Il Giappone spegne l’ultimo reattore nucleare

La decisione del Governo nipponico di spegnere l’ultimo dei 54 reattori presenti sull’isola lascia sperare in una denuclearizzazione del Paese a favore delle rinnovabili

(Rinnovabili.it) – “Un Giappone senza nucleare è un Giappone più sicuro. Per garantirsi un futuro di prosperità, il nostro Paese deve rottamare il nucleare a vantaggio delle rinnovabili”. Sono queste le parole con cui il Direttore Esecutivo di Greenpeace Giappone, Junichi Sato, si è rivolto al Governo giapponese, affinché punti a un Paese denuclearizzato in cui efficienza energetica e fonti rinnovabili facciano da padrone. L’appello di Greenpeace arriva proprio in concomitanza dello spegnimento, domani, dell’ultimo reattore nucleare ancora funzionante, quello di Tomari, l’ultimo dei 54 presenti sull’isola.

Sato rammenta le conseguenze a cui sono ancora oggi sottoposte le centinaia di migliaia di persone colpite dal disastro di Fukushima e impegnate in prima linea a chiedere alle istituzioni che il Paese abbandoni definitivamente l’atomo per rivolgersi al mondo più pulito e sicuro delle rinnovabili e dell’efficienza energetica. Come dimostrato anche dal rapporto che Greenpeace ha pubblicato poco dopo l’incidente di Fukushima, Energy Revolution Japan, il Paese può tranquillamente fare a meno del nucleare migliorando la gestione della domanda energetica e puntando su FER ed efficienza energetica. Sato ha, infatti, spiegato che sul piano della produzione elettrica, il picco di domanda estivo può essere gestito aumentando l’efficienza e gestendo in maniera oculata il risparmio energetico. “Il disastro di Fukushima – ha detto – ha dimostrato che i reattori nucleari giapponesi e le istituzioni che li gestiscono non sarebbero in grado di sopportare un altro grosso terremoto, che gli esperti ci predicono per i prossimi anni. Semplicemente, non vale la pena di correre questi rischi quando sappiamo con certezza che le alternative sono a portata di mano”.

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