Miasmi a Tito, in arrivo legge su emissioni odorigene

Nell’attesa dell’approvazione delle norme – ha detto Rosa – dobbiamo tutti seguire velocemente il percorso individuato recependo i dati comunicati dalle aziende, verificando che non ci siano altre fonti di emissione, analizzando le sostanze contenute nei miasmi e procedendo con le conseguenti azioni”

Foto di Danielle Tunstall da Pixabay

Previsto un protocollo in tre tappe per gli accertamenti

 Per la prima volta nella sua storia la Regione Basilicata si doterà di una legge recante “Norme per la prevenzione e la limitazione delle emissioni odorigene” che detta un chiaro e preciso percorso da attuare in caso di presenza di miasmi e composto, sinteticamente, da tre tappe: segnalazione dei cittadini al Comune di riferimento, verifica delle cause da parte dell’Arpab, azione della Regione Basilicata, dipartimento Ambiente, per il contrasto al fenomeno.

Lo ha reso noto l’assessore regionale dell’Ambiente, Gianni Rosa, che in mattinata ha convocato una conferenza operativa per affrontare il tema dei miasmi segnalati dalle imprese e dai cittadini di Tito e provenienti dalla zona industriale.

All’incontro hanno partecipato il direttore generale dell’Arpab, Antonio Tisci, il sindaco di Tito, Graziano Scavone, funzionari e tecnici delle tre istituzioni.

Durante la conferenza è emerso che le possibili fonti dei miasmi sarebbero determinate da degli impianti di smaltimento rifiuti presenti nella zona industriale di Tito. Questa ipotesi trova conferma dai monitoraggi che le stesse aziende eseguono in riferimento a precise prescrizioni contenute nelle autorizzazioni.

Accertata la presenza di emissioni odorigene, ora l’Arpab avvierà una campagna di monitoraggio nelle zone limitrofe degli impianti attraverso l’istallazione di centraline. Si è già proceduto all’acquisizione delle relative attrezzature che serviranno a comprendere non solo il livello delle emissioni, ma anche le tipologie di sostanze in esse contenute. Inoltre, per raggiungere gli obiettivi di contrasto ai miasmi, l’Arpab ha predisposto un’app con cui i cittadini, in modo assolutamente anonimo e a massima tutela della privacy, potranno segnalare le coordinate (luogo, data e ora) della percezione delle emissioni in modo che l’Agenzia possa circoscrivere dettagliatamente la zona interessata ed intervenire con le rilevazioni.

Dal suo canto il Dipartimento Ambiente della Regione, in considerazione della richiesta di modifiche alle autorizzazioni presentate dalle stesse aziende e in corso di istruttoria procederà alla individuazione delle opportune prescrizioni in materia di emissioni odorigene di adeguamento degli impianti.

Il sindaco Scavone, nel ringraziare l’assessore Rosa e il direttore Tisci per la disponibilità concretamente espressa nell’affrontare con determinazione il problema dei miasmi, molto sentito dalla comunità locale, ha espresso la totale disponibilità del Comune a mettere in campo ogni iniziativa utile a risolvere definitivamente questa problematica. E già nel prossimo consiglio comunale proporrà di approvare un ordine del giorno per chiedere a tutti i consiglieri regionali affinchè quanto prima diano il loro assenso al disegno di legge.

“Nell’attesa dell’approvazione delle norme – ha detto Rosa – dobbiamo tutti seguire velocemente il percorso individuato recependo i dati comunicati dalle aziende, verificando che non ci siano altre fonti di emissione, analizzando le sostanze contenute nei miasmi e procedendo con le conseguenti azioni. Vogliamo risolvere al più presto il problema di Tito e di tutte quelle aree soggette ad emissioni odorigene accertate. Abbiamo la volontà e abbiamo anche le risorse economiche grazie ai 3 milioni di euro che derivano dalle compensazioni ambientali sul petrolio e che riguardano specificatamente le reti di monitoraggio. Con la norma che il Consiglio regionale approverà nelle prossime settimane completiamo il quadro delle azioni finalizzate a contrastare definitivamente il problema con mezzi e strutture adeguate e a dare risposte certe e chiare ai cittadini lucani in materia di sicurezza ambientale”.

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