Dragaggio fondali marini, l’allarme: ogni anno estraiamo 6 mld t di sabbia, limo e ghiaia

Uno sfruttamento eccessivo mette a rischio sia l’ecosistema marino, sia le comunità costiere che da esso dipendono in modo particolare. Il mondo è “pericolosamente” vicino alla soglia del tasso di rifornimento naturale dei fondali, avverte l’UNEP

Dragaggio fondali marini: ONU, ritmi globali sono “pericolosi”
Foto di Juan Manuel Sanchez su Unsplash

L’UNEP lancia una nuova piattaforma online che monitora lo stato del dragaggio fondali marini nel mondo

(Rinnovabili.it) – Sei miliardi di tonnellate di sabbia e sedimenti. Lo stesso peso di 750mila Tour Eiffel. È questo il volume di materiale che l’industria globale del dragaggio fondali marini estrae ogni anno. Generando un rischio per gli ecosistemi marini e mettendo pressione ulteriore sulla biodiversità marina e sulle comunità costiere. Lo comunica l’UNEP, l’Agenzia ONU per la protezione ambientale, presentando la nuova piattaforma Marine Sand Watch ideata per monitorare i prelievi dai fondali in tutto il mondo.

Leggi anche I nuovi limiti del sistema Terra: sicuri e giusti

La piattaforma utilizza l’intelligenza artificiale e i segnali automatici delle navi per tracciare e monitorare l’estrazione di sabbia, argilla, limo, ghiaia e roccia negli ambienti marini di tutto il mondo. Così è in grado di fornire informazioni dettagliate sulle zone di estrazione della sabbia dove vigono concessioni, sui siti di dragaggio, sugli hub di commercio della sabbia, sul numero di navi e sugli operatori che si trovano in mare. Nella zona entro le 200 miglia nautiche dalle coste italiane, ad esempio, nel 2019 (ultimo anno disponibile) venivano dragate tra i 9,8 e i 15,7 milioni di tonnellate l’anno di materiali.

I rischi dell’eccessivo dragaggio fondali marini

A livello globale, la forchetta oscilla tra i 4 e gli 8 miliardi di tonnellate. Un valore ritenuto allarmante perché è “pericolosamente” vicino al tasso di rifornimento naturale di 10-16 miliardi di tonnellate all’anno necessario per sostenere gli ecosistemi costieri e marini. Tanto più preoccupante visto che la tendenza tra 2012 e 2019 vede il dragaggio fondali marini chiaramente in aumento.

Quali sono le conseguenze negative possibili o già in atto? Meno sabbia limo e ghiaia vicino alle coste significa maggior pericolosità dell’innalzamento del livello dei mari e più esposizione all’impatto delle tempeste. L’estrazione della sabbia inoltre mette a rischio gli ecosistemi costieri e dei fondali marini, compresa la biodiversità marina colpita dalla torbidità dell’acqua, dai cambiamenti nella disponibilità dei nutrienti e dall’inquinamento acustico. L’estrazione costiera o vicino alla costa può anche influenzare la salinizzazione delle falde acquifere e il futuro sviluppo turistico.

Articolo precedenteCaldo record estate 2023: abbiamo vissuto i primi 2 mesi consecutivi a +1,5°C
Articolo successivoSicurezza in facciata: il monoblocco isolante che previene gli incendi senza ridurre il comfort 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!