Glifosato e neonicotinoidi portano Parigi alla sbarra

Due ong francesi, Notre Affaire à Tous e Pollinis, denunciano l’inazione del governo nonostante gli impegni vincolanti per la tutela della fauna e della biodiversità assunti con leggi e trattati internazionali

Glifosato: la Francia a processo per mancata tutela della biodiversità
Foto di Nowaja da Pixabay

Sotto accusa la gestione allegra delle autorizzazioni per fitosanitari a base di glifosato neonicotinoidi

(Rinnovabili.it) – Il governo francese non ha fatto abbastanza per la crisi della biodiversità. Anzi, per alcuni versi se ne è proprio lavato le mani. Lo sostengono due ong transalpine, Notre Affaire à Tous e Pollinis, puntando il dito sulla leggerezza con cui Parigi ha autorizzato l’uso su larga scala di prodotti nocivi per l’ambiente a base di glifosato e neonicotinoidi.

Per questo il governo dovrà rispondere in tribunale. La causa intentata dalle organizzazioni della società civile fa leva sulle contraddizioni dell’esecutivo francese. Da un lato, la Francia ha firmato trattati internazionali per la tutela della biodiversità e il ripristino degli ecosistemi. Dall’altro lato, ha continuato ad autorizzare l’uso di prodotti a base di neonicotinoidi e glifosato.

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I neonicotinoidi sono una classe di pesticidi chimicamente simili alla nicotina e colpiscono gli insetti. In particolare gli impollinatori che sono fondamentali per la riproduzione delle piante e delle colture. Negli ultimi anni i neonicotinoidi e i pesticidi che li contengono sono stati criticati per aver contribuito al declino delle api interrompendo il loro senso dell’orientamento, la memoria e le modalità di riproduzione. Per questo sono vietati dall’UE ma ancora autorizzati in Francia sebbene con delle restrizioni. Il glifosato, molecola alla base di prodotti fitosanitari diffusissimi, è tra i responsabili del declino delle popolazioni di insetti oltre ad essere dannoso anche per l’uomo.

Le organizzazioni chiedono che Parigi crei un processo rigoroso di registrazione dei pesticidi e che ripeta al massimo entro due mesi le autorizzazioni rilasciate finora. “Esiste ora un consenso scientifico sul ruolo svolto dall’agricoltura convenzionale e dall’uso di pesticidi nell’erosione della biodiversità”, puntualizza Julie Pecheur di Pollinis parlando al Guardian.

Mentre per Nicolas Laarman, numero 1 della ong, nonostante tutte le leggi e i trattati “il governo francese non è riuscito a istituire un sistema di approvazione dei pesticidi che protegga veramente gli impollinatori e la fauna selvatica in generale”. Rimediare è urgente: “Le cifre dell’attuale crollo sono spaventose. Questo declino generalizzato della biodiversità avrà conseguenze drammatiche sull’equilibrio della vita e minaccia il futuro delle prossime generazioni”.

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