Danni ecologici, le responsabilità UE e USA nell’estrazione eccessiva di risorse

Le nazioni più ricche sono responsabili dei danni ecologici derivati all’estrazione eccessiva di risorse. Uno studio dell’Università di Barcellona colloca tra i primi colpevoli Stati Uniti ed Europa.

estrazione eccessiva di risorse
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Le nazioni ad alto reddito sono responsabili del 74% dell’estrazione eccessiva di risorse

(Rinnovabili.it) – Uno studio internazionale dell’Università di Barcellona ha rilevato che le nazioni più ricche sono responsabili del 74% dell’estrazione eccessiva di risorse al mondo. Stati Uniti ed Europa sono i principali responsabili.

Non solo CO2. Le conseguenze dell’azione umana sul sistema Terra sono più ampie e stanno mettendo a rischio la tenuta complessiva del Pianeta. Uno degli impatti più rilevanti è l’incapacità degli ecosistemi di rigenerarsi e rigenerare le risorse per l’uso eccessivo che ne facciamo. La ricerca dell’Istituto di Scienze e Tecnologie Ambientali dell’Università Autònoma di Barcellona (ICTA-UAB) assegna questa responsabilità alle nazioni ad alto reddito.

L’economia mondiale consuma più di 90 miliardi di tonnellate di risorse all’anno: una quantità così grande che va oltre la capacità degli ecosistemi di rigenerarle. Lo studio, condotto da Jason Hickel e pubblicato su Lancet Planetary Health, ha assegnato a ogni nazione una quota di responsabilità. “Non tutte le nazioni sono ugualmente responsabili di questa tendenza. Alcune nazioni utilizzano sostanzialmente più risorse pro capite rispetto ad altre attraverso l’estrazione del materiale, la produzione, il consumo e gli sprechi”, ha spiegato il ricercatore.

Tra il 1970 e il 2017 a livello globale sono state estratti quasi 2,5 trilioni di tonnellate materiali. 1,1 trilioni di tonnellate in più di quanto il nostro pianeta sia in grado di reggere. Secondo la ricerca, gli stati più ricchi sono stati responsabili del 74% dell’estrazione eccessiva di risorse nonostante abbiamo il 16% della popolazione mondiale. Primi fra tutti, USA (27%) e UE (25%).
Al secondo posto la Cina, responsabile da sola del 15% delle materie estratte in eccesso. 58 paesi del Sud del mondo (India compresa), con una popolazione di oltre tre miliardi e mezzo di persone, restano invece nei limiti sostenibili. I paesi a basso e medio reddito di America Latina, Caraibi, Africa, Medio Oriente e Asia sono responsabili invece per l’8%. Per determinare la quota di estrazione eccessiva di risorse di ciascun paese lo studio ha analizzato l’estrazione e i materiali coinvolti nei flussi commerciali globali. Le materie prese in considerazione sono state combustibili, legno, metalli, minerali, biomasse. 

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I paesi più ricchi hanno un debito ecologico con il resto del mondo

Oltre a determinare i responsabili principali, il ricercatore ha mostrato le tendenze dei flussi. Così, continua a crescere in termini assoluti la quota di estrazione eccessiva di Stati Uniti ed Europa, ma negli ultimi due decenni la quota di superamento globale rispetto agli altri stati è diminuita. La motivazione alla base di questo cambiamento starebbe nella crescita dell’economia cinese, basata essenzialmente su materiali da costruzione. Il processo, iniziato solo nel 2001, sta crescendo rapidamente.
Jason Hickel ha collegato i risultati del proprio studio con il concetto di debito ecologico. I Paesi responsabili della maggior parte dell’estrazione eccessiva delle risorse dovrebbero renderne conto a quelli più poveri. “I risultati mostrano che le nazioni ricche hanno la responsabilità schiacciante della disgregazione ecologica globale, e quindi devono un debito ecologico al resto del mondo”, ha spiegato. “Queste nazioni hanno bisogno di prendere l’iniziativa nel fare riduzioni radicali nel loro uso delle risorse per evitare un ulteriore degrado, che probabilmente richiederà approcci trasformativi post-crescita e decrescita”.

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