La Gran Bretagna rischia seri problemi di scarsità di acqua

Secondo l’Agenzia per l’Ambiente il Paese potrebbe dover affrontare una grave crisi idrica entro il 2050 a causa dei grandi sprechi, dei cambiamenti climatici e dell’aumento di popolazione

scarsità di acqua

 

Un settore che contribuisce al problema della scarsità idrica è quello dell’energia: dal fracking per estrarre il gas di scisto alle tecniche per catturare e immagazzinare emissioni di carbonio 

(Rinnovabili.it) – La Gran Bretagna potrebbe essere interessata da una significativa scarsità di acqua entro il 2050, in particolare nel Sud-est del Paese. Lo dice l’Agenzia per l’Ambiente (Environment Agency – EA), che indica tra le causa di una possibile crisi idrica il fatto che molte fonti di approvvigionamento idrico siano già state sfruttate eccessivamente, le conseguenze che i cambiamenti climatici porteranno sul territorio – si parla di inverni molto piovosi ed estati estremamente secche che metteranno in crisi al fauna e la flora – e la crescita della popolazione – che entro il 2026 dovrebbe toccare i 58,5 milioni – Proprio per questa ragione l’Agenzia avverte: è necessario che tutti, dai privati alle aziende, usino meno acqua per frenare le perdite e per evitare future carenze idriche nonché danni ai fiumi e alla fauna e flora selvatica.

 

In Inghilterra nel 2016 sono stati sottratti all’incirca 9.500 miliardi di litri d’acqua dolce, mentre 3 miliardi di litri al giorno sono persi a causa di perdite dalle tubazioni, equivalenti alla quantità di acqua utilizzata da più di 20 milioni di persone in un giorno medio. Tra i grandi spreconi ci sono le famiglie che registrano un uso medi di 140 litri di acqua a persona al giorno. Tutti dati significativi che mostrano come un terzo dell’acqua prelevata dall’ambiente naturale venga sprecata attraverso perdite, sia durante il trattamento dell’acqua che a casa. Nel 2017 la quantità di acqua estratta dall’ambiente per uso domestico, industriale e agricolo è derivata per il 28% dalle risorse idriche sotterranee e per il 18% da acque superficiali come i fiumi.

“Abbiamo bisogno di cambiare il nostro atteggiamento verso l’uso dell’acqua. È la cosa fondamentale per garantire un ambiente sano”, ha detto Emma Howard Boyd, presidente dell’Agenzia per l’Ambiente. “L’industria deve innovare e cambiare i propri comportamenti al fine di ridurre la domanda e ridurre gli sprechi; tutti abbiamo il dovere di usare l’acqua in modo più saggio a casa. Con la domanda in aumento, le aziende idriche devono investire di più in infrastrutture per affrontare le perdite invece di affidarsi all’astrazione e all’ambiente naturale per compensare questo deficit”, ha aggiunto.

 

Un altro settore che contribuisce al problema della scarsità idrica è quello dell’energia. In futuro le centrali elettriche a gas o altri combustibili fossili useranno la tecnologia per catturare le loro emissioni di carbonio per immagazzinarle sottoterra, un trattamento che potrebbe portare ad un aumento del consumo di acqua. Altro settore interessato è quello del fracking per estrarre il gas di scisto: sebbene non ci sia un’astrazione significativa dell’acqua usata con questa pratica, potrebbero esserci impatti locali in aree già sottoposte a stress idrico qualora questa industria dovesse essere potenziata.

Articolo precedenteSolo 4 tecnologie su 38 sono in linea con gli obiettivi per la transizione energetica
Articolo successivoUk: il nuovo piano anti-inquinamento manca il bersaglio

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!