 nazioni.

giornata mondiale della terra 2023
Villaggio per la Terra 2023 a Roma

La proclamazione della Giornata della Terra si inseriva in un contesto storico dove si era appena presa coscienza dei rischi dello sviluppo industriale legato al petrolio: nel 1969 a Santa Barbara, California, una fuoriuscita di greggio aveva ucciso decine di migliaia di uccelli, delfini e leoni marini. L’opinione pubblica ne fu scossa e gli attivisti iniziarono a ritenere necessaria una regolamentazione ambientale per prevenire questi disastri.

earth day giornata terra
Nel 2020 si è celebrato il 50° anniversario della Giornata Mondiale della Terra – Earth Day

Giornata Mondiale della Terra: le prime celebrazioni

Le prime celebrazioni del Giorno della Terra si svolsero in duemila college e università , circa diecimila scuole primarie e secondarie e centinaia di comunità negli Stati Uniti. Anche se l’evento ebbe una portata nazionale si dovette aspettare il 1990 per vedere un altro Earth Day significativo.

Nel 1990 la Giornata della Terra mobilitò 200 milioni di persone in 141 paesi ponendo l’attenzione sulle questioni ambientali nel palcoscenico mondiale. Le attività del giorno della Terra nel 1990 diedero un impulso enorme alla cultura del riciclo in tutto il mondo e contribuirono ad aprire la strada per il Summit della Terra organizzato dalle Nazioni Unite nel 1992 a Rio de Janeiro.

Per trasformare la Giornata della Terra in un evento annuale, piuttosto che uno che si verificava ogni 10 anni, Nelson e Bruce Anderson, organizzatori principali dell’ Earth Day New Hampshire nel 1990, hanno costituito Earth Day USA. Questo comitato ha coordinato le successive celebrazioni del Giorno della Terra fino al 1995, incluso il lancio di EarthDay.org. Dopo il 25 °anniversario del 1995, l’organizzazione passò all’attuale Earth Day Network.

Nel 2000 la Giornata mondiale della Terra combinò lo spirito originale dei primi Earth Day con l’internazionalismo dell’evento del ’90. Il 2000 fu il primo anno in cui venne usato Internet come strumento principale di organizzazione: questo si rivelò prezioso a livello nazionale e internazionale. Kelly Evans direttore esecutivo, arruolò più di 5.000 gruppi ambientali al di fuori degli Stati Uniti, raggiungendo centinaia di milioni di persone con un record di 183 paesi. Leonardo DiCaprio fu l’ospite ufficiale dell’evento, e in circa 400.000 parteciparono all’evento principale non ostante la pioggia fredda di quel giorno.

Alcuni scatti dal Villaggio per la Terra 2018 (Earth Day – Giornata della Terra a Roma)

La Giornata Mondiale della Terra Oggi: Una Festa Globale

Grazie al crescente interesse per la manifestazione, oggi la Giornata mondiale della Terra è diventata la Settimana mondiale della Terra: nei giorni vicini al 22 aprile, numerose comunità festeggiano per un’intera settimana con attività incentrate sulle tematiche ambientali più attuali. Gli eventi vengono utilizzati per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche della sostenibilità, e dagli attivisti, per fare analisi degli scenari odierni e proporre soluzioni concrete. Nel 2017, durante la Settimana della Terra e in aperto contrasto con le nuove “politiche negazioniste” di Trump,  si è svolta in decine di città, la Marcia per la Scienza, seguita dalla mobilitazione popolare del clima (29 aprile 2017).

Nell’ambito dell’Earth Day Network, “Earth Day Italia” è considerato uno dei migliori comitati organizzativi, tanto che nel 2015 l’organizzazione italiana è divenuta sede europea del network internazionale. L’edizione del 2016 ha rappresentato un momento di straordinaria importanza per Earth Day Italia, grazie al succedersi di eventi importanti fra cui l’eccezionale visita a sorpresa di Papa Francesco e il collegamento in live streaming con il Ministro Galletti da New York, in occasione della storica firma del primo accordo universale sul cambiamento climatico (COP21).

Villaggio per la Terra – Roma 2017

Ogni anno a Roma, nella bella cornice di Villa Borghese, prende vita il Villaggio per la Terra: una settimana di eventi per tutte le età, che culminano con una serie di imperdibili concerti.

Nel 2017 tra la Terrazza del Pincio e il Galoppatoio di Villa Borghese, Earth Day Italia ha organizzato 5 giorni in cui si sono alternati eventi sportivi, concerti, esposizioni, mostre, convegni, spettacoli, laboratori, attività didattiche, giochi per bambini e ottimo cibo.

Tra i tanti eventi che hanno caratterizzato il Villaggio per la Terra 2017, il principale è stato il Concerto per la Terra. La serata gratuita, che ha preso il nome di “Over the Wall, Mecenati della Bellezza”, è stata presentata da Fabrizio Frizzi ed ha visto la partecipazione degli Zero Assoluto, Noemi, Sergio Sylvestre, Soul System, Ron e La Scelta.

Nel Galoppatoio di Villa Borghese il Villaggio dello Sport ha offerto a tanti la possibilità di praticare decine di discipline sportive differenti, di sperimentare simulatori sportivi virtuali, di assistere alle dimostrazioni di grandi campioni e di lanciarsi in gare, tornei e contest sempre divertenti e all’insegna della sostenibilità. In questo contesto il Coni, il Comitato Paralimpico e decine tra federazioni, associazioni e società sportive, club e campioni hanno offerto un importante contributo in difesa dei valori più autentici dello sport e dell’ambiente.

A caratterizzare maggiormente le attività per i giovani studenti romani è stato il premio “Io Ci Tengo” (#IoCiTengo). Nato per portare l’attenzione delle scolaresche sulle tematiche ambientali, il premio ha cercato di catalizzare progetti, lavori artistici e reportage che raccontassero in maniera innovativa e rivoluzionaria come trasformare il deserto di cemento delle nostre città in una foresta. Fu proprio Papa Francesco, con una partecipazione a sorpresa durante l’edizione 2016, a lanciare il messaggio “Voi trasformate deserti in foreste”. Le scuole hanno partecipato in tanti modi: foto, disegni, articoli, storie e video; con fantasia e immaginazione hanno conquistato l’attestato di Testimone della Terra 2017, mentre i vincitori sono stati nominati Ambasciatrici della Terra 2017.

Inoltre, durante il Villaggio per la Terra, sono state dedicate delle intere giornate sia alla mobilità sostenibile che ai libri, riconoscendo alla mobilità green e alla cultura ruoli fondamentali nel cambiamento verso una cultura della sostenibilità.

Villaggio per la Terra – Roma 2018

La Giornata Mondiale della Terra delle Nazioni Unite è stata celebrata anche nel 2018 con una grande partecipazione che ha portato a Villa Borghese oltre 150.000 persone. Questa 48ª edizione ha visto un Earth Day ricchissimo di iniziative ed venti. Cinque giornate (dal 20 al 25 aprile) dedicate alla tutela del Pianeta con un focus sui 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite con altrettante piazze multimediali dedicate agli obiettivi che hanno ospitato talk, laboratori e mostre.

Le attività per i giovani erano inquadrate dal Villaggio per lo Sport, dal Villaggio per Bambini e dal Villaggio per ragazzi.

Il Villaggio per lo Sport ha offerto tantissimi giochi gratuiti e assistiti, ma anche dimostrazioni e tornei. Il Villaggio per Bambini ha ospitato molte attività didattiche che hanno divertito i piccoli, dal grande Parco della Biodiversità dei Forestali, alla Pompieropoli dei Vigili del Fuoco, dagli esperimenti su vulcani e terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica, al Planetario dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.

Il Villaggio dei Ragazzi, dedicato ai più grandicelli e alla scuola è stato protagonista del Festival dell’Educazione alla Sostenibilità e degli Stati Generali dell’Ambiente dei Giovani. A completare i programma per gli adolescenti tanti workshop, iniziative e la staffetta planetaria per la pace #RUN4UNITY.

Durante tutte e cinque i giorni i bambini si sono potuti cimentare con l’Orienteering, il canottaggio simulato, pallavolo, cavalcata sui pony, scherma, ping pong, e-bike, pallamano, tennis, calcio, tiro a segno con la fionda, tiro con l’arco e una alta parete da arrampicata.

Giornata della Terra 2019, proteggiamo la nostre specie

Protect our species – Proteggi le nostre specie”. Questo il tema della Giornata della Terra 2019. Oggi gli scienziati parlano senza troppe remore di una sesta estinzione di massa, di un “annichilimento biologico” della fauna selvatica. E a differenza delle precedenti cinque estinzioni di massa, causate da catastrofi e disastri naturali, questo sarebbe il primo evento provocato dall’uomo. La distruzione e lo sfruttamento degli habitat unitamente agli effetti del cambiamento climatico stanno, infatti, guidando la perdita di metà della popolazione mondiale di animali selvatici.

Tutti gli esseri viventi hanno un valore intrinseco e ognuno gioca un ruolo unico nella complessa rete della vita – scrive Eart Day Network – Dobbiamo lavorare insieme per proteggere le specie minacciate e in via di estinzione: api,  barriere coralline, elefanti, giraffe, insetti, balene e altro ancora. La buona notizia è che il tasso di scomparsa può ancora essere rallentato e molte delle nostre specie in declino possono recuperare ma solo a patto di lavorare assieme per costruire un movimento globale di consumatori, elettori, educatori, leader religiosi e scienziati che pretendano un’azione immediata”.

L’appuntamento 2020 con la Giornata Mondiale della Terra diventa una maratona online

Nel 2020 la manifestazione ha celebrato il suo 50esimo anniversario in corrispondenza delle prime chiusure nazionali per arginare la pandemia di COVID-19. Ma la crisi del coronavirus non ha intaccato lo spirito della manifestazione che, in risposta ai lockdown e alle cancellazioni degli eventi in pubblico, si è trasformata in una gigantesca maratona virtuale. Una staffetta digitale che, per 24 ore, ha attraversato il globo raccogliendo azioni grandi e piccole, testimonianze e impegni a favore del Pianeta. “Il coronavirus può costringerci a mantenere le distanze, non ci costringerà a mantenere bassa la voce”, hanno spiegato gli organizzatori dell’Earth Day 2020. “L’unica cosa che cambierà il mondo è chiedere tutti assieme un nuovo modo di procedere. Potremmo essere separati, ma grazie al potere dei media digitali, siamo anche più connessi di prima”. Tema dell’edizione, l’azione per il clima. La pandemia virale ha sottolineato ancora una volta l’importanza di continuare a impegnarsi per contrastare i cambiamenti climatici. D’altra parte il riscaldamento globale è stato segnalato tra le concause della diffusione del Sars-Cov2, assieme all’intenso sfruttamento ambientale e alla distruzione della biodiversità e degli habitat naturali. Gli scienziati hanno avvertito che abbiamo poco più di un decennio per dimezzare le emissioni ed evitare gli impatti più devastanti su fornitura alimentare, sicurezza nazionale, salute globale, condizioni meteo e altro ancora. Tra le azioni da mettere in campo, la Giornata ha promosso la partecipazione all’Earth Challenge 2020, progetto dedicato alla creazione della più grande comunità di Citizen Science (Scienza dei cittadini). Grazie ad un app, disponibile in 11 lingue, è possibile divenire delle sentinelle ambientali, raccogliendo dati che saranno integrati in un’unica piattaforma su qualità dell’aria, l’inquinamento da plastica, qualità idrica, sicurezza alimentare e impatto sul clima locale.

Nel 2021 la maratona per la Giornata Mondiale della Terra era online con una lunga diretta multimediale.

Nel 2021 la Giornata Mondiale della Terra (Earth Day) è stata una maratona multimediale con 13 ore di diretta televisiva. La diretta televisiva è iniziata alle 7:30 del 22 aprile per proseguire fino alle 20:30: dagli studi televisivi di Via Asiago RaiPlay si è collegata con tanti programmi RAI durante tutta la giornata.

In diretta e on demand anche sulla piattaforma www.onepeopleoneplanet.it , numerosi sono stati i contributi, dalla galassia di partner, associazioni, istituzioni, testimonial, esponenti del mondo della scienza, della cultura, dell’arte, dello spettacolo e dello sport.

Nel 2022 la Giornata mondiale della Terra sarà una maratona caratterizzata dal Concerto per la Terra di Earth Day Italia, con la direzione artistica del Maestro Giovanni Allevi 

villaggio per la terraAllevi, compositore di fama internazionale, è stato nominato Ambassador dello Earth Day European Network durante la COP26 di Glasgow. Il concerto sarà uno spettacolo che il Maestro vuole dedicare alle nuove generazioni in vista della prossima Conferenza sul Clima dell’ONU. L’evento vuole mettere in collegamento tanti artisti provenienti da tante parti del mondo: un’unione artistica in grado di superare ogni confine e diversità, la “Voce della Terra”.

Come ogni anno Rinnovabili.it sarà media partner e trasmetterà parte della diretta sul sito e sui canali social. Segui la diretta visitando il sito OnePeopleOnePlanet

Segui gli hashtag ufficiali #OnePeopleOnePlanet #EarthDay2022 #OPOP22 #IoCiTengo

Earth Day Italia 2023: una staffetta di voci per il Pianeta

In occasione della Giornata Mondiale della Terra 2023, torna con la sua quarta edizione la Maratona Multimediale #OnePeopleOnePlanet (#OPOP) di Earth Day Italia. Una staffetta live che dalla Nuvola di Fuksas porterà in diretta su Rai Play dalle 8 di mattina talk show, collegamenti internazionali, testimonianze artistiche, scientifiche e istituzionali. Per culminare alle 21.00 nell’atteso Concerto per La Terra, con grandi cantanti del calibro di Leo Gassmann, Ermal Meta e Tommaso Paradiso.

Ma prima di arrivare alla maratona del 22 aprile, il Galoppatoio di Villa Borghese aprirà le porte il Villaggio per la Terra: 17 piazze multimediali guidate da giovani universitari di diversi atenei che dal 21 al 25 aprile approfondiranno 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Nel palco principale allestito sulla Terrazza del Pincio, invece, si daranno il cambio quotidianamente Talk Show e performance di street artist di fama internazionale che realizzeranno delle opere sul tema ambientale.

 “Le celebrazioni italiane della Giornata della Terra  – spiega Pierluigi Sassi, Presidente di Earth Day Italia – hanno caratteristiche uniche perché nascono da una storia unica. Storia d’incontro e di dialogo con centinaia di organizzazioni, che negli anni, insieme al Movimento dei Focolari, abbiamo imparato ad accogliere e valorizzare. Crediamo che il nostro vero lavoro sia proprio questo: creare ponti tra persone, tra organizzazioni, tra Paesi, che hanno davvero tanto da dire e da dare ma che a volte solo nel nostro evento trovano l’occasione giusta per iniziare a lavorare insieme”.

Giornata Mondiale della Terra 2024, Pianeta vs Plastica

“Pianeta contro Plastica”, questo il tema che contraddistingue la 54ma edizione della manifestazione. La Giornata Mondiale della Terra 2024 non poteva che affrontare uno dei problemi più sentiti a livello globale quando si parla di tutela amabientale. Riflettori puntati dunque sull’inquinamento dei rifiuti plastici, con l’obiettivo di sollecitare un’azione che riduca l’usa e getta, metta al bando il fast-fashion e investa in tecnologie e materiali alternativi ai polimeri di origine fossile. Chiedendo un riduzione del 60% della produzione di plastica entro il 2024.

In Italia il conto alla rovescia verso l’Earth Day 2024 sarà scandito quest’anno da due eventi:

  • il Villaggio per la Terra a Villa Borghese e sulla suggestiva Terrazza del Pincioa Roma: 600 eventi gratuiti e aperti a tutti, tra laboratori ludici e didattici, lezioni, incontri e dibattiti sui temi della sostenibilità ambientale, sociale e dell’innovazione, presentazioni di libri, proiezioni, giochi, dimostrazioni e pratiche sportive, spettacoli, esibizioni musicali e artistiche, e altri eventi culturali.
  • il Festival dell’Innovability presso la Casa del Cinema a Roma, pensato per celebrare anche la Giornata mondiale della Creatività e dell’Innovazione che le Nazioni Unite.

Entrambi si apriranno il 18 aprile per proseguire fino a domenica 21 per culminare il 22 aprile nella ormai consueta #OnePeopleOnePlanet, la maratona multimediale di 16 ore, dall’auditorium della Nuvola di Fuksas.

Giornata mondiale della terra 2021

Giornata mondiale della terra 2020

Giornata mondiale della terra 2019

Visita il sito di Earth Day Italia

Visita il sito del Villaggio per la Terra 2018

Visita la pagina dedicata al Villaggio per la Terra 2017

Visita la pagina dedicata alla Marcia per la Scienza 2017

Visita il sito di Earth Day Network

Leggi il nostro articolo sul Earth Day 2017

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Rinnovabili • Batterie al sodio allo stato solido

Batterie al sodio allo stato solido, verso la produzione di massa

Grazie ad un nuovo processo sintetico è stato creato un elettrolita di solfuro solido dotato della più alta conduttività per gli ioni di sodio più alta mai registrata. Circa 10 volte superiore a quella richiesta per l'uso pratico

Batterie al sodio allo stato solido
via Depositphotos

Batterie al Sodio allo Stato Solido più facili da Produrre

La batterie allo stato solido incarnano a tutti gli effetti il nuovo mega trend dell’accumulo elettrochimico. E mentre diverse aziende automobilistiche tentano di applicare questa tecnologia agli ioni di litio, c’è chi sta percorrendo strade parallele. É il caso di alcuni ingegneri dell’Università Metropolitana di Osaka, in Giappone. Qui i professori Osaka Atsushi Sakuda e Akitoshi Hayash hanno guidato un gruppo di ricerca nella realizzazione di batterie al sodio allo stato solido attraverso un innovativo processo di sintesi.

Batterie a Ioni Sodio, nuova Frontiera dell’Accumulo

Le batterie al sodio (conosciute erroneamente anche come batterie al sale) hanno conquistato negli ultimi anni parecchia attenzione da parte del mondo scientifico e industriale. L’abbondanza e la facilità di reperimento di questo metallo alcalino ne fanno un concorrente di primo livello dei confronti del litio. Inoltre l’impegno costante sul fronte delle prestazioni sta portando al superamento di alcuni svantaggi intrinseci, come la minore capacità. L’ultimo traguardo raggiunto in questo campo appartiene ad una ricerca cinese che ha realizzato un unità senza anodo con una densità di energia superiore ai 200 Wh/kg.

Integrare questa tecnologia con l’impiego di elettroliti solidi potrebbe teoricamente dare un’ulteriore boost alla densità energetica e migliorare i cicli di carica-scarica (nota dolente per le tradizionali batterie agli ioni di sodio). Quale elettrolita impiegare in questo caso? Quelli di solfuro rappresentano una scelta interessante grazie alla loro elevata conduttività ionica e lavorabilità. Peccato che la sintesi degli elettroliti solforati non sia così semplice e controllabile. Il che si traduce in un’elevata barriera per la produzione commerciale delle batterie al sodio allo stato solido.

Un Flusso di Polisolfuro reattivo

É qui che si inserisce il lavoro del team di Sakuda a Hayash. Gli ingegneri hanno messo a punto un processo sintetico che impiega sali fusi di polisolfuro reattivo per sviluppare elettroliti solidi solforati. Nel dettaglio utilizzando il flusso di polisolfuro Na2Sx come reagente stechiometrico, i ricercatori hanno sintetizzato due elettroliti di solfuri di sodio dalle caratteristiche distintive, uno dotato della conduttività degli ioni di sodio più alta al mondo (circa 10 volte superiore a quella richiesta per l’uso pratico) e uno vetroso con elevata resistenza alla riduzione.

Questo processo è utile per la produzione di quasi tutti i materiali solforati contenenti sodio, compresi elettroliti solidi e materiali attivi per elettrodi“, ha affermato il professor Sakuda. “Inoltre, rispetto ai metodi convenzionali, rende più semplice ottenere composti che mostrano prestazioni più elevate, quindi crediamo che diventerà una metodologia mainstream per il futuro sviluppo di materiali per batterie al sodio completamente allo stato solido“.  I risultati sono stati pubblicati su Energy Storage Materials and Inorganic Chemistry .

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


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Fotovoltaico, ecco il materiale quantistico con un’efficienza del 190%

Un gruppo di scienziati della Lehigh University ha sviluppato un materiale dotato di una efficienza quantistica esterna di 90 punti percentuali sopra quella delle celle solari tradizionali

fotovoltaico materiale quantistico
via Depositphotos

Nuovo materiale quantistico con un assorbimento solare medio dell’80%

Atomi di rame inseriti tra strati bidimensionali di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. Questa la ricetta messa a punto dai fisici Srihari Kastuar e Chinedu Ekuma nei laboratori della Lehigh University, negli Stati Uniti, per dare una svecchiata alla prestazioni delle celle solari. Il duo di ricercatori ha così creato un nuovo materiale quantistico dalle interessanti proprietà fotovoltaiche. Impiegato come strato attivo in una cella prototipo, infatti, il nuovo materiale ha mostrato un assorbimento solare medio dell’80%, un alto tasso di generazione di portatori fotoeccitati e un’efficienza quantistica esterna (EQE) record del 190%. Secondo gli scienziati il risultato raggiunto supera di gran lunga il limite teorico di efficienza di Shockley-Queisser per i materiali a base di silicio e spinge il campo dei materiali quantistici per il fotovoltaico a nuovi livelli. 

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L’efficienza quantistica esterna

Tocca fare una precisazione. L’efficienza quantistica esterna non va confusa con l’efficienza di conversione, il dato più celebre quando si parla di prestazioni solari. L’EQE rappresenta il rapporto tra il numero di elettroni che danno luogo a una corrente in un circuito esterno e il numero di fotoni incidenti ad una precisa lunghezza d’onda

Nelle celle solari tradizionali, l’EQE massimo è del 100%, tuttavia negli ultimi anni alcuni materiali e configurazioni avanzate hanno dimostrato la capacità di generare e raccogliere più di un elettrone da ogni fotone ad alta energia incidente, per un efficienza quantistica esterna superiore al 100%. Il risultato di Kastua e Ekuma, però, rappresenta un unicum nel settore.

Celle solari a banda intermedia

Per il loro lavoro due fisici sono partiti da un campo particolare della ricerca fotovoltaica. Parliamo delle celle solari a banda intermedia (IBSC – Intermediate Band Solar Cells), una tecnologia emergente che ha il potenziale per rivoluzionare la produzione di energia pulita. In questi sistemi la radiazione solare può eccitare i portatori dalla banda di valenza a quella di conduzione, oltre che direttamente, anche in maniera graduale. Come?  “Passando” per l’appunto attraverso stati di una banda intermedia, livelli energetici specifici posizionati all’interno della struttura elettronica di un materiale creato ad hoc. “Ciò consente a un singolo fotone di provocare generazioni multiple di eccitoni attraverso un processo di assorbimento in due fasi“, scrivono i due ricercatori sulla rivista Science Advances.

Nel nuovo materiale quantistico creato dagli scienziati della Lehigh University questi stati hanno livelli di energia all’interno dei gap di sottobanda ideali. Una volta testato all’interno di una cella fotovoltaica prototipale il materiale ha mostrato di poter migliorare l’assorbimento e la generazione di portatori nella gamma dello spettro dal vicino infrarosso alla luce visibile. 

La rivoluzione dei materiali quantistici

Il duo ha sviluppato il nuovo materiale sfruttando i “gap di van der Waals”, spazi atomicamente piccoli tra materiali bidimensionali stratificati. Questi spazi possono confinare molecole o ioni e gli scienziati dei materiali li usano comunemente per inserire, o “intercalare”, altri elementi per ottimizzare le proprietà dei materiali. Per la precisione hanno inserito atomi di rame tra strati di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. “Rappresenta un candidato promettente per lo sviluppo di celle solari ad alta efficienza di prossima generazione – ha sottolineato Ekuma – che svolgeranno un ruolo cruciale nell’affrontare il fabbisogno energetico globale“.

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