Più tempo per i tagli e tutele per le pompe di calore: il Consiglio frena sullo stop ai gas fluorurati

La proposta originale della Commissione europea, annunciata ad aprile 2022, avrebbe portato a una riduzione totale delle emissioni di gas serra in Europa di 490 Mt CO2eq entro il 2050. Il Consiglio chiede ritmi più blandi e non fissa la data per ultimare il phase out

gas fluorurat
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I gas fluorurati hanno un potere climalterante migliaia di volte superiore a quello della CO2

(Rinnovabili.it) – Tagli più diluiti nel tempo e particolari accortezze nel tutelare la produzione di pompe di calore. È la posizione con cui il Consiglio si presenterà al tavolo dei negoziati con l’Europarlamento per trovare la quadra sui due nuovi regolamenti sullo stop ai gas fluorurati e alle sostanze che distruggono l’ozono (ozone depleting substances, Ods).

La proposta originale della Commissione europea, annunciata ad aprile 2022, avrebbe portato a una riduzione totale delle emissioni di gas serra in Europa di 490 Mt CO2eq (milioni di tonnellate di CO2 equivalente) entro metà secolo, grosso modo le emissioni generate oggi in 1 anno da un paese come la Francia. I principi guida erano due: accelerare il ritmo del phase out e bandire l’uso di gas fluorurati e Ods per tutte le apparecchiature per le quali sono disponibili alternative valide. I gas fluorurati sono responsabili di circa il 2,5% delle emissioni europee e hanno un potere climalterante diverse migliaia di volte superiore alla CO2.

Cosa vogliono i Ventisette sullo stop ai gas fluorurati

I Ventisette chiedono di allentare i termini per i tagli ai gas fluorurati. La nuova tempistica vedrebbe una sforbiciata del 60% rispetto alla media 2011-2013 entro il 2024-2028, mentre dal 2036 la vendita di questi gas dovrebbe scendere al 15% dei volumi immessi sul mercato nello stesso periodo di riferimento. Un ritmo decisamente più blando di quello desiderato dall’Europarlamento: per Strasburgo, già a partire dal 2024 i gas fluorurati sul mercato europeo dovrebbero scendere al 23,6% dei volumi del 2015. Dal 2027 la quota scenderebbe all’11% e si andrebbe poi a scalare fino a raggiungere quota zero nel 2050. Il Consiglio non menziona alcuna data per completare il phase out.

In più, il Consiglio chiede ancora più eccezioni per determinati settori – su tutti le pompe di calore. Il phase out di alcune tipologie è fissato al 2033 (il parlamento europeo chiede il 2028). Nel dettaglio, il Consiglio ha proposto di suddividere il divieto di alcune pompe di calore splittate in un divieto anticipato per i sistemi aria-acqua, per i quali le alternative sono più ampiamente disponibili, e in un divieto ritardato per i sistemi aria-aria, per i quali è più difficile trovare alternative.

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