Sciopero globale per il clima: Fridays for Future: “La politica ci ascolti”

I Fff attaccano i politici: sono ancora fermi. A due giorni dal voto per le politiche, il movimento per il clima fa i conti con partiti che parlano poco e male di climate change. “Non fanno altro che distrarre, ritardare e negare i cambiamenti necessari che ci attendono”

Sciopero globale per il clima: Fridays for Future: “La politica ci ascolti”
Photo by Mika Baumeister on Unsplash

Oggi il movimento dei Fridays for Future torna in piazza con un nuovo sciopero globale per il clima

(Rinnovabili.it) – A due giorni dalle elezioni politiche tornano in piazza i Fridays for Future per un nuovo sciopero globale per il clima. Per denunciare l’inazione della classe politica e chiedere che il clima sia un tema prioritario dell’agenda. Benché la campagna elettorale sia stata ben magra di riferimenti al climate change, alle politiche di adattamento e alla giustizia climatica.

“Dopo quattro anni di scioperi, le persone si stanno svegliando, ma i responsabili politici sono ancora fermi”, afferma Alice Quattrocchi di Catania in una nota del movimento nazionale Fff. “Abbiamo organizzato marce e incontrato politici, ci siamo impegnati tutti i giorni per avere un impatto, oltre che per informare le persone di cosa succederà nei prossimi decenni. Oggi abbiamo davanti nuove elezioni, ma la crisi climatica è ancora assente dal dibattito”.

In effetti, un’analisi di Greenpeace e dell’Osservatorio di Pavia sulla comunicazione durante la campagna elettorale ha calcolato che di clima parla appena il 10% dei post sui social dei 14 maggiori politici italiani, e che il tema è trattato per lo più in modo superficiale. Lo stesso vale, per lo più, se si va a scartabellare i loro programmi elettorali. Le parole chiave ci sono, manca però la sostanza. Solo sul tema della crisi energetica la classe politica si prodiga in soluzioni.

“Più noi parliamo di clima, più i principali partiti sembrano fare a gara per prenderci in giro con belle parole a favore dell’ambiente, senza nessun piano completo, ma anzi chiedendo nuovi rigassificatori o altre misure che accelerano la catastrofe climatica”, prosegue la nota dei Fff, riferendosi al piano nazionale sul gas annunciato di recente dal ministro Cingolani, che prevede tra le altre cose di installare nel giro di pochi mesi due nuovi rigassificatori temporanei, a Piombino e Ravenna, per garantire la capacità di import di Gnl necessario a coprire gli ammanchi dalla Russia.

Una strategia che i Fff bollano come un tentativo di “distrarre, ritardare e negare i cambiamenti necessari che ci attendono”. “Abbiamo un estremo bisogno di un piano di giustizia climatica e sociale che metta prima le persone e dopo il profitto: appunto, #PeopleNotProfit”, continua la nota dando voce all’attivista Agnese Casadei. “Stiamo ancora correndo nella direzione sbagliata. La strada da percorrere è davvero lunga, ma siamo ancora qui e non abbiamo intenzione di fare alcun passo indietro”.

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