I più grandi marchi di carne globali favoriscono la resistenza agli antibiotici

Un’inchiesta del Bureau of Investigative Journalism rivela che i fornitori dei maggiori marchi di trasformazione della carne, come Cargill e JBS, fanno un uso smodato di una classe di antibiotici che l’Oms classifica come di “importanza critica” per la salute umana. Facilitando l’emergere di batteri resistenti a questi prodotti e quindi più pericolosi per l’uomo

Resistenza agli antibiotici: allarme sui fornitori dei grandi marchi della carne
Photo by Raimond Klavins on Unsplash

L’antibiotico-resistenza è la causa di morte per 33mila persone ogni anno in Europa

(Rinnovabili.it) – I fornitori USA di grandi marchi globali che vendono carne come McDonald, Walmart o Taco Bell fanno un uso eccessivo di un tipo di antibiotici cruciali per il trattamento di molte infezioni batteriche nell’uomo. Quantità così elevate da permettere ai batteri di sviluppare una resistenza agli antibiotici e mettere a rischio la salute umana. Lo sostiene un’inchiesta del Bureau of Investigative Journalism.

La classe di antibiotici sotto la lente è l’HP-CIA, cioè quella dichiarata dall’Organizzazione mondiale della sanità come “antibiotici di importanza critica”. Talmente importanti che l’agenzia Onu ha avvertito che il loro uso nella zootecnia dovrebbe cessare del tutto. Il rischio, infatti, è che questi prodotti diventino inutili per curare l’uomo se i batteri iniziano a sviluppare una resistenza agli antibiotici.

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Nonostante la richiesta Onu, i dati del dipartimento USA per l’agricoltura sui 10 maggiori gruppi che si occupano di trasformare la carne parlano chiaro. In tutti i loro fornitori c’è traccia dell’uso di almeno un HP-CIA. Ma in alcuni casi, come per JBS, ne sono stati rinvenuti fino a 7 contemporaneamente, mentre i fornitori di un altro grande marchio della carne come Cargill ne usano fino a 5 insieme.

La diffusione di batteri resistenti ai farmaci nell’ambiente rappresenta un’enorme sfida per la salute pubblica perché “crea un ciclo inesorabile di escalation”, spiega il dottor Sameer Patel, specialista in malattie infettive presso il Lurie Children’s Hospital di Chicago. “Si devono usare antibiotici più potenti perché non si vuole che il paziente si ammali di più e muoia. E poi si usano questi antibiotici più potenti e alla fine il paziente diventa resistente a quegli antibiotici”.

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La resistenza agli antibiotici è la causa della morte di circa 1,3 milioni di persone ogni anno in tutto il mondo. In Unione Europea, secondo i dati del European Antimicrobial Resistance Surveillance Network (EARS-Net), ogni anno si verificano più di 670mila infezioni dovute a batteri resistenti agli antimicrobici (di cui fanno parte gli antibiotici), e che circa 33mila persone muoiono come conseguenza diretta di queste infezioni. Negli Stati Uniti i decessi annuali ascrivibili a questa causa sarebbero circa 35mila.

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