Fossili, i maggiori paesi produttori non hanno vere strategie net-zero

Con il Net-Zero Producers Forum, 5 paesi che insieme rappresentano il 40% della produzione mondiale di idrocarburi spiegano di voler affrontare la crisi climatica senza intaccare di un barile il loro output

Fossili: nasce il Net-Zero Producers Forum
Foto di Nicola Giordano da Pixabay

L’alleanza sulle fossili include Stati Uniti, Canada, Norvegia, Arabia Saudita e Qatar

(Rinnovabili.it) – Sviluppare “strategie pragmatiche verso emissioni nette zero”. Perché “non c’è sfida più grande per il nostro pianeta che la crisi climatica”. Alcuni dei maggiori produttori mondiali di fonti fossili uniscono le forze per provare ad abbattere le emissioni legate agli idrocarburi. Senza però toccare davvero gas, petrolio e shale.

L’iniziativa si chiama Net-Zero Producers Forum e per il momento riunisce gli Stati Uniti, il Canada, la Norvegia e i due big del Golfo sponda araba, Arabia Saudita e Qatar. Pochi ma ‘pesanti’, visto che insieme rappresentano più o meno il 40% della produzione globale di fossili. L’alleanza è stata annunciata a margine del Leaders Summit on Climate organizzato da Washington la scorsa settimana.

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Il comunicato congiunto spiega in poche righe la missione del forum e come si intende realizzarla. Delle “strategie pragmatiche” sono forniti esempi specifici. Si va “dall’abbattimento del metano” fino al potenziamento “dell’economia circolare del carbonio”, termine caro a Riad che da tempo lo usa per far passare il principio che il futuro delle fossili sono la tecnologia CCUS e l’idrogeno (non quello verde, ma quello blu che si basa sugli idrocarburi). Non stupisce quindi il punto seguente: “lo sviluppo e la diffusione di tecnologie per l’energia pulita”, che farebbe pensare a una riconversione graduale dell’industria fossile, viene invece appaiato con “la cattura e lo stoccaggio del carbonio”.

L’iniziativa è finita nel mirino degli ecologisti per una ragione molto semplice: tra le opzioni menzionate non c’è quella di lasciare le fonti fossili sottoterra. Come riporta Climate Home News, per Tzeporah Berman, presidente della campagna per il Trattato di non proliferazione dei combustibili fossili, la nascita di questa alleanza “è preoccupante perché tutti questi paesi continuano ad espandere la produzione di combustibili fossili e versano miliardi di dollari in tecnologie per ridurre le emissioni ‘per barile’ piuttosto che gestire un’equa diminuzione delle emissioni e della produzione complessive. Se la tua casa è in fiamme, non aggiungere altro carburante”.

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