Onu: i paesi poveri chiedono di più

Durante i colloqui di Bangkok i Paesi in via di sviluppato hanno accusato l’Onu di trascurare le promesse di sostegno economico fatte dalle nazioni industrializzate

(Rinnovabili.it) – I paesi poveri non ci stanno e lanciano un accusa che risuona ancora nell’etere. Il monito è nei confronti dell’Onu che secondo le 50 nazioni in via di sviluppo starebbe sottovalutando le promesse di aiuti per combattere e prevenire le conseguenze del cambiamento climatico, promesse fatte dalle nazioni sviluppate nei confronti delle realtà meno fortunate. Le Nazioni Unite starebbero infatti lasciando in sospeso gli accordi presi, come confermato dai rappresenti delle 50 nazioni in via di sviluppo durante gli incontri di Bangkok attualmente in svolgimento.

A sottolineare la gravità della situazione e l’impossibilità per i diversi paesi di aspettare ancora, di attendere un patto giuridicamente vincolante che dal 2007 ancora non si concretizza è il presidente del gruppo che rappresenta i paesi meno industrializzati del globo, Pa Ousman Jarju. “Non possiamo vivere con questi problemi che vengono rinviati fino a quando verrà negoziato un nuovo accordo nel 2015, e che entrerebbe comunque in vigore fino al 2020”, ha detto Pa Ousman Jarju. Le nazioni ricche si sono impegnati a trovare 100 miliardi di dollari all’anno a partire dal 2020 per aiutare le nazioni a combattere gli effetti del cambiamento climatico, ma le nazioni più povere sono preoccupate che gli impegni attuali del valore di 10 miliardi di dollari all’anno scadranno nel mese di dicembre, senza la certezza di un nuovo accordo.

“Tutte le parti hanno bisogno di una più chiara comprensione su come arrivare a 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020, nessuno escluso”, ha detto Christiana Figueres, segretario esecutivo del dipartimento del clima delle Nazioni Unite.

 

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