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Amazon annuncia 71 nuovi progetti legati alle rinnovabili nel mondo, 5 in Italia

Il totale dei progetti attivati da Amazon genererà 50.000 gigawattora (GWh) di energia pulita, l’equivalente dell’energia necessaria ad alimentare 13,4 milioni di abitazioni in Europa ogni anno

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Credits: Amazon

Amazon (NASDAQ: AMZN) ha annunciato l’espansione del suo portfolio di progetti legati alle energie rinnovabili a livello globale, incrementando di 2,7 gigawatt (GW) la sua capacità di energia pulita grazie a 71 nuovi progetti legati alle energie rinnovabili. Tra questi è incluso il primo progetto di energia rinnovabile dell’azienda in Sud America, un parco fotovoltaico in Brasile e i primi parchi fotovoltaici in India e Polonia. In Italia verranno attivati 5 progetti legati ai depositi di smistamento presenti nelle città di Parma, Pisa, Perugia, Palermo e Cagliari, che avranno rispettivamente una capacità di energia di 135 kW, 182 kW, 128 kW, 99 kW e 110 kW. Salgono così a 17 i progetti fotovoltaici on-site sul territorio italiano, con una capacità complessiva di 9 MW, in aggiunta ai 3 progetti fotovoltaici off-site che avranno una capacità totale di 106 MW. Una volta operativo, il portfolio globale di energia rinnovabile di Amazon genererà 50.000 gigawattora (GWh) di energia pulita, equivalente alla quantità di energia elettrica necessaria per alimentare 13,4 milioni di abitazioni in Europa all’anno.

“Stiamo attivando nuovi progetti eolici e fotovoltaici per alimentare i nostri uffici, i nostri centri di distribuzione, i nostri data center e i nostri negozi, che insieme servono milioni di clienti a livello globale, e siamo sulla buona strada per alimentare le nostre attività con il 100% di energia rinnovabile entro il 2025″, ha dichiarato Adam Selipsky, CEO di Amazon Web Services“In tutto il mondo, i Paesi stanno cercando di accelerare la transizione verso un’economia basata sull’energia pulita, e investimenti continui come i nostri possono aiutarli ad avanzare più rapidamente, mentre lavoriamo tutti insieme per mitigare le conseguenze del cambiamento climatico”.

In qualità di maggiore acquirente aziendale di energia rinnovabile a livello globale, Amazon ha ora attivi un totale di 379 progetti legati alle energie rinnovabili in 21 Paesi, tra cui 154 parchi eolici e fotovoltaici e 225 progetti fotovoltaici su tetti, che rappresentano 18,5 GW di capacità di energia rinnovabile. Alla fine del 2021, l’azienda aveva alimentato con energia rinnovabile l’85% delle sue attività.

Amazon continua ad abilitare con successo progetti nelle reti elettriche di tutto il mondo, tra cui: 

  • Nella regione Asia-Pacifica, Amazon annuncia i suoi primi tre progetti su larga scala in India. Si tratta di progetti fotovoltaici nel Rajasthan con una capacità di energia pulita di 420 MW. Amazon si sta espandendo rapidamente in India e questi primi investimenti svolgono un ruolo fondamentale nella riduzione delle nostre emissioni di CO2 nel Paese. Nella regione Asia-Pacifica, l’azienda ha ora un totale di 57 progetti legati alle energie rinnovabili. 
  • In Europa, Amazon ha ora 117 progetti legati alle energie rinnovabili. Amazon annuncia i suoi primi progetti fotovoltaici su tetti in Francia e Austria e il suo primo parco fotovoltaico in Polonia. L’investimento di Amazon nel suo primo progetto su larga scala in Polonia è una delle più grandi iniziative aziendali nell’ambito fotovoltaico annunciate finora nel Paese. Con questo impegno, Amazon contribuisce direttamente all’obiettivo del governo polacco di aumentare l’energia rinnovabile nella propria rete. Il sostegno aziendale a nuovi progetti legati alle energie rinnovabili come quello di Amazon aiuta il mercato ad aprirsi a ulteriori parchi eolici e fotovoltaici e accelera la decarbonizzazione della rete. 
  • In Nord America, Amazon sta incorporando 1 GW di capacità di energia pulita nel sud-est degli Stati Uniti, grazie anche ai primi due progetti di energia rinnovabile in Louisiana, raggiungendo un totale di 202 progetti in tutto il Nord America. 
  • In Sud America, Amazon ha annunciato il suo primo progetto di energia rinnovabile, un parco fotovoltaico da 122 MW in Brasile. Questo progetto, oltre a permettere di alimentare le attività di Amazon con energia rinnovabile, fornirà anche benefici economici all’economia locale e alla biodiversità della regione. È previsto un investimento di 380.000 dollari in programmi ambientali durante la costruzione per proteggere e promuovere la biodiversità. Si stima che il progetto creerà 850 posti di lavoro durante la fase di costruzione e altri 30 posti di lavoro a tempo indeterminato una volta operativo.

Per contribuire a far crescere i benefici degli investimenti nel settore delle energie rinnovabili, Amazon sta lavorando anche attraverso l’iniziativa Beyond the Megawatt del Clean Energy Buyers Institute (CEBI) per garantire che il settore massimizzi l’impatto economico, ambientale e sociale degli acquisti di energia.

“In qualità di leader chiave della comunità CEBA, Amazon continua a dimostrare che, ogni volta che si impegna a perseguire un obiettivo, lo fa con un ritmo e una portata che determinano il nuovo modello da perseguire”, ha dichiarato Miranda Ballentine, CEO della Clean Energy Buyers Association (CEBA) e del Clean Energy Buyers Institute (CEBI)“Amazon continua inoltre ad essere leader non solo nell’implementazione su larga scala degli attuali strumenti di approvvigionamento di energia pulita, ma anche nel guidare la sua comunità di colleghi e partner nello sviluppo delle soluzioni energetiche pulite di domani, sia che si tratti di garantire che le energie rinnovabili abbiano catene di approvvigionamento sostenibili, sia che si tratti di espandere l’impatto dell’energia pulita attraverso strumenti di approvvigionamento di nuova generazione”

“Con i suoi importanti progetti fotovoltaici annunciati in Polonia e in Francia, Amazon ha compiuto passi cruciali verso il suo obiettivo di azzeramento delle emissioni, sostenendo al contempo gli obiettivi europei in materia di cambiamento climatico”, ha dichiarato Walburga Hemetsberger, CEO di SolarPower Europe, partner fondatore della piattaforma RE-Source“Poiché l’Europa si trova ad affrontare prezzi dell’energia alle stelle, gli accordi sull’energia solare e rinnovabile rafforzeranno la resilienza strategica di Amazon – e ci auguriamo di vedere altre aziende seguire il suo esempio”

“Amazon dimostra una vera leadership nella transizione energetica con i suoi continui e massicci investimenti nelle energie rinnovabili, in particolare utilizzando i Power Purchase Agreement (PPA). I contratti a lungo termine come i PPA sono il modo migliore per le aziende di decarbonizzare il loro uso di energia, aggiungere energia rinnovabile alla rete elettrica e far progredire gli obiettivi europei in materia di energia pulita. Ci auguriamo che Amazon ispiri altre aziende ad aumentare le proprie ambizioni climatiche”. – Joop Hazenberg, direttore delle politiche e dell’impatto della piattaforma RE-Source.

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Rinnovabili • filiere delle rinnovabili

Decreto FERX, gli stakeholder chiedono più chiarezza e trasparenza

Il Ministero dell'Ambiente pubblica gli esiti della consultazione pubblica sul Decreto Ministeriale FER X, chiusa lo scorso settembre. Dai 46 soggetti partecipanti emerge l'esigenza di conoscere per tempo tutte le informazioni utili alla programmazione degli investimenti nelle rinnovabili. Chiesti chiarimenti sul processo autorizzativo e sulle tempistiche

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Foto di Rabih Shasha su Unsplash

Decreto FERX, nuovi spunti di riflessione

Servono maggiori informazioni sui coefficienti sul prezzo d’aggiudicazione, sui criteri di priorità, sulla documentazione per l’accesso al meccanismo e sulle tipologie di interventi ammessi. In particolare quando si tratta di progetti di “rifacimento” e “potenziamento”. Queste alcune delle principali richieste emerse dalla consultazione pubblica sul Decreto FERX. La scorsa estate il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica aveva pubblicato lo schema del provvedimento per una raccolta di pareri da parte degli stakeholder, con l’obiettivo di condividerne le logiche. Oggi il MASE rende noti gli esiti di tale consultazione puntando i riflettori sugli spunti e le richieste emerse da parte dei 46 soggetti partecipanti. 

Gli esiti della consultazione pubblica

Ricordiamo che il Decreto FERX nasce con lo scopo di definire un meccanismo di supporto espressamente dedicato ad impianti a fonti rinnovabili con costi di generazione vicini alla competitività. Come? Tramite contratti CfD a valere sull’energia elettrica prodotta dagli impianti. Con un accesso diretto per quelli di taglia inferiore al MW, e tramite aste al ribasso per quelli di taglia uguale o superiore al MW. Ed è proprio su queste due modalità che arrivano le prime considerazioni.

Per la maggior parte dei soggetti che hanno risposto alla consultazione, il contingente di 5 GW per gli impianti FER ad accesso diretto non sarebbe sufficiente, soprattutto vista la grande attenzione che stanno ricevendo al livello di investimento i sistemi di piccola taglia.

Per quanto riguarda l’accesso tramite asta, invece, il parere generale condivide i contingenti individuati, che secondo l’ultima bozza pubblicata oggi sarebbero: per il fotovoltaico 45 GW; per l’eolico di 16,5 GW; per l’idroelettrico di 630 MW; per i gas residuati 20 MW. “Tuttavia – si legge nel documento del MASE – congiuntamente alla risposta positiva sono state proposte diverse modifiche (aumento di uno specifico contingente, creazione di nuovo contingente, meccanismi di riallocazione della potenza non assegnata, ridefinizione dei contingenti al fine di favorire lo sviluppo dei PPA, etc.)”. Tra gli spunti emersi c’è la proposta di contingenti separati tra il fotovoltaico a terra e sul tetto.

Proposti nuovi requisiti di accesso e tempistiche

In tema requisiti d’accesso, alcuni soggetti chiedono l’incremento della soglia di potenza per l’accesso diretto, l’aggiunta dei criteri ESG, la reintroduzione del requisito specifico che attesti la capacità finanziaria ed economica di chi partecipa al meccanismo del Decreto FERX.

Con riferimento ai tempi massimi individuati per la realizzazione degli interventi, la consultazione ha evidenziato un forte distaccamento con le aspettative degli operatori. Per quanto detto diversi soggetti propongono per una o più fonti l’innalzamento dei tempi previsti, chiedendo di tenere in considerazione parametri quali, la potenza e/o la tipologia d’intervento, l’ottenimento dei titoli autorizzativi, i tempi di realizzazione della connessione e quelli dovuti agli approvvigionamenti, che sottolineano, potrebbero oltretutto determinare un aumento dei costi, visto anche i meccanismi incentivanti”, si legge ancora nel documento.

Per i tempi di comunicazione della data d’entrata in esercizio dell’impianto, emerge nel complesso l’esigenza di un prolungamento, aggiungendo da più 60 giorni a 12 mesi. Viene anche evidenziata una certa contrarietà all’obbligo per gli operatori di impianti rinnovabili non programmabili che stipula un contratto CfD ad abilitarsi alla fornitura dei servizi di dispacciamento.

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Rinnovabili • batteria ibrida al sodio

Dalla Corea la batteria ibrida al sodio che si ricarica in pochi secondi

Un gruppo di scienziati del KAIST ha sviluppato una batteria a ioni di sodio ad alta energia, ad alta potenza e di lunga durata

batteria ibrida al sodio
Foto di danilo.alvesd su Unsplash

Quando le batteria a ioni sodio incontrato i supercondensatori a ioni sodio

Arriva dalla Corea del Sud la prima batteria ibrida al sodio in grado di battere la tecnologia a ioni di litio a mani basse. Con ottime prestazioni lato di capacità di accumulo, potenza, velocità di carica e durata, come dimostra l’articolo pubblicato sulla rivista scientifica Energy Storage Materials (testo in inglese).

Nel 2020 le batterie a ioni sodio (Na+) hanno raggiunto prestazioni comparabili a quelle degli ioni di litio in termini di capacità e durata del ciclo in condizioni di laboratorio. Da allora il segmento ha continuato a macinare grandi progressi, spinto dall’esigenza globale di trovare una tecnologia di accumulo più economica delle ricaricabili al litio e meno dipendente dalle attuali catene di approvvigionamento dei materiali critici. L’ultimo grande risultato nel campo è quello segnato da un gruppo di scienziati del KAIST, il Korea Advanced Institute of Science and Technology.

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Il team guidato dal professor Jeung Ku Kang del Dipartimento di Scienza e Ingegneria dei Materiali ha messo a punto una batteria ibrida agli ioni di sodio dalle prestazioni eccellenti e in grado di ricaricarsi in pochi secondi. Il segreto? Un’architettura che integra materiali anodici propri delle batterie con catodi adatti ai supercondensatori.

Batteria ibrida al sodio, prestazioni record

In realtà non si tratta di un approccio nuovo. Gli stoccaggi ibridi con Na+ sono emersi negli ultimi anni come una promettente applicazione nel campo dell’energy storage in grado di superare i punti deboli degli accumulatori a ioni di sodio più conosciuti.

Tradizionalmente questo metallo è usato e studiato in due tipi di dispositivi di stoccaggio: batterie e condensatori. Le prime, come spiegato poc’anzi, forniscono oggi una densità di energia relativamente elevata ma sono caratterizzate da una lenta cinetica di ossidoriduzione, che si traduce in una bassa densità di potenza e una scarsa ricaricabilità. I secondi invece hanno un’elevata densità di potenza dovuta all’accumulo di carica tramite rapido adsorbimento di ioni superficiali, ma una densità di energia estremamente bassa.

Tuttavia unire le due tecnologie impiegando catodi di tipo condensatore e degli anodi di tipo batteria, non ha dato subito i risultati sperati. La causa è da ricercare soprattutto nello squilibrio cinetico tra i due tipi di elettrodi.

Nuovi materiali per catodo e anodo

Per arginare il problema il team sudcoreano ha utilizzato sviluppato un nuovo materiale anodico con cinetica migliorata attraverso l’inclusione di materiali attivi fini nel carbonio poroso derivato da strutture metallo-organiche. Inoltre, ha sintetizzato un materiale catodico ad alta capacità e la combinazione dei due ha consentito lo sviluppo di un sistema di accumulo di ioni sodio che ottimizza l’equilibrio e riduce al minimo le disparità nei tassi di accumulo di energia tra gli elettrodi.

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La cella completamente assemblata supera per densità di energia le batterie commerciali agli ioni di litio e presenta le caratteristiche della densità di potenza dei supercondensatori. Nel dettaglio la batteria ibrida al sodio si ricarica rapidamente e raggiunge una densità di energia di 247 Wh/kg e una densità di potenza di 34.748 W/kg. Inoltre gli scienziati hanno registrato una stabilità del ciclo con efficienza Coulombica pari a circa il 100% su 5000 cicli di carica-scarica.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


Rinnovabili • fotovoltaico materiale quantistico

Fotovoltaico, ecco il materiale quantistico con un’efficienza del 190%

Un gruppo di scienziati della Lehigh University ha sviluppato un materiale dotato di una efficienza quantistica esterna di 90 punti percentuali sopra quella delle celle solari tradizionali

fotovoltaico materiale quantistico
via Depositphotos

Nuovo materiale quantistico con un assorbimento solare medio dell’80%

Atomi di rame inseriti tra strati bidimensionali di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. Questa la ricetta messa a punto dai fisici Srihari Kastuar e Chinedu Ekuma nei laboratori della Lehigh University, negli Stati Uniti, per dare una svecchiata alla prestazioni delle celle solari. Il duo di ricercatori ha così creato un nuovo materiale quantistico dalle interessanti proprietà fotovoltaiche. Impiegato come strato attivo in una cella prototipo, infatti, il nuovo materiale ha mostrato un assorbimento solare medio dell’80%, un alto tasso di generazione di portatori fotoeccitati e un’efficienza quantistica esterna (EQE) record del 190%. Secondo gli scienziati il risultato raggiunto supera di gran lunga il limite teorico di efficienza di Shockley-Queisser per i materiali a base di silicio e spinge il campo dei materiali quantistici per il fotovoltaico a nuovi livelli. 

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L’efficienza quantistica esterna

Tocca fare una precisazione. L’efficienza quantistica esterna non va confusa con l’efficienza di conversione, il dato più celebre quando si parla di prestazioni solari. L’EQE rappresenta il rapporto tra il numero di elettroni che danno luogo a una corrente in un circuito esterno e il numero di fotoni incidenti ad una precisa lunghezza d’onda

Nelle celle solari tradizionali, l’EQE massimo è del 100%, tuttavia negli ultimi anni alcuni materiali e configurazioni avanzate hanno dimostrato la capacità di generare e raccogliere più di un elettrone da ogni fotone ad alta energia incidente, per un efficienza quantistica esterna superiore al 100%. Il risultato di Kastua e Ekuma, però, rappresenta un unicum nel settore.

Celle solari a banda intermedia

Per il loro lavoro due fisici sono partiti da un campo particolare della ricerca fotovoltaica. Parliamo delle celle solari a banda intermedia (IBSC – Intermediate Band Solar Cells), una tecnologia emergente che ha il potenziale per rivoluzionare la produzione di energia pulita. In questi sistemi la radiazione solare può eccitare i portatori dalla banda di valenza a quella di conduzione, oltre che direttamente, anche in maniera graduale. Come?  “Passando” per l’appunto attraverso stati di una banda intermedia, livelli energetici specifici posizionati all’interno della struttura elettronica di un materiale creato ad hoc. “Ciò consente a un singolo fotone di provocare generazioni multiple di eccitoni attraverso un processo di assorbimento in due fasi“, scrivono i due ricercatori sulla rivista Science Advances.

Nel nuovo materiale quantistico creato dagli scienziati della Lehigh University questi stati hanno livelli di energia all’interno dei gap di sottobanda ideali. Una volta testato all’interno di una cella fotovoltaica prototipale il materiale ha mostrato di poter migliorare l’assorbimento e la generazione di portatori nella gamma dello spettro dal vicino infrarosso alla luce visibile. 

La rivoluzione dei materiali quantistici

Il duo ha sviluppato il nuovo materiale sfruttando i “gap di van der Waals”, spazi atomicamente piccoli tra materiali bidimensionali stratificati. Questi spazi possono confinare molecole o ioni e gli scienziati dei materiali li usano comunemente per inserire, o “intercalare”, altri elementi per ottimizzare le proprietà dei materiali. Per la precisione hanno inserito atomi di rame tra strati di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. “Rappresenta un candidato promettente per lo sviluppo di celle solari ad alta efficienza di prossima generazione – ha sottolineato Ekuma – che svolgeranno un ruolo cruciale nell’affrontare il fabbisogno energetico globale“.

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Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.