Cosa non quadra nel concetto di emissioni nette zero?

Emettere una tonnellata di CO2 per poi sequestrarla e stoccarla, e non emetterla proprio, non sono due operazioni equivalenti. Nel primo caso, la concentrazione di biossido di carbonio in atmosfera cresce lo stesso. E le politiche climatiche che si basano sul CCS ci costeranno di più di quelle che abbattono le emissioni all’origine

Emissioni nette zero: il sequestro della CO2 non basta
Foto di Schäferle da Pixabay

Lo studio pubblicato su Nature Climate Change rivela l’asimmetria dietro il mantra del “net-zero emissions”

(Rinnovabili.it) – Sequestrare una tonnellata di anidride carbonica dall’atmosfera non basta per compensare gli effetti di una quantità equivalente di CO2 emessa. La risposta del clima a emissioni e rimozioni di biossido di carbonio è asimmetrica. E per questo motivo il concetto stesso di “emissioni nette zero” è scivoloso. Lo sostiene uno studio pubblicato su Nature Climate Change.

L’orizzonte “net-zero” è un mantra che si è imposto su scala globale e ormai permea la politica climatica a ogni latitudine. L’idea è che è possibile compensare le emissioni, ad esempio, aumentando la capacità di sequestrarla di alcuni ecosistemi naturali. Da qui le iniziative per moltiplicare o rigenerare pozzi di carbonio come foreste, torbiere, mangrovie. Ma la compensazione può anche avvenire “artificialmente”, cioè con tecnologie per il sequestro e lo stoccaggio di CO2 (CCS) direttamente dall’atmosfera. Tecnologie che, al momento, stanno ancora muovendo i primi passi.

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In che modo l’asimmetria riscontrata nella ricerca ha un impatto sul concetto di emissioni nette zero? Lo studio dimostra che è più dispendioso emettere e poi sequestrare CO2, piuttosto che non emettere proprio anidride carbonica. Questo perché il clima e i sistemi terrestri sono “non lineari”. Spiegano gli autori, portando due esempi: “l’effetto di fertilizzazione con CO2, mediante il quale le piante producono più biomassa in presenza di un’elevata concentrazione di CO2 atmosferica, satura a livelli di CO2 atmosferica più elevati. Inoltre, la capacità dell’oceano di tamponare la CO2 in eccesso – che è fondamentale per la capacità dell’oceano di assorbire CO2 aggiuntiva dall’atmosfera – diminuisce a livelli di CO2 atmosferica più elevati”.

La concentrazione di CO2 in atmosfera, calcola lo studio, aumenta del 7% nel caso in cui l’anidride carbonica viene sequestrata, rispetto a quello in cui non viene proprio emessa. L’impatto sulle temperature globali, invece, potrebbe essere di segno opposto: la Terra si raffredda di più con la cattura di CO2, circa del 2%. Un dato che dipende dall’effetto della maggiore concentrazione di questo gas serra sul bilancio energetico Sole-Terra.

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Numeri che vanno presi con le pinze, avvertono gli autori: potrebbero aumentare entrambi se questo scenario si verificasse nel mondo reale, perché i modelli climatici che hanno impiegato lasciano un margine di incertezza non trascurabile. Emettere e poi catturare CO2, quindi, potrebbe essere ancora meno conveniente.

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