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Il WWF lancia il “Patto europeo per la sostenibilità” in vista delle elezioni comunitarie

L'associazione ambientalista ha presentato alle forze politiche un Patto in 4 punti per promuovere la svolta ecosostenibile dell'Unione europea.

sostenibilità europa piano wwfZero emissioni entro il 2040 e metà del budget Ue a sostegno dell’economia verde e blu: tra i punti salienti del Patto WWF

 

(Rinnovabili.it) – Stop alle emissioni nette dei gas serra e dirottamento del 50% del budget europeo a sostegno della blu e green economy: sono due dei punti contenuti nel “Patto europeo per la sostenibilità” lanciato dal WWF in occasione delle prossime elezioni comunitarie del 26 maggio.

 

Quattro obiettivi principali articolati in 11 azioni: il piano presentato dal WWF prevede anzitutto la piena attuazione degli Accordi di Parigi (zero emissioni nette entro il 2040 e contenere il riscaldamento globale entro 1,5°C entro fine secolo) oltre alla completa messa in opera del quadro giuridico e ambientale per la tutela della natura in Europa, con l’appoggio della proposta di Accordo globale per la natura e le persone post 2020, nell’ambito della Convenzione europea sulla diversità biologica.

 

Il secondo punto riguarda più strettamente lo sviluppo economico: partendo dallo sviluppo che i settori dell’economia green e blu hanno avuto anche negli anni immediatamente successivi alla crisi, gli esperti del WWF suggeriscono di destinare almeno il 50% del bilancio europeo a sostegno di tali comparti sostenibili, con particolare attenzione alla creazione di fondi per gli agricoltori nell’ambito della Politica Agricola Comune (PAC), per facilitare la transizione verso sistemi agricoli e alimentari sostenibili.

Un settore, quello della green and blue economy che occupa ad oggi 9 milioni di addetti in Ue, destinati a raddoppiare entro il 2030.

 

Il terzo punto del Patto chiede all’Europa di rafforzare la propria leadership mondiale nella transizione energetica e industriale verso un modello di economia e società sostenibili: in quest’ottica, il primo passo da effettuare, consisterebbe nella presa di coscienza dell’impronta ecologica dell’Ue, responsabile, ad oggi, del più alto contributo alla deforestazione del Pianeta tra i grandi attori internazionali. Solo l’Italia, ad esempio, rappresenta il 3° importatore UE, dopo Regno Unito e Germania, di legno, carta e mobili con 21 milioni di tonnellate di legno e derivati da tutto il mondo nel 2016 (di cui 5 milioni da Paesi extra UE).

A tal proposito, il WWF chiede l’adozione di una strategia comunitaria per introdurre gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) in tutte le politiche e i settori economici europei oltre all’elaborazione di un Piano d’azione sulle importazioni di prodotti e materiali di legno e sul degrado forestale, che tenga conto dell’impatto comunitario anche al di fuori delle proprie frontiere.

 

Quarto e ultimo punto, l’istituzione di un vicepresidente della Commissione Europea per il Piano d’azione per il Clima e le Risorse naturali e il miglioramento della governance di tali tematiche da porre al centro dei lavori del prossimo Parlamento europeo.

 

>>Leggi anche Elezioni europee 2019, come si schierano i gruppi politici su clima e ambiente?<<

 

In occasione della presentazione del Patto europeo per la sostenibilità, inoltre, il WWF ha pubblicato i dati di monitoraggio dell’attività di voto su temi ecologici e ambientali dei vari gruppi parlamentari italiani durante l’ultima Legislatura europea (2014 – 2019): secondo l’ecoscreening del voto dell’organizzazione ambientalista, il maggior sostegno qa uestioni relative Clima ed Energia, Ambiente Marino e Biodiversità è arrivato da Partito Democratico (58%), Movimento 5 Stelle (65%), Altra Europa (68%) e Sinistra Italiana (94%); mentre i voti contrari su tali argomenti sono arrivati più spesso da Forza Italia (61%), Lega Nord (57%), Fratelli d’Italia (80%) e Alternativa Popolare (60%).

 

Analizzando però le singole voci, la questione si fa più articolata: su votazioni concernenti Clima ed Energia, ad esempio, FI e PD hanno votato nell’80% dei casi a favore dell’aumento del supporto finanziario a progetti su ambiente e clima nell’Ue; d’altra parte, però, se si passa a considerare che il 40% delle risorse finanziarie europee dovrebbe essere speso per realizzare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima, solo il M5S (con il 93,3% dei voti espressi) e Sinistra Italiana (con il 100%) si sono espressi a favore.

Variegato il fronte contrario alla cancellazione dei sussidi ai carburanti fossili che ha visto il 60% in media di votazioni sfavorevoli da parte di quasi tutti i gruppi parlamentari (PD, FI, Lega Nord, Articolo Uno, Conservatori e Riformisti, UdC, SVP, Alternativa Popolare e Fratelli d’Italia).

 

Sul fronte della tutela del mare, FI, Lega Nord e M5S sono stati tra i principali oppositori nell’introdurre obiettivi di riduzione della pesca del novellame (rispettivamente nel 75%, 80% e 93,3% delle votazioni). Lega e Forza Italia si sono poi particolarmente distinte nell’osteggiare l’introduzione di norme per costringere i produttori responsabili a sostenere i costi di risanamento dell’inquinamento da plastica.

 

Sul tema della biodiversità, infine, quasi tutte le forze politiche hanno sostenuto la necessità di mantenere le norme di protezione della natura esistenti e persino di renderle più stringenti, tuttavia nel momento di passare all’approvazione di strumenti di sussidio finanziario dedicato alla gestione delle aree naturali protette in Europa, solo M%S e Sinistra Italiana hanno dato pieno appoggio.

 

>>Leggi anche Oltre 200 città (di cui 10 italiane) chiedono all’Ue l’obiettivo zero emissioni al 2050<<

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Rinnovabili • Batterie al sodio allo stato solido

Batterie al sodio allo stato solido, verso la produzione di massa

Grazie ad un nuovo processo sintetico è stato creato un elettrolita di solfuro solido dotato della più alta conduttività per gli ioni di sodio più alta mai registrata. Circa 10 volte superiore a quella richiesta per l'uso pratico

Batterie al sodio allo stato solido
via Depositphotos

Batterie al Sodio allo Stato Solido più facili da Produrre

La batterie allo stato solido incarnano a tutti gli effetti il nuovo mega trend dell’accumulo elettrochimico. E mentre diverse aziende automobilistiche tentano di applicare questa tecnologia agli ioni di litio, c’è chi sta percorrendo strade parallele. É il caso di alcuni ingegneri dell’Università Metropolitana di Osaka, in Giappone. Qui i professori Osaka Atsushi Sakuda e Akitoshi Hayash hanno guidato un gruppo di ricerca nella realizzazione di batterie al sodio allo stato solido attraverso un innovativo processo di sintesi.

Batterie a Ioni Sodio, nuova Frontiera dell’Accumulo

Le batterie al sodio (conosciute erroneamente anche come batterie al sale) hanno conquistato negli ultimi anni parecchia attenzione da parte del mondo scientifico e industriale. L’abbondanza e la facilità di reperimento di questo metallo alcalino ne fanno un concorrente di primo livello dei confronti del litio. Inoltre l’impegno costante sul fronte delle prestazioni sta portando al superamento di alcuni svantaggi intrinseci, come la minore capacità. L’ultimo traguardo raggiunto in questo campo appartiene ad una ricerca cinese che ha realizzato un unità senza anodo con una densità di energia superiore ai 200 Wh/kg.

Integrare questa tecnologia con l’impiego di elettroliti solidi potrebbe teoricamente dare un’ulteriore boost alla densità energetica e migliorare i cicli di carica-scarica (nota dolente per le tradizionali batterie agli ioni di sodio). Quale elettrolita impiegare in questo caso? Quelli di solfuro rappresentano una scelta interessante grazie alla loro elevata conduttività ionica e lavorabilità. Peccato che la sintesi degli elettroliti solforati non sia così semplice e controllabile. Il che si traduce in un’elevata barriera per la produzione commerciale delle batterie al sodio allo stato solido.

Un Flusso di Polisolfuro reattivo

É qui che si inserisce il lavoro del team di Sakuda a Hayash. Gli ingegneri hanno messo a punto un processo sintetico che impiega sali fusi di polisolfuro reattivo per sviluppare elettroliti solidi solforati. Nel dettaglio utilizzando il flusso di polisolfuro Na2Sx come reagente stechiometrico, i ricercatori hanno sintetizzato due elettroliti di solfuri di sodio dalle caratteristiche distintive, uno dotato della conduttività degli ioni di sodio più alta al mondo (circa 10 volte superiore a quella richiesta per l’uso pratico) e uno vetroso con elevata resistenza alla riduzione.

Questo processo è utile per la produzione di quasi tutti i materiali solforati contenenti sodio, compresi elettroliti solidi e materiali attivi per elettrodi“, ha affermato il professor Sakuda. “Inoltre, rispetto ai metodi convenzionali, rende più semplice ottenere composti che mostrano prestazioni più elevate, quindi crediamo che diventerà una metodologia mainstream per il futuro sviluppo di materiali per batterie al sodio completamente allo stato solido“.  I risultati sono stati pubblicati su Energy Storage Materials and Inorganic Chemistry .

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


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Fotovoltaico, ecco il materiale quantistico con un’efficienza del 190%

Un gruppo di scienziati della Lehigh University ha sviluppato un materiale dotato di una efficienza quantistica esterna di 90 punti percentuali sopra quella delle celle solari tradizionali

fotovoltaico materiale quantistico
via Depositphotos

Nuovo materiale quantistico con un assorbimento solare medio dell’80%

Atomi di rame inseriti tra strati bidimensionali di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. Questa la ricetta messa a punto dai fisici Srihari Kastuar e Chinedu Ekuma nei laboratori della Lehigh University, negli Stati Uniti, per dare una svecchiata alla prestazioni delle celle solari. Il duo di ricercatori ha così creato un nuovo materiale quantistico dalle interessanti proprietà fotovoltaiche. Impiegato come strato attivo in una cella prototipo, infatti, il nuovo materiale ha mostrato un assorbimento solare medio dell’80%, un alto tasso di generazione di portatori fotoeccitati e un’efficienza quantistica esterna (EQE) record del 190%. Secondo gli scienziati il risultato raggiunto supera di gran lunga il limite teorico di efficienza di Shockley-Queisser per i materiali a base di silicio e spinge il campo dei materiali quantistici per il fotovoltaico a nuovi livelli. 

leggi anche Fotovoltaico in perovskite, i punti quantici raggiungono un’efficienza record

L’efficienza quantistica esterna

Tocca fare una precisazione. L’efficienza quantistica esterna non va confusa con l’efficienza di conversione, il dato più celebre quando si parla di prestazioni solari. L’EQE rappresenta il rapporto tra il numero di elettroni che danno luogo a una corrente in un circuito esterno e il numero di fotoni incidenti ad una precisa lunghezza d’onda

Nelle celle solari tradizionali, l’EQE massimo è del 100%, tuttavia negli ultimi anni alcuni materiali e configurazioni avanzate hanno dimostrato la capacità di generare e raccogliere più di un elettrone da ogni fotone ad alta energia incidente, per un efficienza quantistica esterna superiore al 100%. Il risultato di Kastua e Ekuma, però, rappresenta un unicum nel settore.

Celle solari a banda intermedia

Per il loro lavoro due fisici sono partiti da un campo particolare della ricerca fotovoltaica. Parliamo delle celle solari a banda intermedia (IBSC – Intermediate Band Solar Cells), una tecnologia emergente che ha il potenziale per rivoluzionare la produzione di energia pulita. In questi sistemi la radiazione solare può eccitare i portatori dalla banda di valenza a quella di conduzione, oltre che direttamente, anche in maniera graduale. Come?  “Passando” per l’appunto attraverso stati di una banda intermedia, livelli energetici specifici posizionati all’interno della struttura elettronica di un materiale creato ad hoc. “Ciò consente a un singolo fotone di provocare generazioni multiple di eccitoni attraverso un processo di assorbimento in due fasi“, scrivono i due ricercatori sulla rivista Science Advances.

Nel nuovo materiale quantistico creato dagli scienziati della Lehigh University questi stati hanno livelli di energia all’interno dei gap di sottobanda ideali. Una volta testato all’interno di una cella fotovoltaica prototipale il materiale ha mostrato di poter migliorare l’assorbimento e la generazione di portatori nella gamma dello spettro dal vicino infrarosso alla luce visibile. 

La rivoluzione dei materiali quantistici

Il duo ha sviluppato il nuovo materiale sfruttando i “gap di van der Waals”, spazi atomicamente piccoli tra materiali bidimensionali stratificati. Questi spazi possono confinare molecole o ioni e gli scienziati dei materiali li usano comunemente per inserire, o “intercalare”, altri elementi per ottimizzare le proprietà dei materiali. Per la precisione hanno inserito atomi di rame tra strati di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. “Rappresenta un candidato promettente per lo sviluppo di celle solari ad alta efficienza di prossima generazione – ha sottolineato Ekuma – che svolgeranno un ruolo cruciale nell’affrontare il fabbisogno energetico globale“.

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Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.