Piani di transizione ecologica troppo vaghi, andiamo verso un mondo 2,5-3°C più caldo

Uno studio valuta la credibilità dei piani per la transizione dei 35 maggiori inquinatori mondiali. Bocciati i big USA e Cina, insieme all’India. Promosse UE, UK e Nuova Zelanda. Malissimo le economie emergenti come Sudafrica, Brasile, ma anche Egitto e Emirati Arabi Uniti che ospiteranno la Cop28

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Bocciato il 90% dei piani per la transizione ecologica

(Rinnovabili.it) – I grandi piani per la transizione ecologica dei maggiori inquinatori mondiali non sono credibili. Tra i paesi che generano più emissioni di gas serra soltanto l’Unione Europea si salva. Mentre Stati Uniti, Cina e India sono bocciati. Lo ha stabilito uno studio peer-reviewed appena apparso su Science, che arriva proprio mentre alla conferenza di Bonn – che deve preparare il campo alla Cop28 di Dubai – questi stessi paesi non riescono a inserire nell’agenda dei lavori il phase out delle fossili.

“La politica climatica globale sta vivendo un rito di passaggio. Quello che prima era un discorso sulla definizione di obiettivi ambiziosi ora si concentra sempre più sull’attuazione e sugli interventi per raggiungere questi obiettivi”, afferma lo studio. È in questo contesto che diventa cruciale valutare i piani per la transizione ecologica sulla base della loro effettiva credibilità.

D’altronde, il tempo per intervenire sulla crisi climatica sta finendo e quello che finora abbiamo chiamato “decennio decisivo” della politica climatica non arriva nemmeno più al 2030. Secondo un recente studio, dal 2020 a oggi abbiamo consumato già metà del budget di carbonio a disposizione per restare sotto la soglia degli 1,5 gradi. Di questo passo sforeremo prima del 2028.

Le pecche dei piani per la transizione ecologica

Lo studio di Science passa in rassegna i piani di 35 paesi che, insieme, rappresentano circa l’80% delle emissioni di gas serra globali. E ne boccia la maggior parte. Le pecche più frequenti sono l’avarizia nel dare i dettagli. Addirittura, alcuni di questi piani non specificano se affrontano soltanto la CO2 o se includono anche la riduzione di altri gas climalteranti, a partire dal metano.

L’analisi assegna dei punteggi di credibilità, che premiano solo pochi paesi tra cui l’UE, la Gran Bretagna e la Nuova Zelanda. Mentre circa il 90% dei paesi ottiene un voto ben più basso. I peggiori in classifica? Molte grandi economie emergenti come Brasile, India, Sudafrica, Indonesia, Egitto (che hanno ospitato la Cop27) ed Emirati Arabi Uniti (gli organizzatori della prossima Cop).

Su questa base, lo studio prova a stimare la traiettoria reale del riscaldamento globale. Se tutte le promesse fossero mantenute, il global warming si stabilizzerebbe durante questo secolo tra 1,5 e 2 gradi. Mentre guardando la credibilità dei piani di transizione ecologica, la forchetta più probabile è decisamente più alta: tra i 2,5 e i 3 gradi in più rispetto all’epoca pre-industriale.

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