Cooperazione tra Paesi Ue, così nasce un sistema climaticamente neutro

L’obiettivo dell’Unione europea con l’avvio di progetti congiunti, aiuti e condivisione di dati e sistemi statistici. Un nuovo rapporto analizza gli ostacoli alla cooperazione e a fornire indicazioni per affrontare le sfide. I punti chiave: produzione elettrica più efficiente e meno costosa, sicuro incremento del mercato, accesso libero a nuove risorse ed opportunità, facilitazioni rispetto a progetti internazionali

Cooperazione transfrontaliera
Foto di MichaelGaida da Pixabay

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – Un sistema energetico climaticamente neutro, grazie alla cooperazione transfrontaliera sulle energie rinnovabili. Questo l’obiettivo dell’Unione europea con l’avvio di progetti congiunti, aiuti e condivisione di dati e sistemi statistici. Con un nuovo rapporto l’Ue punta a analizzare gli ostacoli alla collaborazione fra Paesi e a fornire indicazioni per affrontare le sfide. In particolare si concentra su tre casi scuola della cooperazione transfrontaliera tra Danimarca e Germania, Norvegia e Svezia, Gran Bretagna e Irlanda.

I punti chiave del rapporto parlano della cooperazione transfrontaliera sulle energie rinnovabili come di un sistema che offre numerosi vantaggi ai Paesi: produzione elettrica più efficiente e meno costosa, sicuro incremento del mercato, accesso libero a nuove risorse ed opportunità, facilitazioni rispetto a progetti internazionali ulteriori. Inoltre la cooperazione transfrontaliera può contribuire all’integrazione del mercato energetico dell’Ue, all’armonizzazione delle legislazioni nazionali in merito, al miglioramento delle intese politiche tra gli Stati e al raggiungimento degli obiettivi energetici dell’Ue.

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Ma nonostante i potenziali vantaggi e il sostegno nel quadro delle politiche comunitarie dell’Ue sono ancora pochi gli esempi di applicazione della cooperazione transfrontaliera per le energie rinnovabili. Tra le difficoltà a concludere accordi ci sono numerosi ostacoli, come per esempio le differenti legislazioni nazionali in materia, l’incertezza nella ripartizione dei costi e dei benefici, e il dissenso della pubblica opinione. Per superare questi problemi la volontà politica all’azione, l’aiuto reciproco, una buona governance, un certo grado di flessibilità sia nella negoziazione politica sia nell’applicazione delle leggi nazionali, oltre a una strategia di comunicazione istituzionale e politica coordinata.

La cooperazione internazionale – viene spiegato – “riduce i costi e crea nuove opportunità”; cosa che è stata messa in evidenza anche dal “quadro delle politiche energetiche e a tutela del clima adottate in vista del 2030 nel Green deal”. La questione economica gioca “un ruolo importante nella collaborazione internazionale”. Secondo numerosi progetti di ricerca “adottando un approccio cooperativo che incontri gli obiettivi legati alle energie rinnovabili nazionali e a livello europeo si possono ottenere importanti risultati globali di riduzione dei costi e massimizzazione dei benefici per i cittadini europei, con un potenziale risparmio stimato intorno agli 1,3 bilioni di euro all’anno”. 

Ma, al di là dei benefici puramente economici, “i progetti di cooperazione creano opportunità aggiuntive per i paesi coinvolti. Impegnandosi con la Norvegia in un mercato comune, la Svezia ha guadagnato l’accesso a risorse idro-energetiche a minor prezzo, così come maggiori potenzialità legate all’energia eolica. Allo stesso modo, la Germania ha guadagnato l’accesso a posizioni geografiche con la possibilità di un maggior numero di ore di produttività energetica a pieno carico. Sviluppare meccanismi di cooperazione tra stati limitrofi significa anche incrementare la stabilità dei mercati e creare condizioni più sicure per gli investitori, in quanto qualsiasi modifica degli accordi dovrebbe essere discussa con il paese partner”.

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Questi progetti offrono “l’opportunità di apprendere e sperimentare per i Paesi coinvolti, e aprono la porta a vari tipi di cooperazione nel settore energetico, come la scienza, l’innovazione tecnologica, la politica energetica”. Tra gli altri vantaggi della cooperazione internazionale, per l’Ue c’è quello di “contribuire a un mercato interno dell’energia più dinamico, efficiente e integrato, garantendo parità di condizioni tra gli Stati membri e promuovendo l’armonizzazione degli approcci legislativi e politici nazionali, aumentando nel contempo la sicurezza e la resilienza del suo sistema energetico. Tra gli altri fattori che hanno sostenuto la creazione di progetti di cooperazione transfrontaliera ci sono stati la prossimità geografica tra i Paesi partecipanti, le interconnessioni elettriche esistenti, gli obiettivi ambientali allineati e il potenziale analogo per la produzione di elettricità da fonti rinnovabili.

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