Un’eco-oasi artificiale nel deserto dell’Arava

Coltivare anche in regioni inospitali per la vegetazione si può. A dimostrarlo è la stazione di ricerca agricola Hatzeva Yair

(Rinnovabili.it) – Si chiama progetto Oasis Josefowitz ed è l’iniziativa lanciata da un gruppo di scienziati israeliani per rendere il deserto “coltivabile”. Una squadra di scienziati della Ben-Gurion University ha realizzato e testato, nei pressi dalla stazione di ricerca agricola Hatzeva Yair, una struttura finalizzata alla produzione ambientalmente sostenibile di colture ortofrutticole in zone aride. L’area in questione si trova nella regione desertica dell’Areva dove, accanto alle scarse precipitazioni, c’è da mettere in conto anche che la vicinanza al Mar Morto produce acque sotterranee altamente saline. Un quadro, in teoria, inospitale per l’agricoltura che non ha però spaventato i ricercatori. Gli scienziati hanno realizzato un impianto che sfrutta l’energia solare per pompare l’acqua salmastra locale attraverso delle membrane per la nanofiltrazione e ottenere così acqua per l’irrigazione d’alta qualità

Dal 2010 ad oggi sono stati condotti una serie di “esperimenti agricoli” con differenti qualità dell’acqua di irrigazione e quattro diverse colture potendo così dimostrare che il metodo è associato ad una maggiore produttività alle pratiche correnti. Le colture con acqua desalinizzata sarebbero infatti legate ad una richiesta di irrigazione e fertilizzante il 25 per cento inferiore ai metodi che utilizzano l’acqua salmastra. In alcuni casi, la resa delle colture è addirittura aumentata. I risultati sono stati presentati in anteprima  alla Conferenza sulla desalinizzazione per l’ambiente a Barcellona del mese scorso.

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