Gas in tassonomia verde, la parola alla Corte di giustizia UE

ClientEarth, l’ufficio europeo del WWF, Transport & Environment e il ramo tedesco di Friends of the Earth portano il caso davanti al massimo tribunale europeo. Le associazioni contestano l’inserimento del gas perché non in linea con Parigi e la Legge Clima dell’UE. Anche Greenpeace annuncia un’azione legale

Tassonomia verde: la Corte di giustizia UE deciderà sull’inclusione del gas
Photo by Lucas George Wendt on Unsplash

A febbraio Bruxelles ha presentato la nuova tassonomia verde per gli investimenti sostenibili

(Rinnovabili.it) – L’ultima parola sulla tassonomia verde europea la dirà la Corte di giustizia dell’UE. La lista degli investimenti considerati sostenibili finisce in tribunale su iniziativa di 4 ong per l’inclusione del gas, e – in un procedimento separato – di Greenpeace per gas e nucleare. “La tassonomia dovrebbe essere il gold standard per gli investimenti ma, così com’è, questa legge sulla tassonomia invia agli investitori tutti i segnali sbagliati. Deve essere abrogata”, spiegano in una nota ClientEarth, l’ufficio europeo del WWF, Transport & Environment (T&E), e BUND (cioè il ramo tedesco di Friends of the Earth).

Le associazioni chiedono al massimo tribunale europeo – che ha il potere di cancellare il gas dalla tassonomia verde con la sua sentenza – di valutare se l’atto delegato in cui hanno trovato posto gas fossile e nucleare sia o meno in contraddizione con altre leggi fondamentali dell’UE. In particolare la Legge Clima e la stessa green taxonomy. Oltre agli impegni assunti dall’Europa con l’accordo di Parigi.

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“Il gas è responsabile delle bollette energetiche alle stelle in tutta Europa. Ha anche un impatto negativo sull’ambiente, tra cui il rilascio di grandi quantità di emissioni di carbonio e metano”, argomentano le 4 ong. Questa etichetta rischia di incanalare gli investimenti in questa fonte energetica dannosa, allontanandoli da fonti energetiche realmente sostenibili come le fonti rinnovabili nazionali, e di ridurre abilmente la domanda in primo luogo”.

Le stesse motivazioni con cui, a inizio estate, una parte del parlamento europeo aveva provato a dare l’ultima spallata alla tassonomia. Fallendo per pochi voti. Nonché gli stessi argomenti che la Commissione ha rifiutato di ascoltare a più riprese durante il lungo e travagliatissimo parto dell’atto delegato. In cui, oltre al gas, è stato inserito anche il nucleare. Una mossa che in questi giorni, ad esempio, ha dato modo alla Francia di chiedere a Bruxelles di accettare come idrogeno pulito anche quello prodotto a partire dall’energia dall’atomo (idrogeno rosa).

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“Sostenere il gas, un combustibile fossile che attualmente è al centro di una crisi del costo della vita in tutto il blocco, mina gli obiettivi fondamentali dell’UE di ottenere un’energia più pulita, più economica e più sicura. Per ridurre le bollette dei cittadini, garantire le forniture energetiche e proteggere i cittadini dal caos climatico, l’UE deve smetterla di etichettare il gas come “sostenibile” nella tassonomia europea”, continua il comunicato delle associazioni.

A trascinare la tassonomia in tribunale, sempre nella giornata di oggi, è anche Greenpeace. In una azione legale separata, 8 uffici europei dell’associazione ambientalista chiedono alla Commissione di stralciare non solo il gas, ma anche il nucleare dalla lista degli investimenti sostenibili. In caso contrario, si rivolgeranno alla Corte di giustizia UE. Anche per Greenpeace l’inclusione di queste due fonti di energia violerebbe la stessa tassonomia, la Legge Clima e l’accordo di Parigi.

“Questo marchio verde fasullo è incompatibile con le norme EU sul clima e sull’ambiente. Il gas fossile è una delle cause principali della crisi climatica ed economica, mentre per il nucleare non c’è ancora nessuna soluzione al problema delle scorie e il rischio di incidenti è troppo elevato per poter essere ignorato”, ha dichiarato Ariadna Rodrigo, Sustainable Finance campaigner per la Greenpeace European Unit.

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