UE: la Germania vuole prendere le redini della ripresa economica europea

“Nell’ambito della ripresa economica, dobbiamo sempre tenere a mente il quadro generale”. Con le parole del ministro Schulze, la Germania si prepara al semestre di presidenza UE.

Con il semestre di presidenza UE, la Germania si prepara a premere sull’acceleratore della ripresa economica

(Rinnovabili.it) – La ministra dell’Ambiente tedesca, Svenja Schulze, ha dichiarato che la Germania utilizzerà la sua prossima presidenza dell’Unione Europea per guidare il blocco verso una ripresa economica dalla pandemia di covid-19 rispettosa del clima e dell’ambiente. La Germania, infatti, assumerà la presidenza dell’UE a partire dal 1° luglio, sovrintendendo le riunioni dei ministri dell’eurozona fino alla fine dell’anno.

“Nell’ambito della ripresa economica, dobbiamo sempre tenere a mente il quadro generale. L’Europa vuole diventare il primo continente neutrale da un punto di vista climatico, riducendo i gas a effetto serra entro il 2050. Questa è la cosa più importante che possiamo fare per le generazioni future, ha dichiarato Schulze in vista della prossima riunione dei ministri dell’Ambiente dell’Unione.

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La Commissione Europea ha sottolineato che il suo programma di stimolo da 750 miliardi di euro deve fare perno sul principio del “non nuocere”, soprattutto in vista degli obiettivi climatici dell’euroblocco che comprendono principi di giustizia sociale. Per tale ragione, l’esecutivo UE ha stanziato finanziamenti per incrementare la produzione e l’uso di veicoli elettrici e per incoraggiare le tecnologie a idrogeno verde, settori in linea con il piano nazionale di ripresa economica tedesco.

Anche per questa ragione, Schulze ha definito la proposta della Commissione una “buona base” per la ripresa UE. Inoltre, ha dichiarato che, durante il semestre tedesco, l’Unione finalizzerà la sua strategia sulla biodiversità, oltre che la legge per rendere giuridicamente vincolanti gli obiettivi di emissioni a lungo termine e aumentare l’obiettivo climatico del 2030 portando la riduzione delle emissioni al 50-55% rispetto ai livelli del 1990.

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Tuttavia, alla Germania spetterà un compito tutt’altro che semplice. Infatti, all’inizio di questa settimana, la Bulgaria ha dichiarato di non poter raggiungere un obiettivo climatico più ambizioso entro il 2030, mentre la Slovenia ha definito la strategia sulla biodiversità proposta dalla Commissione, che prevede un aumento delle aree protette europee per un totale del 30% del territorio UE, “piuttosto impossibile”.

E se, dal punto di vista della politica interna europea, non mancano le difficoltà, anche la politica estera appare tempestosa all’orizzonte. Infatti, se l’UE aveva sperato di convincere la Cina, uno dei più grandi inquinatori al mondo, ad aumentare le sue ambizioni climatiche durante il vertice congiunto che si terrà a Lipsia a settembre, la crisi economica dovuta alla pandemia potrebbe rendere più ardua questa alleanza, fondamentale in vista della COP26.  

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