Spagna, sta per aprire la più grande miniera di uranio d’Europa

Le associazioni che da anni lottano contro il progetto denunciano il rischio di inquinamento radioattivo in un’area protetta dalla rete Natura 2000

Spagna, sta per aprire la più grande miniera di uranio d'Europa

 

(Rinnovabili.it) – Sarà la più grande miniera di uranio d’Europa, l’unica a cielo aperto di tutto il continente. Siamo in Spagna, vicino al minuscolo paese di Retortillo, pochi chilometri dal confine con il Portogallo. Un’area praticamente disabitata, ma di grande valore ambientale: il perimetro della miniera è interamente all’interno della zona protetta “Riberas de los Ríos Huebras, Yeltes, Uces and tributaries”, che fa parte della rete Natura 2000. Mentre la compagnia australiana Berkeley Energy sta per dare il via ai lavori di preparazione del sito, i comitati che si oppongono da anni al progetto alzano il tiro e fanno sentire la propria voce a Bruxelles.

Lo fanno forti della sponda del Wwf, che ha recapitato alla Commissione europea un documento in cui denuncia i gravissimi impatti che la miniera avrà sull’ambiente. Tra le conseguenze più gravi, oltre all’inquinamento radioattivo, figura la probabile estinzione della sarda salmantina (Achondrostoma salmantinum), una specie endemica già classificata tra quelle a rischio estinzione, e la compromissione degli habitat di altre specie protette a livello europeo come l’aquila reale e la cicogna nera. In teoria l’inclusione all’interno di Natura 2000 – la rete di siti di interesse comunitario e zone di protezione speciale creata dall’Ue proprio per proteggere habitat preziosi – doveva tenere l’area al sicuro. Ma la miniera di uranio non è stata bloccata.

 

Spagna, sta per aprire la più grande miniera di uranio d'EuropaLe uniche miniere di uranio attive oggi sul territorio europeo si trovano in Repubblica Ceca e Romania. Altri paesi, come Francia e Portogallo, hanno da tempo abbandonato i loro siti estrattivi. Ma secondo il Wwf non è solo un progetto anacronistico. Il problema sarebbe la valutazione di impatto ambientale, nella quale sarebbero stati sottostimati i rischi reali per l’uomo e l’ambiente. La miniera sarà rifornita di acqua prelevata dal fiume Yeltes, la cui situazione è già critica, e aumenterà il rischio di contaminazione radioattiva. A fare le spese di un impianto collocato ad appena 2,5 km da Retortillo sarà anche l’allevamento del bestiame e quindi l’economia locale, che ha una voce importante nel turismo termale.

“Al rischio per la salute umana si aggiunge la mancanza di giustificazione economica – continua il Wwf – L’estrazione di uranio in questa zona, stando alle riserve esistenti, potrà durare al massimo per 10 anni”. Abbastanza per mettere in ginocchio l’economia locale e mettere a rischio circa 1000 posti di lavoro attorno a Retortillo, tra agricoltori, impianti termali e la rete di ricezione turistica.

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1 commento

  1. Negheranno ogni impatto ambientale, si arricchirà qualcuno, alla popolazione non gioverà e alla fine guarderemo la devastazione pensando che si poteva evitare.
    Sembra questo l’unico modus operandi del genere umano, ormai.

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