Per tagliare le emissioni di metano dobbiamo spendere 10 volte di più di oggi

Metà del riscaldamento globale antropico accumulato finora dipende dal CH4. Per tagliarlo in modo compatibile con gli 1,5°C bisogna moltiplicare per dieci gli investimenti, arrivando a 110 mld di dollari l’anno. Il report di Climate Policy Initiative

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Le emissioni di metano hanno un potere climalterante 82,5 volte maggiore della CO2

(Rinnovabili.it) – Uno dei meriti della COP26 di Glasgow è stato accendere un faro sull’importanza di agire anche contro le emissioni di metano e non solo quelle di CO2. E fare da trampolino per iniziative internazionali come la Global Methane Pledge, lanciata da UE e USA, che punta a tagliare il CH4 del 30% entro il 2030. Il metano, infatti, è un gas serra con un potere climalterante 82,5 volte maggiore di quello dell’anidride carbonica nei primi 20 anni in cui resta in atmosfera, ed è quindi cruciale per tenere l’obiettivo degli 1,5 gradi di riscaldamento globale a portata di mano. Stiamo facendo abbastanza per ridurlo?

In un rapporto appena pubblicato, Climate Policy Initiative dà una risposta chiara: assolutamente no. La spesa globale per tagliare le emissioni di metano deve decuplicare in fretta, arrivando a 110 miliardi di dollari l’anno, se vogliamo avere una chance di rispettare il target più ambizioso del Paris agreement.

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“Anche se il metano è responsabile di quasi la metà del riscaldamento globale netto fino ad oggi, i nostri risultati mostrano che i finanziamenti per le misure di abbattimento del metano hanno rappresentato meno del 2% dei flussi finanziari totali per il clima, ovvero poco più di 11 miliardi di dollari, nel 2019/2020”, scrivono gli autori del rapporto.

Secondo aspetto da considerare: la finanza per la mitigazione delle emissioni di metano non è solo poca, è anche mal distribuita. Il settore oil&gas ha il più alto potenziale di abbattere le emissioni di metano entro la fine di questo decennio. Ma è anche quello che ha ricevuto meno investimenti di tutti: meno dell’uno percento del totale, circa 100 milioni di dollari negli ultimi due anni. quasi 2/3 del denaro, invece, è stato riservato per il settore dei rifiuti.

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