Rinnovabili • Schneider Electric

Schneider Electric è l’azienda più sostenibile al mondo

La società annuncia sei nuovi impegni di lungo termine e si propone di raggiungere 11 obiettivi concreti di sostenibilità entro il 2025, meritandosi il primo posto nella celebre classifica la classifica Corporate Knights 2021 Global 100

Schneider Electric

Schneider Electric, il leader nella trasformazione digitale della gestione dell’energia e dell’automazione, oggi ha rilanciato con forza la sua strategia di lungo termine per integrare aspetti ambientali, sociali e di governance in tutti gli aspetti della sua attività – e per aiutare i suoi clienti e partner a raggiungere i loro obiettivi di sostenibilità.

L’annuncio coincide con la notizia che Corporate Knights, società media e di ricerca canadese che realizza classifiche e valutazioni su prodotti finanziari basate sulle performance di sostenibilità aziendali, ha posto per la prima volta Schneider Electric al vertice dell’indice annuale delle “Global 100 most sustainable corporations in the world”. Un grande balzo dal 29°posto dell’anno scorso, che porta l’azienda in vetta e rappresenta un importante riconoscimento esterno dell’impegno di lunga data di Schneider Electric sui temi di governance ambientale e sociale.

Il risultato, inoltre, mette in evidenza come l’azienda si sia trasformata in leader nelle soluzioni digitali che rendono possibile l’efficienza energetica e la sostenibilità.

Essere un’azienda sostenibile, con un business sostenibile, è il perno della nostra strategia. Clienti, dipendenti, partner, investitori non sono mai stati tanto attenti ai temi di governance ambientale e sociale quanto lo sono oggi. Schneider si è fatta carico da tanto tempo di questi temi e continuiamo a individuare obiettivi sempre più ambiziosi, per noi e per i nostri clienti e partner” ha commentato il Presidente e CEO di Schneider Electric Jean-Pascal Tricoire.

Quando abbiamo attivato il nostro primo “barometro di sostenibilità” nel 2005 siamo stati tra i primi a scegliere di farci guidare da un approccio attento alla governance ambientale e sociale; i nostri obiettivi al riguardo non potevano essere sempre gli stessi, e infatti ogni tre anni li abbiamo resi più stringenti. Tutti noi – aziende, governi, individui – possiamo contribuire per rendere il nostro mondo più sostenibile e inclusivo. I nuovi impegni che annunciamo oggi definiscono l’evoluzione del nostro percorso”.

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Il nuovo programma Schneider Sustainability Impact (SSI) copre il periodo 2021 – 2025 e porta con sé un’accelerazione significativa rispetto agli obiettivi preesistenti. Si basa su sei impegni di lungo termine, pensati per dare un contributo a ognuno degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.    

Questi obiettivi sono: agire con un approccio climate-positive; usare in modo efficiente le risorse; essere all’altezza dei propri principi di fiducia; creare pari opportunità; fare spazio al potenziale di tutte le generazioni; fornire strumenti di crescita alle comunità locali.

Avere la capacità e la volontà di rendere il mondo più sostenibile e equo non è semplicemente una responsabilità morale – è una scelta aziendale sensata” ha commentato Olivier Blum,  Chief Strategy and Sustainability Officer di Schneider Electric. “Quello che è accaduto nel 2020, segnato da eventi quali il Covid 19, una serie di disastri legati al cambiamento climatico, ma anche dal quinto anniversario degli Accordi di Parigi, rende ancora più urgente agire; inoltre, ha rafforzato la volontà dei nostri clienti di accelerare la loro transizione in ottica di riduzione delle emissioni. Le nostre soluzioni possono aiutarli anche a raggiungere i loro obiettivi”.

Gli impegni presi sono sostenuti da 11 obiettivi concreti, da raggiungere entro il 2025. Per la prima volta, in ognuno degli oltre 100 paesi in cui Schneider Electric opera saranno stabiliti degli obiettivi specifici, volti ad affrontare “dal basso” le esigenze espresse dalla comunità locale.

Il Programma Schneider Sustainability Impact 2021-2025

Impegni a lungo termineObiettivi 2021-2025
CLIMAOttenere l’80% dei ricavi da soluzioni green
Far risparmiare o evitare di produrre ai nostri clienti 800 Megatonnellate di CO2Ridurre del 50% le emissioni di CO2 prodotte dall’operatività dei nostri 1000 principali fornitori.
RISORSEAumentare al 50% i materiali “green” nei prodottiIl 100% del nostro materiale di packaging primario e secondario è senza plastiche monouso e fa uso di cartone riciclato.
FIDUCIAIl 100% dei nostri fornitori strategici offre condizioni di lavoro dignitose ai dipendenti
Misureremo il livello di fiducia con cui i nostri dipendenti sentono di poter denunciare comportamenti contrari ai nostri principi (Principles of Trust).
EGUAGLIANZAAumentare la diversità di genere nei processi di assunzione, nel management e nella leadership (50/40/30)Offrire a 50 milioni di persone accesso a fonti di energia elettrica pulita
GENERAZIONICreare opportunità per le nuove generazioni – raddoppiare il numero di stage, apprendistati, assunzioni di neolaureatiFormare 1 milione di persone di comunità svantaggiate sui temi della gestione dell’energia.
OBIETTIVI LOCALITutti i Presidenti di paese e di zona delle filiali Schneider Electric stabiliscono tre obiettivi che abbiano impatto positivo sulla comunità locale, in linea con il nostro percorso di trasformazione sostenibile.

I risultati extra-finanziari saranno comunicati ogni tre mesi, come è stato fatto fin dal lancio del primo barometro di sostenibilità nel 2005.    La continuità con cui Schneider Electric ha lavorato per la sostenibilità è stata riconosciuta da ripetuti riconoscimenti. Soltanto nell’ultimo anno, Schneider Electric ha accelerato la sua roadmap di decarbonizzazione e firmato il Climate Pledge; è stata la prima azienda a emettere un bond convertibile ESG; è stata inserita  per il decimo anno consecutivo nella CDP-A List per la trasparenza e azione in campo ambientale; è entrata nella classifica Financial Times’ Top 50 Diversity Leaders ranking.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


Rinnovabili • Batterie al sodio allo stato solido

Batterie al sodio allo stato solido, verso la produzione di massa

Grazie ad un nuovo processo sintetico è stato creato un elettrolita di solfuro solido dotato della più alta conduttività per gli ioni di sodio più alta mai registrata. Circa 10 volte superiore a quella richiesta per l'uso pratico

Batterie al sodio allo stato solido
via Depositphotos

Batterie al Sodio allo Stato Solido più facili da Produrre

La batterie allo stato solido incarnano a tutti gli effetti il nuovo mega trend dell’accumulo elettrochimico. E mentre diverse aziende automobilistiche tentano di applicare questa tecnologia agli ioni di litio, c’è chi sta percorrendo strade parallele. É il caso di alcuni ingegneri dell’Università Metropolitana di Osaka, in Giappone. Qui i professori Osaka Atsushi Sakuda e Akitoshi Hayash hanno guidato un gruppo di ricerca nella realizzazione di batterie al sodio allo stato solido attraverso un innovativo processo di sintesi.

Batterie a Ioni Sodio, nuova Frontiera dell’Accumulo

Le batterie al sodio (conosciute erroneamente anche come batterie al sale) hanno conquistato negli ultimi anni parecchia attenzione da parte del mondo scientifico e industriale. L’abbondanza e la facilità di reperimento di questo metallo alcalino ne fanno un concorrente di primo livello dei confronti del litio. Inoltre l’impegno costante sul fronte delle prestazioni sta portando al superamento di alcuni svantaggi intrinseci, come la minore capacità. L’ultimo traguardo raggiunto in questo campo appartiene ad una ricerca cinese che ha realizzato un unità senza anodo con una densità di energia superiore ai 200 Wh/kg.

Integrare questa tecnologia con l’impiego di elettroliti solidi potrebbe teoricamente dare un’ulteriore boost alla densità energetica e migliorare i cicli di carica-scarica (nota dolente per le tradizionali batterie agli ioni di sodio). Quale elettrolita impiegare in questo caso? Quelli di solfuro rappresentano una scelta interessante grazie alla loro elevata conduttività ionica e lavorabilità. Peccato che la sintesi degli elettroliti solforati non sia così semplice e controllabile. Il che si traduce in un’elevata barriera per la produzione commerciale delle batterie al sodio allo stato solido.

Un Flusso di Polisolfuro reattivo

É qui che si inserisce il lavoro del team di Sakuda a Hayash. Gli ingegneri hanno messo a punto un processo sintetico che impiega sali fusi di polisolfuro reattivo per sviluppare elettroliti solidi solforati. Nel dettaglio utilizzando il flusso di polisolfuro Na2Sx come reagente stechiometrico, i ricercatori hanno sintetizzato due elettroliti di solfuri di sodio dalle caratteristiche distintive, uno dotato della conduttività degli ioni di sodio più alta al mondo (circa 10 volte superiore a quella richiesta per l’uso pratico) e uno vetroso con elevata resistenza alla riduzione.

Questo processo è utile per la produzione di quasi tutti i materiali solforati contenenti sodio, compresi elettroliti solidi e materiali attivi per elettrodi“, ha affermato il professor Sakuda. “Inoltre, rispetto ai metodi convenzionali, rende più semplice ottenere composti che mostrano prestazioni più elevate, quindi crediamo che diventerà una metodologia mainstream per il futuro sviluppo di materiali per batterie al sodio completamente allo stato solido“.  I risultati sono stati pubblicati su Energy Storage Materials and Inorganic Chemistry .

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Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


Rinnovabili • fotovoltaico materiale quantistico

Fotovoltaico, ecco il materiale quantistico con un’efficienza del 190%

Un gruppo di scienziati della Lehigh University ha sviluppato un materiale dotato di una efficienza quantistica esterna di 90 punti percentuali sopra quella delle celle solari tradizionali

fotovoltaico materiale quantistico
via Depositphotos

Nuovo materiale quantistico con un assorbimento solare medio dell’80%

Atomi di rame inseriti tra strati bidimensionali di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. Questa la ricetta messa a punto dai fisici Srihari Kastuar e Chinedu Ekuma nei laboratori della Lehigh University, negli Stati Uniti, per dare una svecchiata alla prestazioni delle celle solari. Il duo di ricercatori ha così creato un nuovo materiale quantistico dalle interessanti proprietà fotovoltaiche. Impiegato come strato attivo in una cella prototipo, infatti, il nuovo materiale ha mostrato un assorbimento solare medio dell’80%, un alto tasso di generazione di portatori fotoeccitati e un’efficienza quantistica esterna (EQE) record del 190%. Secondo gli scienziati il risultato raggiunto supera di gran lunga il limite teorico di efficienza di Shockley-Queisser per i materiali a base di silicio e spinge il campo dei materiali quantistici per il fotovoltaico a nuovi livelli. 

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L’efficienza quantistica esterna

Tocca fare una precisazione. L’efficienza quantistica esterna non va confusa con l’efficienza di conversione, il dato più celebre quando si parla di prestazioni solari. L’EQE rappresenta il rapporto tra il numero di elettroni che danno luogo a una corrente in un circuito esterno e il numero di fotoni incidenti ad una precisa lunghezza d’onda

Nelle celle solari tradizionali, l’EQE massimo è del 100%, tuttavia negli ultimi anni alcuni materiali e configurazioni avanzate hanno dimostrato la capacità di generare e raccogliere più di un elettrone da ogni fotone ad alta energia incidente, per un efficienza quantistica esterna superiore al 100%. Il risultato di Kastua e Ekuma, però, rappresenta un unicum nel settore.

Celle solari a banda intermedia

Per il loro lavoro due fisici sono partiti da un campo particolare della ricerca fotovoltaica. Parliamo delle celle solari a banda intermedia (IBSC – Intermediate Band Solar Cells), una tecnologia emergente che ha il potenziale per rivoluzionare la produzione di energia pulita. In questi sistemi la radiazione solare può eccitare i portatori dalla banda di valenza a quella di conduzione, oltre che direttamente, anche in maniera graduale. Come?  “Passando” per l’appunto attraverso stati di una banda intermedia, livelli energetici specifici posizionati all’interno della struttura elettronica di un materiale creato ad hoc. “Ciò consente a un singolo fotone di provocare generazioni multiple di eccitoni attraverso un processo di assorbimento in due fasi“, scrivono i due ricercatori sulla rivista Science Advances.

Nel nuovo materiale quantistico creato dagli scienziati della Lehigh University questi stati hanno livelli di energia all’interno dei gap di sottobanda ideali. Una volta testato all’interno di una cella fotovoltaica prototipale il materiale ha mostrato di poter migliorare l’assorbimento e la generazione di portatori nella gamma dello spettro dal vicino infrarosso alla luce visibile. 

La rivoluzione dei materiali quantistici

Il duo ha sviluppato il nuovo materiale sfruttando i “gap di van der Waals”, spazi atomicamente piccoli tra materiali bidimensionali stratificati. Questi spazi possono confinare molecole o ioni e gli scienziati dei materiali li usano comunemente per inserire, o “intercalare”, altri elementi per ottimizzare le proprietà dei materiali. Per la precisione hanno inserito atomi di rame tra strati di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. “Rappresenta un candidato promettente per lo sviluppo di celle solari ad alta efficienza di prossima generazione – ha sottolineato Ekuma – che svolgeranno un ruolo cruciale nell’affrontare il fabbisogno energetico globale“.

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