Le sfumature del verde: linee europee e casi locali

Il progetto YOU_RoPe a Ravenna, città chiave per le vicende energetiche legate al fossile, offre l’occasione di indagare tramite un caso locale gli elementi di criticità e di controversia nel quadro delle politiche di sostenibilità attuali, inquadrate nel Patto Verde Europeo.

di Linda Maggiori

I coordinatori della sezione Formazione – Rinnovazioni mi hanno proposto, attraverso questa rubrica dedicata alle Pratiche e esperienze, di andare alla ricerca di progetti, attività e iniziative che, collocandosi entro il quadro delle politiche cosiddette “green” elaborate in sede europea e dell’agenda 2030 dell’ONU, fornissero esempi concreti e ben localizzati tanto dell’effettivo perseguimento di obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale quanto delle reali contraddizioni e dei rischi che si possono nascondere dietro l’apparente e fin troppo esibita consensualità etica e politica attorno a quegli obiettivi e a quelle misure concrete – contraddizioni e rischi che, in verità, molte associazioni e gruppi civicamente impegnati sui territori cercano di denunciare. Con questo articolo, avvio l’esplorazione di un dibattito locale, che concerne in modo particolare Ravenna, città la cui rilevanza nazionale e europea nel contesto dell’attuale crisi energetica è resa ben nota dalle polemiche attorno ai nuovi rigassificatori.

A Ravenna, è nato il progetto YOU_RoPe, coordinato dal Centro Europe Direct della Romagna e dedicato alla promozione di valori di Cittadinanza Europea con il finanziamento da fondi europei.

 “Quest’anno il focus sarà su Anno europeo dei giovani e Green Deal. YOU_RoPe sperimenterà diversi canali di coinvolgimento della cittadinanza che spazieranno dal role-playing, ai laboratori teatrali, dalle camminate di esplorazione del territorio alla creazione di podcast divulgativi e informativi” afferma in un comunicato stampa Annagiulia Randi, assessora alle Politiche europee del Comune di Ravenna.

Il progetto, realizzato in partenariato con LibrAzione e Villaggio Globale Coop.Soc., è sostenuto da una rete composta dal Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna (Campus di Ravenna), dai Comuni di Cervia e Russi, dalle Associazioni di Gemellaggio e dalle Unioni dei Comuni della Bassa Romagna e dall’Unione della Romagna Faentina.

Abbiamo intervistato Roberta Vitali, operatrice del Villaggio Globale:

 “You_rope letteralmente vuol dire ‘tu (sei) corda, legame’ ma è anche il suono della parola Europa in inglese. A maggio 2022 abbiamo simulato il lavoro delle Commissioni del Parlamento europeo nelle scuole superiori, a ottobre abbiamo organizzato sei tappe di “Green walk”, passeggiate aperte a tutti, alla scoperta del territorio provinciale, per riflettere sulle sfide ambientali che il Green Deal Europeo si propone di affrontare. Siamo andati a visitare il giardino “Vittime innocenti della mafia” a Cervia, abbiamo incontrato un pescatore cervese, che ci ha raccontato come sono mutati i sistemi di pesca e, di conseguenza, il mare Adriatico nel corso della sua esperienza e quali sono i prodotti a km 0 in queste zone. Abbiamo visitato anche il CESTHA, Centro Sperimentale per la Tutela degli Habitat, che ha la propria sede operativa nel complesso storico dell’antico Mercato del Pesce di Marina di Ravenna, riconvertito ad innovativo polo ricerche marine.”

Altra azione del progetto è stata la selezione e formazione dei Green Deal Influencer. “Sono tutti ragazzi dai 20 ai 30 anni circa – continua Vitali – per lo più universitari, eaccompagneranno la campagna di divulgazione e promozione, concentrandosi in particolare sulle forme di comunicazione digitale. Abbiamo iniziato con momenti di formazione, spiegando, oltre al Green Deal della Unione Europea e le strategie politiche per ridurre le emissioni, anche come essere “influencer” ecologisti. Ognuno di loro ha studiato le modalità comunicative di alcuni bravi influencer italiani sul tema ambientale. Da pochi giorni hanno creato una pagina Instagram (che è un social molto più apprezzato dai giovani rispetto a Facebook), GreenHere (@_greenhere), e a turno postano alcune tematiche di interesse ambientale, di buone abitudini quotidiane, ecogiornalismo, turismo sostenibile ed eco-shop,  approfondimenti sulle giornate mondiali per l’ambiente, sulle imprese “green”… insomma, ogni settimana c’è un piccolo suggerimento”.

Questo progetto li accompagna fino a dicembre ma l’idea è che poi siano loro autonomamente a tener viva la pagina e continuare la loro “missione” nel tempo.

Il progetto prevede anche incontri, workshop e dibattiti, e la creazione di un gioco di ruolo sul processo legislativo dell’Unione Europea, con un focus particolare sul ruolo del Parlamento Europeo; verrà poi attivato un Podcast sull’Europa, e percorsi di laboratori teatrali a Ravenna e a Russi per sperimentare nuovi modi di pensare l’Europa.

C’è però chi fa notare alcune contraddizioni: 

“È sicuramente un bel progetto e abbiamo molta stima degli operatori del Villaggio Globale e delle altre associazioni che lo curano, ma non possiamo fare a meno di evidenziare la contraddizione del comune di Ravenna, che cerca di stare con i piedi in tutte le scarpe possibili – commenta Pippo Tadolini, del Coordinamento Ravennate Fuori dal Fossile. – Propone bei progetti “verdi” ma poi resta legato a doppio filo con il fossile, a proposito di legami. Qui a Ravenna ogni scelta energetica è a trazione Eni, con tutte le gravissime conseguenze ambientali che ne derivano, dall’inquinamento pluridecennale del territorio, alla subsidenza. Come se non bastasse, Ravenna da giugno è stata scelta dal governo per ospitare un rigassificatore, una enorme nave ancorata al largo, che trasforma il gas liquefatto, proveniente da regimi africani o del medio Oriente, in gas naturale, con grave impatto ambientale per l’ecosistema marino e rischi per la sicurezza. La nave sarà collegata a terra con decine e decine di km di metanodotto, da costruire in mare e in terra. Il Comune di Ravenna non solo non si è opposto, come ha fatto invece Piombino, ma si è addirittura proposto per ospitare un secondo rigassificatore (quello che Piombino non vuole). Non solo, si stanno aprendo le strade a nuove trivelle, in terra (Coventelle) e in mare, e da tempo Eni propone il progetto assurdo di stoccaggio CO2, (cosiddetto CCS Carbon Capture Storage), che è una pezza peggiore del buco. Tutto questo è lontano anni luce dalla vera lotta al cambiamento climatico, non fa che accellerarlo, visto che il gas metano è uno dei più potenti gas climalteranti e non dovrebbe essere estratto né trasportato, ma lasciato lì dove è stato per milioni di anni, sottoterra. Le perdite dalle navi gasiere, dai metanodotti, sono all’ordine del giorno e ben documentate. Dobbiamo abbandonare il fossile, e dirottare tutti gli incentivi sul rinnovabile, non si possono continuare a spendere soldi pubblici, a sventrare la terra per costruire enormi infrastrutture destinate al fossile. Ravenna secondo le stime finirà sotto l’acqua del mare tra il 2050 e il 2100, già adesso le nostre spiagge sono erose, i comuni costieri allagati a seguito di fenomeni meteorologici sempre più estremi. Siamo nella trincea della crisi ecologica e climatica, dobbiamo esserne consapevoli, i giovani per primi e scegliere da che parte stare”.

Affermazioni fortemente critiche, tanto più nei confronti di un’iniziativa che in linea di principio si colloca nel quadro di un nuovo patto europeo intitolato all’idea del “verde” e, quindi, dell’ecologia – almeno questo ci si aspetterebbe. Ma cosa dice esattamente il Green Deal Europeo approvato a livello UE riguardo alle scelte energetiche?

“Due anni fa il Green Deal era degno di attenzione e ripudiava il fossile, e tutte le infrastrutture connesse, gas compreso – spiega Tadolini- anche se era piuttosto deludente sul campo dell’agricoltura perché non contrastava efficacemente i fitofarmaci. Poi a giugno 2022, su evidente pressione delle lobby del fossile, con la concomitante guerra in Ucraina e la scusa delle crisi energetica, gas e nuclerare sono stati inseriti nella tassonomia verde dell’Ue. Questo è avvenuto in totale contraddizione con altre leggi dell’Ue, in particolare con gli obblighi previsti dall’Accordo di Parigi, con la Legge europea sul clima. Così il Green Deal è stato malamente azzoppato. Ormai anche un rigassificatore e un metanodotto sono considerati strumenti green della transizione ecologica e godono di incentivi pubblici. Io mi auguro che i ragazzi che collaborano con il progetto You-Rope vogliano affrontare anche questa tematica. Noi del Coordinamento Per il Clima-Fuori dal Fossile siamo disponibili a collaborare, farci intervistare e partecipare a tutti gli incontri organizzati e aperti alla cittadinanza” conclude Tadolini.Roberta Vitali, in quanto rappresentante dell’ente capofila nel progetto You Rope, prova tuttavia a rassicurare: “Non escludiamo di affrontare anche la spinosa tematica energetica sia da parte dei green influencer sia durante i laboratori e gli incontri previsti nel progetto“. 

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