Rinnovabili • Azienda Bike Friendly

FIAB consegna la prima certificazione “Azienda Bike Friendly”

L'attestato è stato consegnato a SACBO – Società per l’Aeroporto Civile di Bergamo Orio al Serio

Azienda Bike Friendly
Il momento della consegna della prima certificazione “Azienda Bike Friendly” (con Francesco Baroncini, vicepresidente ECF-European Cylist Federation primo a sx e Valeria Lorenzelli, consigliera nazionale FIAB e responsabile area mobilità urbana, terza da sx) a SACBO (con il presidente Giovanni Sanga primo da dx) Credits: FIAB

Con una cerimonia ufficiale nell’ambito del convegno La bicicletta come opportunità economica per i territori e le aziende alla Fiera dei Territori di Bergamo, è stata consegnata a SACBO – Società per l’Aeroporto Civile di Bergamo Orio al Serio prima certificazione FIAB “Azienda Bike Friendly” (CFE-ITA – Cycle Friendly Employer – Italia), livello Silver.

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La certificazione riconosce ufficialmente le realtà che si contraddistinguono per aver realizzato al loro interno un ambiente di lavoro che promuove e sostiene l’utilizzo della bicicletta.FIAB-Federazione italiana Ambiente e Bicicletta è il membro italiano di un più ampio Consorzio di 16 partner europei (coordinato da ECF-Europen Cyclist Federation) che ha ideato e promosso il primo e unico standard europeo volontario per aziende bike friendlyche si basa su un protocollo articolato in sei aree funzionali di valutazione (informazione, comunicazione, movimentazione dei dipendenti; coordinamento e organizzazione; servizio a sostegno della ciclabilità; dotazioni di strutture per la ciclabilità; gestione dei parcheggi come misura complementare; afflusso dei clienti).

Per ogni area sono definite numerose misure che prevedono azioni specifiche presso le sedi di lavoro o politiche aziendali da implementare, con l’obiettivo di aiutare le imprese a migliorare e promuovere la ciclabilità. Due sono, comunque, i requisiti indispensabili per accedere al percorso certificativo: la nomina del mobility/bike manager e la possibilità di accesso e sosta delle biciclette in azienda.Più elevati sono gli standard presenti, maggiore è il livello che l’impresa può raggiungere. Sono previsti tre livelli di merito: Bronzo, Argento Oro. Alle aziende con meno di 10 dipendenti viene dedicato lo stemma Blu.

“La certificazione FIAB Azienda Bike Friendly porta con sé numerosi vantaggi oltre, naturalmente, alla possibilità di essere inserita nel Bilancio Sociale dell’azienda perché esplicita principi di equità e sostenibilità. Favorire la mobilità ciclistica distingue l’impresa sul mercato per l’impegno verso i dipendenti, la comunità in cui opera e l’ambiente – dice Valeria Lorenzelli, consigliera nazionale FIAB e responsabile area mobilità quotidiana. – Già avviato in altri stati europei, il progetto sbarca ora in Italia grazie alla nostra Federazione che gestirà operativamente le candidature di quelle realtà che vogliono intraprendere il percorso di certificazione “azienda bike friendly”. Il riconoscimento assegnato oggi a SACBO ci ha permesso di testare sul campo i protocolli e le procedure internazionali. Siamo dunque pronti ad accompagnare tutte quelle realtà pubbliche e private che sceglieranno di intraprendere questo percorso virtuoso e sostenibile”.

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Nel corso degli anni l’Aeroporto di Bergamo ha conosciuto un’evoluzione continua crescendo in termini di infrastrutture e servizi, e ora si prepara a inaugurare in autunno la nuova sezione dell’aerostazione a ovest che si raccorderà alla futura stazione capolinea del collegamento ferroviario – dichiara Giovanni Sanga, presidente di SACBO. – Il percorso ciclopedonale di collegamento all’aeroporto, che consente di raggiungere i rami della rete ciclabile territoriale, ma soprattutto destinato a connettersi alle future e importanti arterie ciclabili interregionali, ci permette di espandere il concetto di multimodalità introdotto in una visione allargata della fruibilità e accessibilità dello scalo. Siamo orgogliosi del riconoscimento che, la Federazione Europea dei Ciclisti, attraverso FIAB, assegna a SACBO, che intende favorire la mobilità in bicicletta come mezzo di turismo, per il tempo libero e il lavoro”.

Il protocollo CFE-Cycle Friendly Employer è attualmente applicato il 16 paesi europei con modalità di valutazioni omogenee. La certificazione viene rilasciata al termine di un rigoroso audit e ha una validità di tre anni con obbligo da parte dell’azienda di produrre una relazione annuale sulle attività implementate, salvo rivalutazioni richieste dall’impresa stessa in caso di innovazioni sul progetto aziendale di ciclabilità.

Le aziende italiane interessante ad accedere al percorso di certificazione FIAB “Azienda Bike Friendly” (CFE-ITA – Cycle Friendly Employer)trovano tutte le informazioni nella pagina dedicata al progetto sul sito di FIAB: https://fiabitalia.it/progetto/certificazioneazienda/

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Rinnovabili • Batterie al sodio allo stato solido

Batterie al sodio allo stato solido, verso la produzione di massa

Grazie ad un nuovo processo sintetico è stato creato un elettrolita di solfuro solido dotato della più alta conduttività per gli ioni di sodio più alta mai registrata. Circa 10 volte superiore a quella richiesta per l'uso pratico

Batterie al sodio allo stato solido
via Depositphotos

Batterie al Sodio allo Stato Solido più facili da Produrre

La batterie allo stato solido incarnano a tutti gli effetti il nuovo mega trend dell’accumulo elettrochimico. E mentre diverse aziende automobilistiche tentano di applicare questa tecnologia agli ioni di litio, c’è chi sta percorrendo strade parallele. É il caso di alcuni ingegneri dell’Università Metropolitana di Osaka, in Giappone. Qui i professori Osaka Atsushi Sakuda e Akitoshi Hayash hanno guidato un gruppo di ricerca nella realizzazione di batterie al sodio allo stato solido attraverso un innovativo processo di sintesi.

Batterie a Ioni Sodio, nuova Frontiera dell’Accumulo

Le batterie al sodio (conosciute erroneamente anche come batterie al sale) hanno conquistato negli ultimi anni parecchia attenzione da parte del mondo scientifico e industriale. L’abbondanza e la facilità di reperimento di questo metallo alcalino ne fanno un concorrente di primo livello dei confronti del litio. Inoltre l’impegno costante sul fronte delle prestazioni sta portando al superamento di alcuni svantaggi intrinseci, come la minore capacità. L’ultimo traguardo raggiunto in questo campo appartiene ad una ricerca cinese che ha realizzato un unità senza anodo con una densità di energia superiore ai 200 Wh/kg.

Integrare questa tecnologia con l’impiego di elettroliti solidi potrebbe teoricamente dare un’ulteriore boost alla densità energetica e migliorare i cicli di carica-scarica (nota dolente per le tradizionali batterie agli ioni di sodio). Quale elettrolita impiegare in questo caso? Quelli di solfuro rappresentano una scelta interessante grazie alla loro elevata conduttività ionica e lavorabilità. Peccato che la sintesi degli elettroliti solforati non sia così semplice e controllabile. Il che si traduce in un’elevata barriera per la produzione commerciale delle batterie al sodio allo stato solido.

Un Flusso di Polisolfuro reattivo

É qui che si inserisce il lavoro del team di Sakuda a Hayash. Gli ingegneri hanno messo a punto un processo sintetico che impiega sali fusi di polisolfuro reattivo per sviluppare elettroliti solidi solforati. Nel dettaglio utilizzando il flusso di polisolfuro Na2Sx come reagente stechiometrico, i ricercatori hanno sintetizzato due elettroliti di solfuri di sodio dalle caratteristiche distintive, uno dotato della conduttività degli ioni di sodio più alta al mondo (circa 10 volte superiore a quella richiesta per l’uso pratico) e uno vetroso con elevata resistenza alla riduzione.

Questo processo è utile per la produzione di quasi tutti i materiali solforati contenenti sodio, compresi elettroliti solidi e materiali attivi per elettrodi“, ha affermato il professor Sakuda. “Inoltre, rispetto ai metodi convenzionali, rende più semplice ottenere composti che mostrano prestazioni più elevate, quindi crediamo che diventerà una metodologia mainstream per il futuro sviluppo di materiali per batterie al sodio completamente allo stato solido“.  I risultati sono stati pubblicati su Energy Storage Materials and Inorganic Chemistry .

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


Rinnovabili • fotovoltaico materiale quantistico

Fotovoltaico, ecco il materiale quantistico con un’efficienza del 190%

Un gruppo di scienziati della Lehigh University ha sviluppato un materiale dotato di una efficienza quantistica esterna di 90 punti percentuali sopra quella delle celle solari tradizionali

fotovoltaico materiale quantistico
via Depositphotos

Nuovo materiale quantistico con un assorbimento solare medio dell’80%

Atomi di rame inseriti tra strati bidimensionali di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. Questa la ricetta messa a punto dai fisici Srihari Kastuar e Chinedu Ekuma nei laboratori della Lehigh University, negli Stati Uniti, per dare una svecchiata alla prestazioni delle celle solari. Il duo di ricercatori ha così creato un nuovo materiale quantistico dalle interessanti proprietà fotovoltaiche. Impiegato come strato attivo in una cella prototipo, infatti, il nuovo materiale ha mostrato un assorbimento solare medio dell’80%, un alto tasso di generazione di portatori fotoeccitati e un’efficienza quantistica esterna (EQE) record del 190%. Secondo gli scienziati il risultato raggiunto supera di gran lunga il limite teorico di efficienza di Shockley-Queisser per i materiali a base di silicio e spinge il campo dei materiali quantistici per il fotovoltaico a nuovi livelli. 

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L’efficienza quantistica esterna

Tocca fare una precisazione. L’efficienza quantistica esterna non va confusa con l’efficienza di conversione, il dato più celebre quando si parla di prestazioni solari. L’EQE rappresenta il rapporto tra il numero di elettroni che danno luogo a una corrente in un circuito esterno e il numero di fotoni incidenti ad una precisa lunghezza d’onda

Nelle celle solari tradizionali, l’EQE massimo è del 100%, tuttavia negli ultimi anni alcuni materiali e configurazioni avanzate hanno dimostrato la capacità di generare e raccogliere più di un elettrone da ogni fotone ad alta energia incidente, per un efficienza quantistica esterna superiore al 100%. Il risultato di Kastua e Ekuma, però, rappresenta un unicum nel settore.

Celle solari a banda intermedia

Per il loro lavoro due fisici sono partiti da un campo particolare della ricerca fotovoltaica. Parliamo delle celle solari a banda intermedia (IBSC – Intermediate Band Solar Cells), una tecnologia emergente che ha il potenziale per rivoluzionare la produzione di energia pulita. In questi sistemi la radiazione solare può eccitare i portatori dalla banda di valenza a quella di conduzione, oltre che direttamente, anche in maniera graduale. Come?  “Passando” per l’appunto attraverso stati di una banda intermedia, livelli energetici specifici posizionati all’interno della struttura elettronica di un materiale creato ad hoc. “Ciò consente a un singolo fotone di provocare generazioni multiple di eccitoni attraverso un processo di assorbimento in due fasi“, scrivono i due ricercatori sulla rivista Science Advances.

Nel nuovo materiale quantistico creato dagli scienziati della Lehigh University questi stati hanno livelli di energia all’interno dei gap di sottobanda ideali. Una volta testato all’interno di una cella fotovoltaica prototipale il materiale ha mostrato di poter migliorare l’assorbimento e la generazione di portatori nella gamma dello spettro dal vicino infrarosso alla luce visibile. 

La rivoluzione dei materiali quantistici

Il duo ha sviluppato il nuovo materiale sfruttando i “gap di van der Waals”, spazi atomicamente piccoli tra materiali bidimensionali stratificati. Questi spazi possono confinare molecole o ioni e gli scienziati dei materiali li usano comunemente per inserire, o “intercalare”, altri elementi per ottimizzare le proprietà dei materiali. Per la precisione hanno inserito atomi di rame tra strati di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. “Rappresenta un candidato promettente per lo sviluppo di celle solari ad alta efficienza di prossima generazione – ha sottolineato Ekuma – che svolgeranno un ruolo cruciale nell’affrontare il fabbisogno energetico globale“.

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Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.