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Al via servizio car sharing a Udine e Tavagnacco

Parte un servizio di car sharing, con partenza dalla stazione di ricarica installata nel piazzale del Teatro nuovo Giovanni da Udine

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Iniziativa sostenuta dalla Regione per rendere più green le città del Fvg

 “Diffondere la mobilità elettrica per favorire la transizione ecologica verso mezzi di trasporto non inquinanti è l’obiettivo che si pone la Regione. Su questo versante, l’Amministrazione, in questa legislatura, è passata dall’investire 500 mila euro negli incentivi all’acquisto di mezzi green, a circa 45 milioni di euro per contributi a privati cittadini ed enti pubblici. Una delle iniziative per l’ecosostenibilità dei trasporti è quella odierna, che metterà a disposizione, grazie al Comune di Udine e di Tavagnacco, un servizio di car sharing, con partenza dalla stazione di ricarica installata nel piazzale del Teatro nuovo Giovanni da Udine. Questa delle due amministrazioni comunali è un’iniziativa alla quale va rivolto il plauso della Regione, perché anticipa il programma che stiamo sviluppando, in cui metteremo a disposizione nelle nostre sedi e in quelle dei Comuni capoluogo, oltre a quelli turistici, seicento auto elettriche entro il prossimo anno con il progetto Noemix”.

Lo ha evidenziato l’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile, Fabio Scoccimarro, intervenendo a Udine all’inaugurazione della nuova stazione di ricarica e alla presentazione dei due veicoli elettrici a disposizione per il noleggio breve, nel corso della cerimonia alla quale hanno partecipato il sindaco di Udine Pietro Fontanini e quello di Tavagnacco, Moreno Lirutti.
L’auspicio della Regione, ha detto Scoccimarro – “è che ora l’esempio dato da queste due amministrazioni possa far germinare altre iniziative analoghe sull’intero territorio del Friuli Venezia Giulia, affinché questa tipologia di noleggio possa offrire un servizio utile ai cittadini, riduca l’uso delle auto a propulsione tradizionale, rendendo ancora più green i nostri centri abitati”.
Le colonnine di ricarica sono state predisposte dal Gruppo Hera, mentre le auto sono di un’azienda consolidata nel settore del car-sharing. ARC/CM/al

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Turbine eoliche ad asse verticale, efficienza migliorata del 200%

Dall'EPFL svizzero il primo studio che applica un algoritmo di apprendimento automatico alla progettazione della pale delle turbine VAWT

Turbine eoliche ad asse verticale
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Nuovi progressi per le turbine eoliche ad asse verticale

Un aumento dell’efficienza del 200% e una riduzione delle vibrazioni del 70%. Questi due dei grandi risultati raggiunti nel campo delle turbine eoliche ad asse verticale,  presso l’UNFoLD, il laboratorio di diagnostica del flusso instabile della Scuola Politecnica Federale di Losanna (EPFL). Il merito va a Sébastien Le Fouest e Karen Mulleners che, in un’anteprima mondiale hanno migliorato questa specifica tecnologia impiegando un algoritmo di apprendimento automatico.

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Turbine eoliche VAWT, vantaggi e svantaggi

Si tratta di un progresso a lungo atteso dal comparto. Le turbine eoliche ad asse verticale o VAWT per usare l’acronimo inglese di “Vertical-axis wind turbines” offrono sulla carta diversi vantaggi rispetto ai classici aerogeneratori ad asse orizzontale. Ruotando attorno ad un asse ortogonale al flusso in entrata, il loro lavoro risulta indipendente dalla direzione del vento, permettendogli di funzionare bene anche nei flussi d’aria urbani. Inoltre offrono un design più compatto e operano a frequenze di rotazione più basse, il che riduce significativamente il rumore e il rischio di collisione con uccelli e altri animali volanti. E ancora: le parti meccaniche della trasmissione possono essere posizionate vicino al suolo, facilitando la manutenzione e riducendo i carichi strutturali.

Perché allora non sono la scelta dominante sul mercato eolico? Come spiega lo stesso Le Fouest, si tratta di un problema ingegneristico: le VAWT funzionano bene solo con un flusso d’aria moderato e continuo. “Una forte raffica aumenta l’angolo tra il flusso d’aria e la pala, formando un vortice in un fenomeno chiamato stallo dinamico. Questi vortici creano carichi strutturali transitori che le pale non possono sopportare“, scrive Celia Luterbacher sul sito dell’EPFL.

Energia eolica e algoritmi genetici

Per aumentare la resistenza, i ricercatori hanno cercato di individuare profili di inclinazione ottimali.  Il lavoro è iniziato montando dei sensori, direttamente su una turbina in scala ridotta, a sua volta accoppiata ad un ottimizzatore funzionante con algoritmi genetici di apprendimento. Di cosa si tratta? Di una particolare tipologia di algoritmi euristici basati sul principio della selezione naturale.

Quindi muovendo la pala avanti e indietro con angoli, velocità e ampiezze diverse, hanno generato una serie di profili di inclinazione. “Come in un processo evolutivo, l’algoritmo ha selezionato i profili più efficienti e robusti e ha ricombinato i loro tratti per generare una ‘progenie’ nuova e migliorata”. Questo approccio ha permesso a Le Fouest e Mulleners non solo di identificare due serie di profili di passo che contribuiscono a migliorare significativamente l’efficienza e la robustezza della macchina, ma anche di trasformare la più grande debolezza delle turbine eoliche ad asse verticale in un punto di forza. I risultati sono riportati su un articolo recentemente pubblicato sulla rivista Nature Communications.

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Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.