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Quando affrontare le sfide poste dal Climate Change è sinonimo di redditività e competitività. Le più grandi aziende a livello mondiale sotto la lente del Carbon Disclosure Project Global 500

Cresce l’eco-consapevolezza nel mondo del business. L’edizione 2011 dell’annuale Carbon Disclosure Project Global 500 – il rapporto che esamina le attività di riduzione del carbonio delle più grandi aziende pubbliche del mondo – ha scoperto che per la prima volta nella decennale storia del sondaggio, che la maggior parte delle società ha incorporato nella propria strategia di business misure a favore della lotta al Climate Change. Il documento, pubblicato oggi e redatto da PwC, attribuisce questo trend di rinnovamento all’aumentata consapevolezza del legame esistente tra efficienza energetica e una maggiore redditività. Accelerating low carbon growth, questo il titolo del nuovo sondaggio, ha analizzato le informazioni provenienti da 396 tra le più grandi aziende nel mondo rivelando che un sensibile aumento (20 punti percentuali dal 2010 al 2011) del numero di imprese che pone al centro delle strategie commerciali il fattore ambientale. Il 74% di queste aziende ha comunicato precisi obiettivi di riduzione della CO2, dieci punti percentuali in più rispetto all’anno precedente, mentre addirittura il 93% del campione hanno riferito la designazione di un board executive o di un senior executive per i cambiamenti climatici. “Il miglioramento delle prestazioni finanziarie delle società con le più elevate performance ambientali è un chiaro indicatore di quale buon affare sia gestire e ridurre le emissioni di carbonio. Si tratta di una situazione win-to-win per le imprese”, ha commentato Paul Simpson, Direttore Generale del Carbon Disclosure Project.

DUE ITALIANE IN CLASSIFICA Il CDP ha creato la Leadership Index Carbon, classifica delle 29 aziende più impegnate sul fronte ecologico, selezionate attraverso la valutazione di due criteri fondamentali: trasparenza e performance. O in altre parole la quantità /qualità dei dati messi a disposizione dalle stesse società e i margini di miglioramento raggiunti durante quest’anno. Tra nomi come la staunitense Cisco Systems, la giapponese Sony, la tedesca Bayer, la svizzera Novartis e la britannica Tesco, appaiono in classifica anche due italiane: Fiat ed Enel, entrambe con il voto massimo in ambito di prestazioni e un indice di trasparenza rispettivamente di 93 e 89 su 100. A livello più generale invece il settore con il migliore indice di performance appare essere quello delle utilities, da cui è invece escluso quest0’anno tutto il comparto delle telecomunicazioni. Zoppica anche il settore dell’energia, tra tutti quello con la più bassa percentuale di aziende con target ambientali.

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