Fotovoltaico, ad ogni modulo il suo micro-inverter

Da una società californiana la messa a punto di inverter dalle dimensioni così ridotte da poter essere installati sotto ogni modulo con l’obiettivo di rendere il sistema più flessibile

Più moduli solari brillano sul tetto più energia si otterrà: una relazione semplice ma sui cui giocano ruoli importanti anche altri fattori. Uno di questi è l’inverter, per i meno pratici il dispositivo elettronico in grado di convertire la corrente continua proveniente dalle unità fotovoltaiche in corrente alternata, la forma utilizzata in ambito domestico e nella rete di distribuzione. La startup californiana Enphase Energy per aumentare l’efficienza dei suoi sistemi fotovoltaici ha deciso di realizzare dei micro-inverter da agganciare direttamente nel telaio sottostante ciascun modulo, rimpiazzando così un unico dispositivo centralizzato. La scelta di convertitori AC/CC individuali, sostiene l’azienda può ridurre il costo dell’energia solare determinando un aumento dell’efficienza di sistema fino al 25%.
Generalmente gli inverter sono in grado di ottenere la massima potenza disponibile in qualsiasi condizione meteorologica grazie a circuiti di ottimizzazione del rendimento, i cosiddetti MPPT (Maximum Power Point Tracking). Nei sistemi convenzionali i moduli tra loro connessi possono avere prestazioni differenti, anche semplicemente a causa di sporcizia o di accidentale ombreggiamento e in queste condizioni l’MPPT non riesce a svolgere correttamente la sua funzione adeguandosi al modulo con il rendimento peggiore e penalizzando così tutti gli altri. In tal caso si potrebbe ricorre ad un inverter con più circuiti MPPT indipendenti così da frazionare l’impianto, scelta adotta anche da Enphase, ma in questo caso scegliendo di moltiplicare l’inverter stesso. 
Il concetto non è una novità, ma, spiega la società, fino ad oggi mancava la conoscenza tecnica per rendere pratici questi dispositivi. “Uno dei maggiori ostacoli alla tecnologia dei micro- inverter in passato è stata l’efficienza di conversione” che ha invece ora raggiunto il 95,5%, alla pari con quella dei grandi inverter tradizionali, che vanno dal 94 al 96%. 
Questi micro dispositivi non solo massimizzano la potenza in uscita, ma rendono anche il sistema molto flessibile: riduzione dei tempi di cablaggio, rimozione dei punti di commutazione CC e “se si ha bisogno di maggiore potenza si possono semplicemente collegare più moduli, cosa assolutamente impossibile da fare con un sistema tradizionale se si supera la capacità dell’inverter”.Un ulteriore vantaggio risiede nel fatto che i micro-inverter rendono ogni singolo modulo fonte di alimentazione separata dando dunque al cliente la possibilità di scindere la produzione energetica in parte per le necessità personali ed il resto per l’immissione nella rete nazionale.

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