Contenimento energetico: ridurre i consumi dei centri commerciali potrebbe fare la differenza

Ridurre la temperatura del riscaldamento invernale, prestare attenzione ai sistemi illuminanti, diminuire gli orari di apertura delle strutture e coinvolgere tutti gli attori nella transizione. Le linee guida del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali per agire ora.

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Foto di Steven Yu da Pixabay

L’obiettivo è arrivare a una riduzione del 10% sui consumi rispetto all’anno precedente

(Rinnovabili.it) – In vista di un prossimo piano di contenimento energetico nazionale, anche i grandi centri commerciali si preparano a dare il proprio contributo mettendo in atto una serie di misure indispensabili per ridurre e risparmiare. A lanciare le linee guida è il CNCC, Consiglio nazionale dei Centri Commerciali, che ha predisposto un accurato documento programmatico a disposizione di tutti i soci. L’obiettivo è arrivare ad una riduzione complessiva dei consumi stimati del 10% rispetto a quelli registrati nelle precedenti stagioni invernali.

Le linee guida per il contenimento energetico stilate dal CNCC dovrebbero essere solo l’inizio di un dialogo più attento con il prossimo Governo, per coinvolgere nella corsa alla sostenibilità ed all’efficienza anche tutto il comparto del commercio.

Purtroppo la situazione attuale impone azioni urgenti. I piccoli commercianti si troveranno ad affrontare un inverno di rincari forse troppo difficili da gestire, proprio dopo gli anni della pandemia. Accanto a questa situazione dettata dai problemi internazionali, si affianca però un tema più a lungo termine, indispensabile per arrivare a definire un quadro orientativo sempre più sostenibile ed efficiente dedicato al comparto del commercio.

Gli ambiti di intervento per il contenimento energetico dei centri commerciali

Riscaldamento e ricircolo dell’aria. Le linee guida del CNCC suggerisce di regolare la temperatura in inverno tra i 17°C e i 19°C e tra i 24°C e i 27°C in estate. Secondo il Consiglio Nazionale le date di accensione potrebbero anche essere ulteriormente posticipate, soprattutto per le aree comuni, accendendo e spegnendo gli impianti al massimo un’ora prima e dopo l’apertura e la chiusa del sito. Il ricircolo dell’aria dovrà essere ottimizzato, sempre nel rispetto degli standard di qualità e dei regolamenti sanitari. Quando le condizioni meteo lo consentono inoltre, le indicazioni suggeriscono una gestione degli impianti in free-cooling per la termoregolazione delle parti comuni.

Il punto chiave dell’illuminazione. Sostituire i vecchi apparati illuminanti con sistemi ad alta efficienza è ovviamente il minimo. Azioni di questo tipo permetterebbero una riduzione stimata di almeno il 20%. Anche l’intensità luminosa delle parti comuni e dei parcheggi potrebbe essere ridotta del 20-30%, anche sfruttando sistemi di rilevazione automatica. Interventi specifici dovrebbero essere fatti anche per le insegne commerciali che dovranno essere spente negli orari di chiusura e ottimizzate negli orari diurni in funzione della luce naturale presente nella struttura. Per avere un’idea dell’entità del risparmio, basti pensare che un esercizio di 100 mq interno ad un centro commerciale, se chiudesse e spegnesse luci e vetrine alle 20 anziché alle 22, arriverebbe ad un risparmio dagli 8 ai 10 mila euro l’anno, equivalente al 4% dei ricavi.

Sensibilizzazione sui consumi energetici. Non meno importante è il rendere partecipi della transizione ecologica tutti i soggetti che ruotano attorno al mondo del commercio, a partire dai tenant commerciali, fino agli stessi clienti. Ridurre gli sprechi e contenere i consumi deve essere un’operazione congiunta.

Abbiamo messo a punto queste linee guida per essere di supporto ai nostri soci in un momento particolarmente complicato in cui una gestione più attenta e consapevole dei consumi energetici può aiutare a contenere i costi ad essi collegati”, commenta Roberto Zoia, presidente del CNCC. “ I centri commerciali, infatti, in ragione del rilevante apporto fornito alla comunità nazionale in termini di occupazione e di garanzia della disponibilità di beni e servizi essenziali, sono importanti consumatori di energia, analogamente ad altre attività economiche e produttive che sono state normativamente classificate come “energivore”. Continuiamo ad essere attivi e a promuovere opportunità di efficientamento e di decarbonizzazione dei processi dal punto di vista energetico, incentivando una sempre maggiore collaborazione tra il settore pubblico e quello privato, certi che la strada della transazione ecologica ed energetica, anche dei centri commerciali, sia l’obiettivo da perseguire. Per questo motivo, riteniamo sia necessario dare un impulso definitivo allo sviluppo delle energie rinnovabili e innovative, dando piena attuazione alle direttive, oltre a prevedere degli incentivi che permettano una diffusa e più rapida installazione di pannelli fotovoltaici. Siamo a disposizione, sin da subito, per avviare un confronto con le Istituzioni per supportarle a definire le migliori pratiche per il comparto”.

Per molto tempo i centri commerciali sono stati definiti “non luoghi”, spazi indefiniti senza alcuna correlazione con il contesto. Oggi però l’attenzione si sta spostando e molti progetti integrano nella struttura strategie per lo sviluppo della biodiversità, aree verdi a disposizione della comunità, strutture certificate secondo i più elevati criteri sostenibili, incentivazione alla mobilità elettrica e alla creazione di comunità energetiche.

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