Anche gli USA studiano il potenziale del solare galleggiate

Basterebbe installare il fotovoltaico su meno del 30% dei corpi idrici artificiali statunitensi per ottenere il 10% della produzione elettrica nazionale

solare galleggiate
(Foto di Dennnis Schroeder / NREL)

 

Il NREL valuta le possibilità del solare galleggiante

(Rinnovabili.it) – Il solare galleggiante contagia anche gli Stati Uniti. Il National Renewable Energy Laboratory – NREL, il principale laboratorio Dipartimento dell’Energia stelle e strisce, ha pubblicato in questi giorni uno studio sul potenziale fotovoltaico a livello dei corpi idrici artificiali del Paese. Nonostante gli USA siano probabilmente la prima potenza economica ad aver realizzato un impianto di solare galleggiante (circa un decennio fa in un bacino per l’irrigazione a Napa Valley), sul suolo americano la tecnologia è rimasta al palo fino a oggi. Nel frattempo l’Asia orientale è divenuta la principale vetrina per questi impianti e la domanda è destinata a crescere anche in India, sud est asiatico ed Europa. Solo il Giappone ospita 56 dei 70 più grandi impianti fotovoltaici galleggianti (leggi anche In Cina l’impianto fotovoltaico galleggiante più grande al mondo).

 

Affinchè l’America non sia lasciata indietro, i ricercatori del NREL hanno redatto “Floating PV: Assessing the Technical Potential of Photovoltaic Systems on Man-Made Water Bodies in the Continental U.S”. Il rapporto analizza i principali serbatoi idrici nelle regioni aride e le infrastrutture idroelettriche nazionali con il preciso obiettivo di quantificare la potenza fotovoltaica sviluppabile. Secondo lo studio esistono almeno 24.000 bacini idrici artificiali che potrebbero prestarsi alle installazioni solari; si tratta di meno del 30% di tutte le infrastrutture nazionali di questo tipo ma potrebbero fornire fino a un decimo della produzione elettrica statunitense. E si risparmierebbero fino a 2,1 milioni di ettari di terreno.

 

 

Negli Stati Uniti, (il solare galleggiante) è ancora un’applicazione di nicchia; in altri luoghi rappresenta una necessità”, ha commentato Jordan Macknick, analista del NREL e co-autore del documento. “Ci aspettiamo che la tecnologia decolli negli USA, specialmente nelle aree dove l’uso del suolo è vincolato e dove c’è un conflitto tra lo sviluppo fotovoltaico e i terreni agricoli”. L’uso del solare galleggiante comporta ulteriori vantaggi sia per i pannelli che per le infrastrutture idriche. I primi possono godere di un sistema di raffrescamento passivo che migliora le prestazioni dei moduli, le seconde possono contare su una minore evaporazione dell’acqua e una ridotta crescita di alghe. Una scelta win-to-win.

 

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